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Libertà per Leonard Peltier

Sono passati esattamente 40 anni: il 26 giugno 1975 avvenne nella riserva indiana di Pine Ridge il cosiddetto "incidente a Oglala", quando al termine di una lunga e terribile sparatoria morirono due agenti dell'FBI e un nativo della tribù dei Lakota.

 
In quegli anni gli indiani dell'American Indian Movement morivano come mosche, la tensione era altissima, soprattutto nel Sud Dakota, ma per quelle morti non vi erano né indagini né colpevoli o responsabili.

Leonard Peltier da 39 anni e mezzo è invece nelle carceri di massima sicurezza degli USA.

Sta pagando il prezzo delle lotte di quegli anni dell'American Indian Movement quando una parte degli indiani cercò di reagire, un'ennesima volta, di fronte ai soprusi e alle ingiustizie del governo degli Stati Uniti e delle multinazionali pronte a espropriare e sfruttare le terre dei nativi
 
Gli stessi giudici ammisero alla fine che non vi erano prove che fosse stato Peltier ad uccidere i due agenti dell'FBI, ma qualcuno doveva pagare, e Leonard Peltier con l'accusa di favoreggiamento entrò in carcere a 31 anni. Ora ne ha più di 70 e le sue condizioni di salute non sono certo buone. Secondo la legge statunitense potrebbe uscire a 92 anni.
 
Quando Bill Clinton, a fine mandato, stava per firmare la sua liberazione, 500 agenti dell'FBI manifestarono davanti alla casa bianca. Clinton non firmò. Solo una firma del presidente Obama può ridare la libertà a quest'uomo, il Nelson Mandela degli indiani d'America. I nativi di quel continente vivevano in equilibrio con la natura, furono massacrati, e tutte le ricchezze della terra e del sottosuolo furono preda degli uomini bianchi.
 
 
Chiediamo a tutti voi che state leggendo di fare in modo che il nome di LEONARD PELTIER torni a essere noto. Che si rompa il silenzio che permette che questa ingiustizia continui.
 
Libertà per Leonard Peltier, come per Mumia Abu-Jamal, malato grave, da 33 anni nelle carceri Usa.
(Questo testo l'ho trascritto da una mail privata ricevuta da Andrea De Lotto, insegnante italiano residente in Spagna, che da anni lotta per i diritti umani di persone come Leonard Peltier)
Doriana Goracci
 
Io sono chiunque
 
Io sono chiunque
sia morto
senza una voce
né una preghiera
né una speranza
né una opportunità...
Chiunque abbia sofferto
perché è indiano
perché è umano,
perché è indigeno, 
perché è libero,
perché è Altro
perché è impegnato....
Io sono chiunque di loro.
Ciascuno di loro.
Sì.
Perfino te.
Io sono ciascuno.
 
Leonard Peltier

 

Commenti all'articolo

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.16) 24 ottobre 2021 14:03
    Doriana Goracci

    A distanza di 6 anni da questo mio post, vi propongo una lunga lettera che ho ricevuto da Peppe Sini. Chi vuole può farne tesoro e sperare e tentare per la libertà di Peltier

    Alle persone di volonta’ buona, alle associazioni della societa’ civile, alle istituzioni democratiche chiediamo di scrivere lettere al Presidente del Consiglio del Ministri Mario Draghi affinche’ chieda al Presidente americano Joe Biden la grazia per Leonard Peltier.
    Alle persone di volonta’ buona, alle associazioni della societa’ civile, alle istituzioni democratiche chiediamo di sostenere l’iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo per la liberazione di Leonard Peltier.
    Alle persone di volonta’ buona, alle associazioni della societa’ civile, alle istituzioni democratiche chiediamo di comunicare la loro solidarieta’ a Leonard Peltier.
    Proponiamo di sottoscrivere ed inviare la seguente lettera:
    - al Presidente del Parlamento Europeo: [email protected],
    - al Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier: [email protected],
    - per conoscenza alle associazioni democratiche promotrici di questa iniziativa: [email protected], [email protected], [email protected]
    - ed ovviamente ai mezzi d’informazione ed agli altri interlocutori che riterrete interessati ad essere informati o ad aderire all’iniziativa.
    Oggetto: preghiera di rappresentare al Presidente degli Stati Uniti d’America l’opportunita’ di concedere la grazia a Leonard Peltier, difensore dei diritti umani da 45 anni detenuto innocente per delitti che non ha mai commesso
    Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
    l’Italia ospitera’ il 30 e 31 ottobre la riunione del G20 cui prendera’ parte anche il Presidente degli Stati Uniti d’America.
    Vorremmo pregarla di cogliere quell’occasione per rappresentare al Presidente statunitense l’opportunita’ di concedere la grazia a Leonard Peltier, l’illustre attivista per i diritti umani e la difesa della Madre Terra nativo americano da 45 anni detenuto innocente, condannato per crimini che non ha mai commesso.
    Come forse gia’ sapra’, il Presidente del Parlamento Europeo, l’on. David Sassoli, alcuni mesi fa ha annunciato pubblicamente la richiesta al Presidente degli Stati Uniti di concedere la grazia presidenziale che restituisca finalmente la liberta’ a Leonard Peltier.
    La richiesta di grazia promossa dal Presidente del Parlamento Europeo e’ sostenuta da prestigiosissime personalita’ dell’impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Gregorio de Falco, Nando dalla Chiesa, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d’Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano. 
    La medesima richiesta di liberazione di Leonard Peltier e’ stata espressa gia’ da decenni dal Parlamento Europeo con due risoluzioni del 1994 e del 1999, da organizzazioni umanitarie come Amnesty International e Human Rights Watch, ed anche da personalita’ benemerite dell’umanita’ intera come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Shirin Ebadi, Rigoberta Menchu’, Desmond Tutu, ed altri illustri Premi Nobel per la Pace.
    Ignoriamo se lei gia’ conosca la vicenda di Leonard Peltier e ci permettiamo quindi di riassumerla brevemente.
    Nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell’American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e’ ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo riconosciuto la sua innocenza ed ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false).
    Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin’s Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d’essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
    Si puo’ utilmente consultare anche il sito dell’"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
    Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
    come ha scritto il Presidente del Parlamento Europeo, l’on. David Sassoli: "Human rights must be defended always, everywhere", "i diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
    La liberazione di Leonard Peltier sarebbe una luminosa vittoria e una fonte di speranza per l’umanita’ intera, nessun essere umano escluso.
    Confidiamo nel suo persuaso impegno e nell’ascolto che alla sua parola il Presidente statunitense certamente vorra’ prestare.
    Distinti saluti,
    nome e cognome, luogo e data, recapito del mittente

    Una proposta de "La nonviolenza e’ in cammino"

    Viterbo, 23 ottobre 2021

    Mittente: "La nonviolenza e’ in cammino" e’ un notiziario telematico quotidiano che si pubblica da 22 anni, la sede e’ presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: [email protected]

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