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Le palle che ci raccontano sul mondo del lavoro

“100 lezioni di coaching per liberarci dai luoghi comuni e diventare imprenditori di noi stessi” di Lorenzo Paoli, (Editore Vallardi 2012, €12.00, 228 pp)

Occupazione, tappe della vita, carriera, genitori, amici, docenti, colleghi e molti consigli sul mondo del lavoro con generalizzazioni negative e frasi sconsolanti che peggiorano l’idea dell’impiego nella società e impoveriscono l’animo degli aspiranti lavoratori con informazioni pessime e obsolete. Il libro sulle “palle sul mondo del lavoro”, vuole essere una guida utile, secondo l’autore, Lorenzo Paoli, scrittore, imprenditore e formatore su temi di start-up d’impresa e coaching, per ridisegnare il proprio percorso di carriera e un approccio mentale più snello sul tema del lavoro autonomo. Parlare dei comuni concetti avvilenti legati alla concezione del lavoro e proporre in pillole consigli per diventare imprenditori di se stessi è la missione del libro.

L’autore elenca nel libro i pregiudizi sul lavoro più comuni e negativi raccontati con convinzione nei molti dialoghi tra adulti e tra questi e i giovani che si affacciano nel mercato delle professioni, bloccando il loro effetto avvilente e deprimente attraverso maggiore informazione e aggiornamento del “sapere” e valorizzando la passione del “saper fare”. Ad esempio l’autore L. Paoli propone: “via le palle” sulla realtà che non può cambiare, sul lavoro che non è un piacere o che si lavora per lo stipendio, su come iniziare a cercare lavoro. Racconta delle “palle” sul mondo della finanza, sul talento e competenze, sulle passioni e il lavoro dei propri sogni, sulle opportunità della vita, sul cambiamento impossibile e la flessibilità che è precarietà. Sartori si sofferma nel suo libro sul successo e il fallimento personale, sugli atteggiamenti tipici di chi lavora, sul fatto che a torto si considera che “imprenditori si nasce” e che non c’è il tempo di fare altro.

L’autore scrive attingendo dalla sua esperienza personale dove ha incontrato difficoltà nel trovare e poi cambiare lavoro e smonta le false ideologie sul lavoro che annienta la libertà, l’energia e l’autonomia personale per realizzarsi, invece, come uomini e professionisti. In tempo di crisi occupazionale, leggere qualcosa che sappia fornire al lettore uno sguardo più aperto sulla bellezza che può dare l’impegno al lavoro, vissuto in modo meno conflittuale e con rinnovata cultura, può aiutare a riordinare la partecipazione di ognuno in un contesto aziendale, istituzionale e civico, in termini di partecipazione al benessere economico e sociale dell’intera Nazione.

Il libro offre l’occasione per scardinare dal concetto del lavoro la violenza culturale con la quale paura, rischio e precarietà annientano le nuove generazioni e avviliscono i più “anziani” che sentono di non potere fare più nulla se non attendere la pensione. Lavorare per piacere e non per schiavitù è la strada possibile che racconta questo libro, a condizione che si sgombri la mente da tutto ciò che ha inquinato la concezione nobile del lavoro in Italia. Nelle 100 schede di strategie, riflessioni e spunti su esperienze, situazioni e problemi lavorativi, nel libro si analizzano in ognuna di queste le convinzioni e i pregiudizi ricorrenti che bloccano l’esplorazione più libera dell’individuo su possibili soluzioni alternative di lavoro, inserendo lezioni di coaching da personalizzare da sé agendo con la costanza e i primi passi da compiere verso la giusta direzione di maggiore apertura mentale sul tema del lavoro.

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