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Liberiamoci dai populisti una volta per tutte

L'esempio che sta fornendo Tsipras è l'ennesima plastica dimostrazione che i populisti demagogici quando vengono chiamati a governare fanno giravolte imbarazzanti.

Alexis Tsipras ha vinto le elezioni in una Grecia straziata dalla cura quinquennale della Troika con una serie di promesse che, supportate dal suo estemporaneo ministro dell'economia Varoufakis (di recente dimessosi), avrebbero fatto uscire il paese dalla crisi.

Eccole raccolte in dieci punti:

1) Avviare una conferenza internazionale dei creditori per la cancellazione del debito sul tipo Germania 1953.

2) Cancellare la tassa sulla casa (Enfia) e innalzare a 12.000 euro l'esenzione fiscale.

3) Lotta all'evasione fiscale per il recupero in sette anni(?!) di 20 miliardi.

4) Aiuti ai poveri con elettricità gratuita e buoni pasto.

5) Ripristino della tredicesima.

6) Assistenza medica gratuita per le persone senza copertura assicurativa.

7) Pass gratuito per i trasporti per chi non ha reddito.

8) Rilancio dell'occupazione e delle imprese (soprattutto di giovani) con un investimento di 5 miliardi (ovviamnte finanziati da fondi Ue). 

9) Cancellazione dei licenziamenti facili da parte delle aziende.

10) Salario minimo portato a 751 euro mensili.

Che dire, un classico programma di sinistra che spezza la tradizione dei governi precedenti di destra, alquanto scialacquoni e malandrini, che hanno portato il paese sulla soglia del default.

Si noti tuttavia che nel programma non vengono minimamente citati i punti nevralgici che hanno portato la Grecia sull'orlo del baratro,ovvero : eccesso di pubblici dipendenti con pensioni e stipendi sproporzionati per gli standard economici greci, assenza di privatizzazioni, corruzione ed evasione fiscale dilaganti, sacche di privilegi estese alle classi più ricche (vedi esenzione per i potentissimi armatori greci, iva agevolata sul turismo delle isole ecc.. ).

Insomma il classico polpettone sinistroide che prescinde dal sano realismo e proietta l'elettore nel mondo di Fantasiland, dove i sogni diventano la panacea di tutte le disgrazie. Inutile dire che la vittoria elettorale è stata netta. Vittoria netta peraltro riconfermata nel recente inutile e politicamente insensato referendum popolare che lo stesso Tsipras ha organizzato per dare, secondo la sua visione bullesca e più da capo di un movimeto studentesco che da leader di un paese, un segnale alla Europa di Merkel e soci.

E pensare che altri populisti (ma non solo) di casa nostra alla Vendola, Grillo e Salvini, hanno celebrato il fatto come una "grande prova di democrazia". Una autentica pagliacciata messa in piedi per sfuggire alle responsabilità proprie di una classe dirigente chiamata alle decisioni per scaricarle sul popolo che diventa, per questi cantori di felicità a buon mercato, un fulgido esempio da seguire. Cito all'uopo un certo Antonio Albanese che nel suo programma elettorale, molto più sintetico ed accattivante "chiu pilu pe' tutti" , ha precorso ampiamente i tempi e ci fatto ridere (gratis).

Naturalmente non è ovviamente finita come Tsipras (e Varoufakis) avevano pensato e per evitare il salto nel buio della uscita dall'euro e forse dalla stessa Ue, avendo nel frattempo peggiorato ulteriormente la propria credibilità internazionle, adesso devono trattare su una base ancora più cogente per le esauste tasche greche.

Lo stesso Tsipras ha dovuto correggere la manovra di 8 miliardi precedente proposta dalla Ue, e rifiutata sdegnosamente, in una da 12 miliardi. Intanto la stima per il salvataggio della Grecia prospetta un ulteriore finanziamento di una settantina di miliardi di euro, ovviamente senza nessuna garanzia di restituzione, perché nel frattempo la geopolitica ha preso il sopravvento sulla economia e Barack Obama (gli USA sono il maggior azionista del FMI) non vede di buon occhio la Grecia entrare nell'orbita della Russia, con una Turchia alle porte che presenta molti rischi di legami con l'integralismo islamico.

E qui bisogna dire che Tsipras è stato buon giocatore, andando alla corte di Putin, per mettere in ambascie l'Occidente alle prese con la crisi ucraina, ma che rivela la vera natura di questo giovane signore che tratta i creditori da gentaglia di cui sbarazzarsi. La situazione al momento è in uno stallo e tutto potrebbe accadere nelle prossime ore. 

Tutto quanto detto al netto di una Europa germanocentrica che di errori e nefandezze ne ha compiute certamente a bizzeffe, che va sicuramente ripensata, ma che non autorizza a prendersi beffe di nessuno e tanto meno di chi ti presta soldi. 

La morale della storia è che l'unico modo per stanare il populismo demagogico è quello di votarlo e mandarlo al governo del paese. Siccome governare è ben altra cosa che sparare promesse (qualcuno le definisce cazzate) a gogò, con una faciloneria da maestri pifferari, l'unica soluzione è quella di scegliere la Lega di Salvini, se vogliamo la strada più tradizionale, oppure il rivoluzionismo sociale del M5S, certamente più mordente, e votarli in massa.

Diamogli una possibiltà e così evitiamo la stucchevole litania di anni di renzismo parolaio per poi arrivare alla stessa decisione.

Quindi votiamoli al più presto. Io propendo per il M5S, tanto sfasciare per sfasciare... almeno mi evito le felpe di Salvini.

 

Foto: Charles Clegg/Flickr

 

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