• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Le mie prigioni, pardon pensioni

Le mie prigioni, pardon pensioni

Bloccare la indicizzazione al costo della vita delle pensioni oltre i mille euro è stata una vigliaccata del governo dei banchieri, al punto di far sgorgare lacrime persino al ministro relatore.

Più che illuminati accademici bocconiani i cosiddetti “tecnici” assomigliano molto a pedanti ragionieri che cercano di far quadrare i conti squilibrati da politici cialtroni che hanno gonfiato fino a 1900 miliardi di euro il debito pubblico, usandolo per ottenere il consenso elettorale, con sprechi, favoritismi, pensioni di invalidità fasulle, opere pubbliche iniziate e mai finite, ruberie, che si manifesta oggi con 80 miliardi di euro l’anno di interessi da pagare a banche e privati che detengono i certificati del debito.

Nessuna economia può resistere e tanto meno svilupparsi con questo peso sulle spalle e temo che non bastino i ragionieri a trovare un rimedio. Sulla controversa questione pensionistica ci vorrebbe una apertura mentale più ampia e considerare che, aumentando fino a 66 anni l’età per avere la pensione, avremo i vecchi al lavoro e i giovani a spasso e questo significa anche innescare un conflitto generazionale e un futuro di incertezze.

Ragionare nei termini di una società più sana e più giusta ci dovrebbe portare ad uscire completamente dal sistema contributivo (complesso, costoso e aggredibile dalle truffe), per passare ad una pensione sociale individuale uguale per tutti, al compimento dei 60 anni (quantificabile in mille euro di oggi), lasciando la totale libertà a chi desidera restare al lavoro di farlo (senza percepire la pensione).

Non sono in grado di stimare se sarebbe un sistema più o meno costoso di quello attuale, sicuramente sarebbe più giusto e darebbe a tutti la possibilità di vivere dignitosamente la vecchiaia. I datori di lavoro avrebbero una forte semplificazione della loro burocrazia. Per i giovani molti posti di lavoro disponibili; per le assicurazioni private un sicuro aumento di contratti per pensioni integrative.

Per l’Istituto di Previdenza Sociale, oltre a un severo servizio ispettivo per evitare che chi lavora percepisca la pensione sociale, si dovrebbe immaginare un ruolo più marcato per le pensioni di invalidità, una unificazione con l’INAIL per le pensioni da infortuni sul lavoro, la erogazione di assegno sociale ai disoccupati e cassa integrazione.

Fine delle pensioni d’oro, fine delle pensioni multiple, fine dei vitalizi ai deputati, fine degli imbrogli e dei mancati versamenti dei contributi, emersione di un sistema che può essere compreso da chiunque senza scomodare i cervelloni bocconiani. Una cosa è sicura, che la questione delle pensioni unisce destra, sinistra e centro nel far restare il sistema come è, e trovo questa pseudo sinistra particolarmente vigliacca e paurosa di governare (quando tutti i sondaggi la davano vincitrice in caso di elezioni), timorosa di parlare di patrimoniale, di fare leggi draconiane sulla evasione fiscale e su tagli drastici alle spese militari e ai privilegi economici del Vaticano.

Destra e sinistra sono scappate dal governo e intendono far fare il lavoro sporco ai banchieri e ai ragionieri, sperando che rimettano insieme i pezzi dell'economia e dei conti, in attesa di ricominciare come prima a distruggere l’Italia.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares