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Letterina a Gesù, nell’era di Facebook e della bolla finanziaria

 
Caro Gesù,
in questi tempi di computer, posta elettronica, messaggini, video conversazioni e chi più ne ha più ne metta, uno “scolaretto” che ha, da un pezzo, doppiato la boa dei sessanta, sente il bisogno di mandarti, alla vecchia maniera, due righe di sfogo e di petizione.

Mi rendo conto che, in presenza di un Destinatario Speciale che già sa tutto, cioè a dire conosce perfettamente i pensieri, le riflessioni più profonde, le ansie e le angosce, piccole e grandi, d’ogni essere, la mia iniziativa rischia di apparire ovvia e superata sin dalla sua incubazione, e però permettimi egualmente di snocciolarla e, pur nella sua pochezza, di manifestarla sino in fondo, per me stesso e, idealmente, anche per gli altri.

Nella “classe” di cui faccio parte, ci ritroviamo, ahinoi, più alunni discoli che bravi ragazzi, il Tuo registro è intensamente costellato di voti negativi e di note di biasimo. Rimane, nondimeno, strano che sia un allievo a voler sollecitare il Maestro ad intervenire, ma gli è proprio che non se ne può più.

Per la verità, mi sembra quasi di svolgere a ruota libera un tema senza traccia, in cui debbano trovare posto, sottoforma di confessioni, una gamma di consapevolezze dai contorni negativi e pesanti, anzi molto pesanti e perciò non sostenibili oltre.

La preghiera che Ti rivolgo, Gesù, è di ascoltare queste litanie di “mea culpa” ed istanze di intervento e di avvalorarle, interponendo, quindi, i Tuoi migliori uffici affinché, da parte della Superiorità che può senza alcun limite, se ne tenga conto e si dia seguito nel migliore dei modi.
Come Ti è dato di registrare ormai da lunga pezza, nella piccola Italia non cessano mai di inanellarsi tante discussioni e polemiche, talvolta divampanti, a proposito della cosiddetta procreazione assistita.

Coinvolgendoti in questa specifica faccenda, mi sento oltremodo piccolo e pure un po’ allibito: difatti, già due millenni addietro, proprio il caso del Tuo concepimento e della Tua nascita (con che sorta di “assistenza”!) è emerso come emblema e sintesi della problematica in questione, allora senza squilli di tromboni né scontri dialettici, ma semplicemente con l’ intonato concerto dell’annuncio degli angeli e del passaparola di poveri guardiani di pecore.


Fai, dunque, che – intanto su questo punto – le menti ed i cuori di oggi, astraendo dalle razze e dalle bandiere politiche ed ideologiche, arrivino a porsi sui giusti indirizzi e nella luce più chiara.
Ti sarà giunto, forse anche infastidendoti un tantino, l’ eco delle sequenze delle enormi trappole finanziarie (bonds Repubblica Argentina, My way, For you, obbligazioni Cirio e Parmalat, derivati bancari, titoli tossici, mutui subprime ), ordite da potenti banchieri e faccendieri senza scrupoli e poi disseminate da intermediari certamente non disinteressati, alla fine riverberatesi con lo svuotamento delle tasche e la vanificazione dei risparmi e delle stesse abitazioni di decine, se non centinaia, di milioni di utenti fiduciosi quanto sprovveduti.

Orbene, dinnanzi a tali eventi, caro Nazareno, senza voler male ad alcuno, ma semplicemente per monito e richiamo, non credi che sarebbe necessario qualche segnale? Perché non “trasformare” gli arroganti artefici di siffatte operazioni e sciagure dall’attuale condizione di grandi signori che non si fanno mancare nulla, e ai quali tutto è consentito, in innocui capri (sì, proprio i maschi delle capre), costretti a mantenersi nutrendosi esclusivamente dell’ erba di teneri pascoli?

Che ne pensi, poi, dei numerosi dittatori ed eversivi, malvagi e profittatori – certamente non solo i conclamati Bin Laden e Omar El Bashir, ma anche tutti gli altri senza nome ma parimenti deleteri - che imperversano sulla faccia della terra? Personalmente, nella mia “miseria” di scolaro discolo e quindi con meriti e credenziali carenti, vorrei auspicare che il comune Padre Eterno compisse il prodigio di convertire questi individui verso i lidi del buon vivere e del rispetto del prossimo, oppure, se la Sua volontà non dovesse volgersi in quel modo, che i medesimi, così come si verificò secondo la parabola evangelica del ricco possidente accumulatore di beni e dovizie, venissero “richiamati” lassù.

Infine, diletto Figlio, trascurando tanti altri affreschi stridenti e/o scrostati dello scenario contemporaneo, lascia che io deponga ai piedi del tuo scranno i più vasti e gravi problemi di oggi che tormentano la gente su scala planetaria : la guerra, la fame e la povertà. Qui, davvero, non si può andare avanti, con gli attuali sistemi e le isolate seppur lodevoli iniziative di carità ed assistenziali non ce ne usciamo. Ogni giorno si consumano milioni di autentici drammi: il Signore, da quando c’é la storia, dà generosamente il dono della vita a stuoli di creature per le quali, però, a motivo degli stenti e della miseria o addirittura per assoluta mancanza di cibo e di acqua, l’avventura esistenziale viene a chiudersi troppo presto e tristemente.

Mi pare che, allo stato delle cose, a meno che dall’Alto non si voglia disporre miracolosamente e in modo incontrovertibile l’ equa distribuzione sul globo di tutti i beni e risorse necessari, permettendo che ciascun individuo possa accedervi e disporne liberamente, vi sia un’ unica iniziativa idonea a modificare l’attuale standing di discriminazione e di ingiustizia sociale. Il Padre – come era solito fare in talune occasioni agli albori della creazione – si manifesti con il Suo volto corrucciato, ma nello stesso tempo premuroso, alla vista degli esseri umani, affacciandosi, ad esempio, dal cerchio di una Luna piena sullo sfondo della volta azzurra e ammonisca coloro i quali posseggono mezzi oltre il necessario, nessuno escluso, a condividere categoricamente le risorse con i fratelli che ne sono privi, ponendo così fine alla fame, alla sete e alla miseria.

Io credo che un “invito” del genere troverebbe molto ascolto ed avrebbe un seguito ed effetti positivi più concreti rispetto a qualunque serie, anche se ripetuta e consistente, di iniziative e promozioni caritatevoli, ispirate dagli uomini, a favore del prossimo .

Scusami, Gesù, se oso raggiungerTi con un fardello di istanze abbastanza pesante. Ma, attraverso il presente percorso, so di mettermi in buone mani.
 
 

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