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Lidia Macchi, 21 anni, 29 coltellate. 29 anni dopo, la verità

Nel 1987 non c' era Internet, non c' erano i cellulari, non c'era la Rete e allora come oggi, senza un motivo degno di umanità, una studentessa di nome Lidia Macchi fu uccisa il 5 gennaio con 29 coltellate: la sua storia, definita dalla stampa "cold case", era solo un ennesimo maledetto femminicidio: ora si sa, è stato arrestato un suo ex compagno di liceo, Stefano Binda.

All'epoca lavoravo e avevo già due figli e oggi ritrovo i fatti accaduti, che non sapevo, e la verità dopo 29 anni, chiesta senza soste dai suoi genitori.

Vinse Sanremo nel 1987 la canzone "Si può dare di più" e mi sono detta che valeva la pena almeno ricordarla così, scrivrendone a modo mio. Un abbraccio grande alla famiglia e ai suoi amici: « Si può dare di più, perché è dentro di noi, si può osare di più, senza essere eroi»

Lidia Macchi, studentessa di legge alla Statale di Milano, era andata a trovare una amica ricoverata per un incidente stradale, Paola Bonari, all’ospedale di Cittiglio, a 20 km dalla città lombarda, con la macchina del padre e non era più tornata a casa.

Dalla data della sua scomparsa, genitori, amici, compagni di Cl (era capo guida scout nella sua parrocchia) e forze dell'ordine l'avevano cercata ovunque fino a ritrovare il suo corpo in un bosco.

Le indagini dicono che Lidia è stata assassinata non in via Filzi ma in un altro luogo, a Cittiglio, lungo quella strada secondaria, è stata portata in un secondo momento. Non solo, la ragazza, al momento del ritrovamento del cadavere, è vestita «in modo inusuale», è scritto sul verbale, quasi fosse stata ricomposta dopo la morte. Lidia subì violenza sessuale che però venne consumata da qualche altra parte. Il cadavere venne infatto rivestito (infilando alcuni indumenti al contrario) e trasportato in quel bosco solo dopo che la sfortunata ragazza era stata violentata ed uccisa.

Secondo gli investigatori il 9 gennaio dell’87, giorno dei funerali della ragazza, Stefano Binda avrebbe inviato una lettera anonima a casa della famiglia Macchi intitolata «In morte di un’amica» che conteneva riferimenti impliciti e inquietanti all’uccisione della giovane: "Perché io, perché tu, perché le stelle sono così belle... In una notte di gelo la morte urla, grida d'orrore e un corpo offeso, velo di tempio strappato, giace... Consummatum est...Non è colpa mia, è la morte che ha voluto la sua vita. Io l'amavo, perdonatemi".

In fondo alla lettera un disegno simile a un'ostia.

Le indagini lambiscono il mondo cattolico della zona arrivando a sfiorare anche un sacerdote vicino a Cl. Grazie agli appelli della madre, nonostante il caso sia avvolto nel mistero, le indagini non finiscono nel dimenticatoio. Il latino e l'ostia sono stati probabilmente gli elementi che hanno fatto entrare in scena Don Antonio Contestabile.

Don Antonio Costabile era il responsabile del gruppo scout frequentato da Lidia Macchi e ha dovuto convivere con un ingiusto alone di sospetto che ha creato un grave danno alla sua immagine. La sua posizione è stata archiviata dalla Procura di Milano dopo che quella di Varese aveva "dimenticato" nei suoi cassetti il caso. Per anni i pm di Varese avevano indagato "informalmente" su di lui senza mai iscriverlo.

L'omicidio di Lidia Macchi, che aveva 21 anni, fu il primo caso in Italia in cui si ricorse al test del Dna. Allora l'esame veniva definito test per rilevare l'impronta genetica ("dna finger printing") e il materiale organico trovato sul corpo di Lidia venne mandato nel laboratorio inglese di Abingdon. Lo stesso laboratorio analizzò anche il sangue delle persone coinvolte nell'indagine.

Nel 2014 la svolta nelle indagini la Procura Generale di Milano prima ha tolto l'inchiesta dalle mani dei pm di Varese e poi l'ha chiusa accusando di omicidio volontario aggravato Giuseppe Piccolomo. Piccolomo era stato già condannato all'ergastolo per il cosìddetto delitto "delle mani mozzate", avvenuto sempre in provincia di Varese. Una perizia sui reperti ritrovati sul corpo e sull'auto di Lidia Macchi, però, ha portato nei mesi scorsi a scagionare Piccolomo.

Doriana Goracci

riferimenti :
http://www.ilgiorno.it/varese/lidia-macchi-arresto-1.1646563

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/delitto-lidia-macchi-dopo-trent-anni-un-arresto-e-l-ex-compagno-di-liceo_2154493-201602a.shtml

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