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Lo Stato picchia senza motivo i manifestanti di Taverna del Re: tre civili in ospedale – Video e Foto

Erano da poco passate le 3 e mezzo quando siamo arrivati al presidio di Taverna del Re. Una quindicina di persone in rappresentanza dei Campi Flegrei con in braccio uno striscione “I Campi Flegrei dicono NO alla Discarica” ed al collo dei cartoncini con su scritto “Io sono Terzigno”, “Io sono Lo Uttaro”, “Io sono Chiaiano”, “Io sono Ferrandelle” per sottolineare la comunanza che esiste fra le diverse discariche e i conseguenti disagi presenti lungo l’intero territorio campano.

Arrivati al presidio, dopo una decina di metri di corteo, siamo stati accolti da un caloroso applauso, da abbracci, da ringraziamenti. Abbiamo posato il nostro striscione insieme a tutti gli altri, accanto a “Terra mia martoriata e stanca” e abbiamo cominciato a chiacchierare con gli altri manifestanti. foto2275La sensazione era di conoscere ognuno di loro da sempre. Ogni volto, ogni racconto, ogni parola era familiare. Ci scambiavamo opinioni, novità, speranze.

Ci hanno raccontato dello scellerato accordo firmato dal sindaco di Giugliano con Cesaro, che prevede che per venti giorni Taverna del Re potrà accogliere senza limitazione di peso gli autocompattatori carichi di rifiuti di qualsiasi genere. Ci hanno raccontato delle cariche di un’ora prima, scatenate in seguito al passaggio di 42 autocompattatori diretti verso la discarica, ci hanno raccontato della lotta pacifica, della resistenza foto2310quotidiana, delle notti insonni.

Nonostante la situazione fosse pesante, gravosa, penosa, nonostante i cumuli neri che si intravedevano all’orizzonte poco lontano e i campi coltivati lì vicino, nonostante le facce stanche e le prospettive poco rosee, l’atmosfera, segnata e scandita dalla condivisione e dalla consapevolezza, era serena, pacifica.

Poi è bastato un attimo. Un attimo perché tutto si capovolgesse senza un motivo. Imbracciati gli scudi, i manganelli, abbassate le visiere dei caschi, lo Stato ha cominciato ad avanzare. E a spintonare, a respingere, a urlare, a picchiare.

Tutti noi eravamo lì increduli con le mani alzate a gridare “Percfoto2288hé?” Perché di colpo non ho più il diritto di manifestare pacificamente, di stare fermo su mezzo metro d’asfalto, di scambiare opinioni con altre persone, perché? Le mani continuavano a restare alzate, mentre molti di noi erano fermi immobili seduti a terra.

E ancora senza nessun motivo lo Stato alzava i manganelli colpendo indiscriminatamente chiunque gli si capitasse davanti e mandando all’ospedale tre manifestanti: un giovane, un anziano e una donna. 

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Una brutalità senza pari, senza logiche, senza spiegazioni che non è stata frutto della pazzia di un rappresentante delle forze dell’ordine o di una stereotipato e a volte strumentalizzato sadismo poliziesco ma dall’azione intimidatoria messa in essere dallo Stato. Organizzata da chi avrebbe l’obbligo di tutelare la vita di quegli stessi cittadini a cui a suon di manganellate e a colpi di scudo si vuol far credere che il miglior fertilizzante possibile sia rappresentato da quel rifiuto tal quale spostato frettolosamente dalle strade di Napoli per essere condotto alla discarica di Taverna del Re.

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Per tale motivo quando da spettatori o da diretti interessati vedrete le immagini di poliziotti intenti a sferrare colpi con il proprio manganello, cominciate ad associarli con i volti, le parole e le fisionomie dei sindaci, dei presidenti della Provincia di Napoli, dei governatori della Regione Campania, degli innumerevoli commissari speciali, dei Presidenti del Consiglio: a tutti gli effetti i reali mandanti delle continue carneficine che questa “nostra terra martoriata e stanca” subisce da decenni.

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taverna del re 1

taverna del re 2Redazione Freebacoli
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