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Le sparizioni forzate in Messico. Ni vivos Ni muertos

 

 

Il 6 gennaio del 2015 ho letto su il Post che in Messico 5mila persone sono scomparse nel 2014. Pochi giorni fa ho avuto il grande piacere di rivedere Federico Mastrogiovanni, l’amico giornalista e autore del libro nonchè del documentario “Ni vivos, ni muertos“, che tratta il tema delle sparizioni forzate in Messico attraverso ricerche ed interviste ai familiari delle vittime, ad attivisti e funzionari pubblici.

 

Ha presentato il suo nuovo libro e documentario, realizzato con Luis Ramírez Guzmán, dopo circa 3 mesi che 43 studenti della Escuela Normal Riural di Ayotzinapa, in Guerrero sono scomparsi nel nulla per poi ritrovare i resti di uno di loro. "...Nel corso degli ultimi otto anni in Messico ci sono state più di 27.000 sparizioni forzate. Il lavoro di inchiesta di Federico Mastrogiovanni, giornalista italiano che vive in Messico, durato tre anni, è più che mai attuale in un paese in cui 43 studenti della Escuela Normal Rural "Raul Isidro Burgos" del municipio di Ayotzinapa, a Iguala nello stato del Guerrero, dal 26 settembre scorso sono "desaparecidos". Stavano raccogliendo fondi per poter partecipare alla manifestazione commemorativa del 2 ottobre a Città del Messico. giornata in cui si ricorda il massacro di centinaia di studenti avvenuto nel 1968 nella piazza di Tlatelolco. Il 26 settembre la polizia interviene, uccide 3 ragazzi, ne ferisce 25 e ne fa sparire 43. Sarebbero diventati maestri delle comunità indigene..."

Dunque senza mezzi termini Federico Mastrogiovanni ci racconta che dal 2006 ad oggi, sono scomparse più di 30.000 persone. Sono le desapariciones forzadas, una strategia del terrore condivisa dalle varie "forze dell' ordine" messicane e i governi locali e nazionali, guarda caso dove le zone sono ricche di risorse energetiche. Federico Mastrogiovanni prende poi in esame in una seconda intervista, anche quei poveri disperati migranti che vogliono passare negli Stati Uniti, e subiranno un viaggio nell' inferno, fatto di violenza, sequestri, traffico di organi, per arrivare in un' altra terra simbolo per loro di libertà. Nel prologo di Jaime Avilés viene scritto che Federico Mastrogiovanni "osserva che la sparizione forzata non è un evento casuale ma è una vera e propria strategia del terrore funzionale allo Stato, e attraverso la quale si favorisce la criminalità organizzata e addirittura le compagnie petrolifere transnazionali. Tutto sembra indicare - si segnala in una deriva inquietante del libro - che la situazione qui è peggiore che in quella della Germania di Hitler, quando è stato attuato il piano di sterminio denominato "Notte e nebbia".

Amnesty International ebbe a dichiarare:" Secondo il rapporto dell'organizzazione, in Messico qualsiasi persona può essere vittima di una sparizione forzata. Si potrebbe trattare di persone provenienti da strati sociali e professioni differenti, la maggior parte sono uomini con età che oscilla tra i 17 ed i 50 anni. "Molte vittime stavano percorrendo tragitti abituali, quando furono obbligati a fermarsi da uomini armati o forze dell'ordine nei controlli. Alcune erano appena uscite da casa per raggiungere un negozio vicino o per andare a trovare un amico, ma non sono più ritornate. Altre hanno partecipato ad attività criminali, nelle quali a volte erano implicati funzionari pubblici. Ed in alcuni casi le vittime erano proprio agenti di polizia o soldati. In altri casi, la polizia obbligò le vittime a fermarsi accusati di aver commesso infrazioni stradali, false, e venivano consegnate a bande criminali o ad altre forze dell'ordine", segnala Amnesty. Tra i desaparecidos ci sono anche alcune donne, persone in viaggio d'affari fino a persone sequestrate mentre cercavano i familiari o amici scomparsi. L'organizzazione ha documentato anche alcuni casi di migranti messicani e centroamericani che sono scomparsi mentre tentavano di arrivare alla frontiera con gli Stati Uniti.

Amnesty afferma che nella maggior parte dei casi non vi sono né responsabili identificati né detenuti, a causa di mancanze nelle indagini."Dovuta alla quasi completa impunità, della quale approfittano gli autori di questi crimini, i motivi che sono alla base delle sparizioni non sono chiari. Ciònonostante, gli indizi a disposizione suggeriscono diverse possibili motivazioni, tra loro: riscatti, estorsioni, furti, scambi di persona, regolamenti di conti tra bande, rappresaglie per non cooperare con altre bande, reclutamenti forzato, tratta di persone, interrogatori di sospettati, persone detenute per essere coinvolte con presunte bande avversarie o per terrorizzare le comunità e facilitare il controllo del quartiere", dice. Malgrado il disinteresse delle autorità, le famiglie indagano sulla scomparsa dei loro famigliari rischiando la loro vita. I parenti che cercano i loro desaparecidos, sono vittime, in molte occasioni, di minacce di morte."
In una recensione al documentario, Manlio Converti scrive: "Mentre la Sony si inventa una guerra informatica mondiale per promuovere un film di cassetta che ironizza sul feroce dittatore coreano meno serio del mondo, un giornalista italiano ha messo a repentaglio la propria vita per girare un documentario e pubblicare un libro, sulla tragedia dei desaparecidos messicani: Ni Vivos, Ni Muertos...No, non vedrete mai al cinema Ni Vivos Ni Muertos, a differenza di quello mainstream inutilmente anti-coreano della Sony, ma lo potrete comodamente scaricare dalla rete, nella speranza degli autori e mia che tutti possano sapere quanto accade in Messico, perché venga fermata e perché non si ripeta anche da noi la stessa ed ogni assimilabile tragedia.". 

Credo e spero in una conferma, che il libro di Federico Mastrogiovanni, Ni vivos ni muertos , sia presto tradotto in italiano per la casa editrice Derive e Approdi. Spero anche che arrivi il mio grande abbraccio fino in Messico, a lui e alle tante, purtroppo tante, famiglie delle vittime.
Doriana Goracci

 

 

Federico Mastrogiovanni è un giovane giornalista italiano che vive e lavora in Messico da diversi anni. Si è occupato di organizzazioni e comunità indigene, movimenti sociali e ambientali, immigrazione, violazione dei diritti umani e politica in Messico e in America latina per diversi media internazionali (rivista Latinoamérica, Radio Svizzera Italiana, il Fatto Quotidiano, Carta, Radio France Internationale, il Manifesto, Milenio Settimanale e Gatopardo) E’ stato inviato speciale durante il colpo di stato in Honduras nel 2009 e il terremoto di Haití nel 2010.Ora collabora con articoli e reportage con la rivista Variopinto e il quotidiano brasiliano Opera Mundi. Con Luis Ramírez è autore del documentario “Ni Vivos Ni Muertos” sulle sparizioni forzate.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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