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 Home page > Tribuna Libera > Lettera aperta al Santo Padre Benedetto XVI

Lettera aperta al Santo Padre Benedetto XVI

Egregio Santo Padre, 

sono un lettore attento di ogni suo scritto e le riconosco una conoscenza dottrinale ammirevole, che non è frutto di testa, ma anche di cuore, non si può arrivare al dono delle lingue soltanto con la testa, ma occorre avere anche cuore. Ho letto con molta attenzione la lettera che ha inviato al Meeting di Comunione e Liberazione, e l’ho trovata molto bella, di una profondità e di una spiritualità unica,il tema era interessante. ”L’uomo ha sete di infinito ma cerca in direzioni sbagliate” e le sue riflessioni, come sempre, immettono nell’aria energia positiva.

Per un attimo, preso dalle sue belle parole, ho dimenticato il contesto a cui erano rivolte. Parlare dell’uomo e del suo anelito all’infinito, significa innanzitutto riconoscere il suo rapporto costitutivo con il Creatore. L’uomo è una creatura di Dio. Oggi questa parola – creatura – sembra quasi passata di moda: si preferisce pensare all’uomo come ad un essere compiuto in se stesso e artefice assoluto del proprio destino. La considerazione dell’uomo come creatura appare «scomoda» poiché implica un riferimento essenziale a qualcosa d’altro o meglio, a Qualcun altro – non gestibile dall’uomo – che entra a definire, in modo essenziale, la sua identità; un’identità relazionale, il cui primo dato è la dipendenza originaria e ontologica da Colui che ci ha voluti e ci ha creati.

Eppure questa dipendenza, da cui l’uomo moderno e contemporaneo tenta di affrancarsi, non solo non nasconde o diminuisce, ma rivela, in modo luminoso, la grandezza e la dignità suprema dell’uomo, chiamato alla vita per entrare in rapporto con la Vita stessa, con Dio. ”Belle parole Santo Padre, le sue sono cibo per l’anima”. Riconoscere di essere fatti per l’infinito, significa percorrere un cammino di purificazione da quelli che abbiamo chiamato «falsi infiniti», un cammino di conversione del cuore e della mente.

Occorre sradicare tutte le false promesse di infinito che seducono l’uomo e lo rendono schiavo. Per ritrovare veramente se stesso e la propria identità, per vivere all’altezza del proprio essere, l’uomo deve tornare a riconoscersi creatura, dipendente da Dio. Ma a un certo punto, quando lei ha cominciato a parlare di Don Giussani, ho avuto il risveglio e mi sono chiesto, "Ma di cosa sta parlando? E a chi sta parlando?” Scopriamo così la dimensione più vera dell’esistenza umana, quella a cui il Servo di Dio Luigi Giussani continuamente richiamava: la vita come vocazione.

"Ogni cosa, ogni rapporto, ogni gioia, come anche ogni difficoltà, trova la sua ragione ultima nell’essere occasione di rapporto con l’Infinito, voce di Dio che continuamente ci chiama e ci invita ad alzare lo sguardo, a scoprire nell’adesione a Lui la realizzazione piena della nostra umanità”, e qua è scattato il risveglio interiore. Caro Santo Padre, non crede che oggisia necessario fare delle scelte a favore della vita e che riconoscere gruppi che fanno della scalata al potere e dell’asservimento ai potenti sia un qualcosa di losco e di offensivo nei confronti della vita? Cosa centra comunione e liberazione con le sue parole? E cosa centrano le celebrazioni fatte a rappresentanti di questo Governo Killer con le sue parole? Un ministro che fa delle trivellazioni selvagge una via di sviluppo per il paese (io sono rimasto ancora all’amore verso il creato e le creature), un Presidente del consiglio e i suoi ministri che confondono la vita con lo spread e con il fiscal compact, delle persone (comunione e liberazione) che pensano soltanto ad arruffianarsi i potenti e a occupare tutti gli spazi possibili e immaginabili.

Di quale finito e di quale infinito parliamo Caro Santo Padre? Bisognerebbe avere il coraggio di dire che la vita è una cosa seria, che l’amore o il senso dell’altro o lo si ha o non lo si ha. Questo mondo così com’è non va più e bisognerebbe fare una scelta: o da parte della vita o da parte dei predatori.

Caro Santo Padre, da lei come autorità morale, parte del mondo si aspetta molto, e si aspetta molto da lei anche la natura, l’ambiente. Stanno distruggendo tutto, iniziando dagli ideali, dai valori, ma non è arroccandosi a delle posizioni, vedi aborto, omosessualità e altro che si difende la vita, occorre fare delle scelte, e la prima scelta da fare, caro Santo Padre è quella di difendere creato e creature e di convincere tutti per formare un mondo migliore, di tutti e non un mondo in mano a quello 0,000% che fa quello che vuole, che dispone delle persone in base ai propri sporchi interessi, che distrugge la vita, in qualsiasi forma si presenti per il proprio sporco business. Chi si schiera a favore di questo mondo, non è certo un seguace di Cristo, e non è certo seguace di nessun Dio, è soltanto un predatore,che confonde la vita con il suo essere limitato.

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