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 Home page > Attualità > Ambiente > Le fonti di energia rinnovabili sono ecologiche?

Le fonti di energia rinnovabili sono ecologiche?

Di solito si associa il concetto di fonti di energia rinnovabili con il rispetto della natura, ma, se proviamo ad approfondire la questione, ci accorgiamo che è vero solo in parte.

Prima di tutto, quali sono le fonti rinnovabili e quale energia producono?

Si intendono per rinnovabili le fonti che non sono soggette ad esaurirsi, come i combustibili fossili (uranio compreso), dei quali esiste sulla Terra una scorta limitata, che, prima o poi, si esaurirà.

I principali generatori di energia elettrica da fonti rinnovabili disponibili in Italia sono le centrali idroelettriche, i generatori eolici, i pannelli fotovoltaici che sfruttano la radiazione solare, le centrali solari termiche, che sfruttano il calore solare concentrato tramite specchi e le centrali termiche a biomasse (rifiuti e materiale vegetale).

L'energia elettrica, però, rappresenta solo una parte minoritaria dell'energia che consumiamo. Il resto è energia termica per il riscaldamento e la trazione, oltre ad altre voci minori, che si ottiene bruciando combustibili. Le fonti rinnovabili per questo tipo di energia sono i biocombustibili; soprattutto etanolo (alcole) e olio combustibile vegetale, ottenuti dalla coltivazione di piante adatte.

Come si vede, le ricerche di fonti rinnovabili non hanno come obiettivo la salvaguardia dell'ambiente, e, meno che mai, della natura intesa come biodiversità, ma solo quello di avere nuove fonti di energia da usare quando i combustibili fossili saranno finiti.

E l'ambiente, dall'uso di queste fonti, ci guadagna o ci rimette?

Sicuramente ci guadagna riguardo al processo di riscaldamento del pianeta; infatti, non bruciare combustibili fossili porta due vantaggi. Il primo è che la Terra non è più essa stessa un generatore di energia, ma ricicla soltanto quella ricevuta dal sole; il secondo è che non si produce più CO2 di quella assorbita, e quindi non si ostacola l'irraggiamento verso il vuoto cosmico (effetto serra).

Per quanto riguarda la conservazione della natura per finalità estetiche, culturali e scientifiche, le cose non vanno altrettanto bene.

Infatti, le centrali eoliche e solari occupano territorio e interferiscono pesantemente con la biologia di uccelli, insetti e altri animali, oltre che con il paesaggio. Le centrali idroelettriche comportano l'inondazione di intere vallate cancellando biotopi a volte unici.

Ma le fonti di energia rinnovabile veramente disastrose per la natura sono le colture destinate alla produzione di biocombustibili e di biomasse da bruciare nelle centrali termiche. Infatti, per produrle si devono trasformare in terreni agricoli i pochi terreni incolti rimasti e, se non bastano, si abbattono boschi e foreste. E' quello che sta succedendo in Madagascar, Amazzonia e altre regioni tropicali dove si sta abbattendo la foresta per sostituirla con coltivazioni di soia, granoturco, palma da olio e simili. Da notare che, trattandosi di coltivazioni non destinate all'alimentazione umana, in questi terreni è lecito usare qualsiasi tipo di fertilizzanti, pesticidi e OGM, purché la produttività sia massima.

In conclusione, è vero che le fonti rinnovabili non contribuiscono sostanzialmente al riscaldamento globale ed è vero che ci permetteranno di avere ancora energia disponibile anche dopo l'esaurimento dei combustibili fossili, anche se non per sempre.

Infatti, quando tutti i terreni disponibili saranno stati messi a coltura, la produzione di biocombustibi toccherà un tetto non superabile e bisognerà comunque pensare a risparmiare energia. Produrre carburanti (idrogeno e metano) attraverso l'elettrolisi infatti è utopistico, perché non avremo mai energia elettrica sufficiente.

E a quel punto i terreni incolti, i prati, i boschi saranno quasi scomparsi e il territorio sarà tutto coltivato e privo di vita selvatica (wildlife); i panorami saranno modificati dalle pale rotanti e ci sarà stata un' estinzione di massa di specie animali e vegetali.

Quindi, al di là delle associazioni furbesche e interessate di parole, rinnovabile non è affatto sinonimo di "verde" e tanto meno di "rispettoso della natura". Rinnovabile significa solo che non si esaurirà insieme ai combustibili fossili e che non contribuisce al riscaldamento del pianeta. La natura, certamente, non ringrazierà.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.56) 5 maggio 2011 16:36

    E’ un’articolo , con qualche imprecisione , che però mette in evidenza alcuni aspetti che normalmente non vengono considerati , soprattutto dai talebani ecologisti.

    Come imprecisioni intendo che l’uranio non rientra nei fossili anche se , giustamente come sostiene l’articolista , è ad esaurimento ,che l’energia elettrica non è una parte minoritaria dei consumi totali di energia . Poi c’è anche da dire che anche i biocarburanti producono grande quantità di CO2 e che l’idrogeno non può essere assimilato ad una fonte energetica ,richiedendo più energia per produrla di quella che restituisce. (vettore energetico).
    Tuttavia il senso dell’articolo è assolutamente condivisibile . Idroelettrico, geotermico ,solare ed eolico impattano pesantemente sull’ambiente , non ci sono dubbi . Basta andare a vedere .C’è però la considerazione di fondo che i rischi ,idroelettrico escluso , non sono ,nel caso di incidenti gravi ,confrontabili con fossile e nucleare , il cui indice di pericolosità intrinseco è enormemente più elevato . D’altra parte esiste una dipendenza lineare tra rischio intrinseco (indice di pericolosità) e indice di efficienza produttiva . "Bruciando "(per rimanere in equivalenza di combustibile) il sole o il vento si produce energia molto inferiore che non bruciando un fossile od un combustibile nucleare (dove il rapporto con il fossile è addirittura di 1 a 1 milione) . Quindi energia " sicura " è sinonimo di bassa " resa" . E’ un po’ come dire che girare in bicicletta è molto meno pericoloso che guidare una formula 1.Poi questo non vuol dire in assoluto che anche una moderna centrale nucleare può essere a rischio bassissimo , parliamo in termini di intrinsicità .
    La scelta da fare quindi è se puntiamo sulla sicurezza o sulla abbondanza di energia prodotta e quindi su costi più bassi del KWh.. Da questa scelta dipende anche il nostro futuro industriale e quindi economico. 
    Ma la sostanza è che solare , eolico e geotermico non possono sostituire in toto fossile e nucleare ,possono integrare ma non sostituire , per i motivi di impatto ambientale che sostiene l’articolista e anche per la periodicità della produzione(basso fattore di carico). Chi dichiara il contrario parla a vanvera e dispiace vedere politici come Di Pietro cadere in queste stupidaggini .Dai verdi come Bonelli invece non mi aspetto niente di più.

    ciao

  • Di (---.---.---.32) 18 giugno 2012 17:42

    SAREBBE PERTANTO RAGGIONEVOLE E INDISPENSABILE PENSARE AD UNA SOCIETA’ CON DIVERSI PARAMETRI A QUELLI IN ESSERE.

    L’ AUTODISTRUZIONE NON SEMBRA POSSA ACREDITARSI COME UNICA VIA SIA SOCIALMENTE CHE TECNOLOGICAMENTE PROPONIBILE ED AVANZATA. 

    BEN VENGANO COMUNQUE LE FONTI RINNOVABILI CON MINORE IMPATTO AMBIENTALE (PRICIPALMENTE QUELLE DERIVANTI DAL SOLARE ED EOLICO) ANCHE SE NON RISOLUTIVE A CONFRONTO DELLE ESIGENZE REALI E DI QUELLE SOCIALMENTE CREATE.

    BENE L’INCENTIVINO ALLA RICERCA IN QUESTA DIREZIONE. SI DEVE RIPENSARE AI BISOGNI FONDAMENTALI ED A I VALORI CHE CI VENGONO PROPOSTI.

    LA SOSTENIBILITA’ INCLUDE ALTRI PARAMETRI APPARENTEMENTE NON CORRELATI ALL’IMPIEGO DELL’ENERGIA, CHE AUSPICO POSSANO IN BREVE ESSERE PRESI IN CONSIDERAZIONE. SONO FATTORI DI CARATTERE CULTURALE E DI VALORI INDIVIDUALI E COLLETTIVI. 

     

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