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Lotta all’evasione fiscale e all’illegalità: cominciamo con Stato e Politica...

L’Italia è un Paese che ha nei decenni creato una fitta e lunga lista di normative varie. Ed è uno dei paesi con più leggi in assoluto. I Governi che si susseguono, operano di anno in anno la creazione di nuove norme, decreti e Leggi, si da infoltire la già troppo intricata schiera di quelle esistenti.

 

Vi sono norme applicabili un pò a tutto. Si passa dalle norme che regolamentano le istanze civili a quelle che dipanano la materia penale. E poi c’è la folta schiera di regole amministrative pubbliche, che se non osservate dai cittadini Italiani procurano alle casse dello Stato un’economia fatta di “penalità” pecuniarie.

Fin qui, non ci sarebbe nulla di male. In una comunità civile, esistono norme condivise da rispettare. E chi non le rispetta – solitamente – paga. In denaro o a prezzo della propria libertà individuale.

Ma c’è un ma. Un grande ed appiccicoso “Ma...”.

Parossisticamente in Italia, proprio chi le regole le crea conseguentemente non le rispetta. Un abuso. Una aberrazione. Un malinteso. Una fregatura.

Prendiamo il caso – ad esempio – del Canone Rai. Forse non ci pensate, ma in tutti gli ambienti pubblici e politici, esistono migliaia di apparati televisivi e di PC. Per il loro utilizzo e proprietà, le pubbliche amministrazioni ed i partiti, dovrebbero pagare il cosidetto Canone speciale per la trasmissione in ambienti considerati “pubblici”. Ovviamente, le cifre superano di gran lunga il canone normale che ogni cittadino dovrebbe pagare. Ma ecco una prima ciliegina: il canone viene matematicamente evaso ogni anno dal 98% fra pubbliche amministrazioni ed ambienti politici, divenendo essi stessi grandi evasori di una tassa fra le più controverse nel nostro Paese.

Mentre l’Italiano medio si trova afflitto da rate e richieste di denaro che se non erogate passano alla Agenzia delle Entrate sottoforma di sanzioni pecuniarie, ecco che i nostri “dirigenti” dimeticano di pagare...

Procedendo fra il difficile cammino che si apre ad ogni onesto cittadino che regolarmente eroga allo Stato una cospicua parte dei propri averi, ci imbattiamo anche in una serie inenarrabile di falle, omissioni ed incredibile disaffezione ad osservare le regole comuni.

Sapevate ad esempio che sia gli stipendi parlamentari sia le conseguenti dorate pensioni non vengono assolutamente tassate? Da qui, il coerente pensiero che per debellare l’evasione fiscale in Italia, bisognerebbe iniziare proprio colpendo chi la combatte. A parole.

E che dire di norme varie ed eventuali sulla sicurezza della nostra Comunità?


Provate voi a farvi scoprire con in casa - o dove preferite – un quadratino del tremendo Eternith – nome commerciale di una fibra in amianto e cemento, resa fuorilegge dal 1992 per la sua alta incidenza nella contrazione di eventi tumorali. La normativa che ne regolamenta la dismissione è la n. 257 pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 13 aprile 1992 ed i costi da sostenere per il cittadino non sono affatto di poco conto. Anzi. E’ uno dei motivi per cui molti non hanno operato la dismisione oppure hanno preferito dismettere le coperture illegali provvedendo da se.

Inoltre, per chi viene colto in possesso di tale elemento, le sanzioni pecuniarie sono da esaurimento nervoso.

Cosa fa in questo caso per se stessa quella parte di nazione che cogita norme e regole? Non le rispetta. Anche in questo caso.

Un esempio per tutti: la scorsa primavera, il Ministro Mariastella Gelmini si proclamava altamente soddisfatta per un accordo che sosteneva un finanziamento di circa 350 milioni di euro per eseguire la rimozione e lo smaltimento nelle scuole pubbliche italiane.

Lodevole progetto. Peccato che ad oggi, non si abbia notizia di un solo centesimo del finanziamento regolarmente stanziato e che attualmente – a pochi giorni dalla riapertura delle scuole – 4 scuole su cento presentino ancora coperture di Eternit ad alto rischio per la salute di insegnanti e studenti. In totale gli istituti fuorilegge, sono circa 2.500...

Volendo continuare, si potrebbe fare una “gita” riflessiva, sulle enormi carenze per ciò che riguarda l’attuazione di opere pubbliche che a quanto pare soltanto in Italia riescono a divenire imprese faraoniche per cui – minimo – possono servire oltre tren’tanni per edificare un ospedale, una scuola o un pezzo di autostrada. Ma si sa, più durano i lavori, più si guadagna. Molto.

Chi non ci guadagna un bel tubo sono sempre gli stessi onesti cittadini, che attendono invano per anni. Ed a volte muoiono anni dopo, perchè si scopre solo troppo tardi che quei lavori, quelle edificazioni, sono state fatte con materiali scadenti, senza seguire una sola norma di sicurezza e senza rispettare un minimo la decenza e la dignità umana. Il denaro, sopra ogni cosa.

Ricordo un esempio drammatico e recente: l’Ospedale San Salvatore di L’Aquila miseramente crollato sotto i colpi del devastante terremoto del 6 Aprile 2009. Due le vittime. Erano bambini. Ricoverati nel reparto Pediatrico. L’Ospedale – aperto dopo oltre trent’anni di lavori – non aveva uno straccio di certificazione di sicurezza ne tantomeno l’accatastamento.

Ora viene da chiedersi: in una nazione come la nostra, cosa può portare il cittadino comune a seguire norme e regole, dal momento che chi le crea è il primo in assoluto a non seguirle? Ed ancora: quando si parla di lotta all’evasione fiscale, come ci si sente poi ad aprire il portafogli per pagare gabelle che non vengono puntualmente pagate da chi le crea?

Vi lascio con una sola riflessione: incazzatevi. Tutti. O non sarà possibile salvarsi da altre e più tremende vessazioni.

Che chi governa il Paese, sia innanzitutto un buon esempio, e non un contenitore di aberrazioni del sistema in cui noi tutti viviamo.

Il cambiamento, quello vero, può iniziare solo da qui...

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