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Le amministrative e il futuro della (nostra) democrazia

«Joseph Schumpeter (…) sostenne che la caratteristica di un governo democratico non è l’assenza di élites ma la presenza di più élites in concorrenza tra loro per la conquista del voto popolare», scrive Norberto Bobbio ne Il futuro della democrazia. Ed è la frase migliore, credo, per descrivere la tornata elettorale di ieri. Perché oggi abbiamo compreso che il rischio non è l’assenza di élites che vagheggia Grillo, o almeno non lo è ancora, ma l’assenza di élites diverse che siano realmente in concorrenza tra loro per la conquista del maggiore consenso.

Oggi Pd e Pdl sono sembrati davvero due facce della stessa medaglia; una pax lettiana celebrata ai quattro venti e addirittura annunciata a mezzo intervista ieri mattina, quando Gasparri teneva a precisare sul Corsera che a prescindere dal risultato i due volti della maggioranza non si sarebbero presi a schiaffi. Comunque fosse andata, avrebbe vinto il governo Letta. E infatti il messaggio confezionato è stato questo: sezionare ogni singolo capello del Movimento 5 Stelle e prodursi in ampie dosi di dileggio per l’incapacità politica di Grillo (ma sono le stesse persone che non ne hanno visto l’ascesa, a farlo), e stendere un velo di tepore e sonno sopra i risultati dei partiti di governo. Come nulla, nessun risultato, avesse potuto scalfirli. E del resto, così era. Così è. Questa è la tragedia dell’orrendo teatro messo in scena dalla coalizione di governo: che per fingere non ha nemmeno più bisogno di mentire.

È sufficiente dire le cose come stanno: che a prescindere dal risultato elettorale, nulla sarebbe cambiato. Grillo, di conseguenza, diventa l’unica notizia. E sappiamo quanto piaccia ai media e alla politica vendicarsi di chi li abbia satiricamente e politicamente massacrati per mesi. Il voto amministrativo diventa a questo modo un tracollo politico che lascia presagire la fine dei Cinque Stelle. Che sospetto essere molto lontana. Prima di tutto perché i presagi vengono da chi di Grillo non ha compreso mai nulla. Ma anche perché a mancare è l’alternativa politica. Per questo non penso sia la fine dei Cinque Stelle, né sarebbe un bene se i Cinque Stelle finissero. Perché si aprirebbe un vuoto ancora più incolmabile nella rapporto di rappresentanza – e dunque di fiducia – con le istituzioni.

Già ieri a Roma un cittadino su due non ha votato, e nel Paese i partiti – dice l’Istat – fanno 2,3 su 10 nella scala della fiducia. Domani, con questi partiti ancora uguali a loro stessi (o uguali e basta), e con una forza di opposizione ridotta al nulla gli spazi di dissenso democratico e il diritto di cittadinanza dei temi (alcuni fondamentali, altri di semplici buonsenso) capaci di raccogliere il 25,5% dei voti solo tre mesi fa si ridurrebbero ulteriormente. Le élites, inevitabili (e Casaleggio farebbe bene a prenderne atto il prima possibile), sarebbero ancora meno. E difficilmente sarebbero «in concorrenza tra loro per la conquista del voto popolare», come prescrive Schumpeter. Con ciò che ne consegue per il poco che resta della nostra democrazia.

Perché Pd e Pdl fanno, insieme, una élite. Ma una, appunto.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.50) 28 maggio 2013 19:24
    Sandro kensan

    Grillo scrive nel suo blog:

    Non è corretto attribuire il (mancato) voto di ieri al M5S ai pennivendoli che da dopo le elezioni politiche diffamano h24 il M5S sui giornali e su tutte le reti televisive, notoriamente di proprietà dei partiti. Non è giusto. Il risultato delle elezioni comunali non è stato frutto di cittadini disinformati. Al contrario, il voto, in quanto comunale, vicino alla realtà quotidiana, è stato dato in piena coscienza. Non si tratta di italiani che hanno sbagliato per consuetudine o per dabbenaggine, ma di persone pienamente responsabili della loro scelta. Non diamo la colpa ai giornalisti o ai talk show, per favore.

    Possono aver inciso, ma non più di tanto. Il 50% o poco meno non ha votato. Il rimanente è andato alle coalizioni di Pdl e pdmenoelle e in parte al M5S. Capisco chi ha votato, convinto, per il condannato in secondo grado per evasione fiscale e chi ha dato la sua preferenza ai responsabili del disastro dell’ILVA, del Monte Paschi che hanno come testimonial il prescritto Penati. Capisco chi ha mantenuto la barra dritta e premiato i partiti che succhiano i finanziamenti pubblici e non chi li ha restituiti allo Stato. Vi capisco. Il vostro voto è stato pesato, meditato.

    Esistono due Italie, la prima, che chiameremo Italia A, è composta da chi vive di politica, 500.000 persone, da chi ha la sicurezza di uno stipendio pubblico, 4 milioni di persone, dai pensionati, 19 milioni di persone (da cui vanno dedotte le pensioni minime che sono una vergogna).

    La seconda, Italia B, di lavoratori autonomi, cassintegrati, precari, piccole e media imprese, studenti. La prima è interessata giustamente allo status quo. Si vota per sé stessi e poi per il Paese. Nella nostra bandiera c’è scritto "Teniamo famiglia". In questi mesi non ho sentito casi di funzionari pubblici, pluripensionati o dirigenti di partecipate che si siano suicidati. Invece, giornalmente, sfrattati, imprenditori falliti, disoccupati si danno fuoco, si buttano dalla finestra o si impiccano.

    Queste due Italie sono legate tra loro come gemelli siamesi, come la sabbia di una clessidra. L’Italia A non può vivere senza il contributo fiscale dell’Italia B, ma quest’ultima sta morendo, ogni minuto un’impresa ci lascia per sempre. Vi capisco comunque, la pensione, in particolare se doppia o superiore ai 5.000 euro, è davvero importante. Lo stipendio vi fa sopravvivere, che sia pubblico o politico non ha importanza. Il M5S ha commesso errori, chissà quanti, ma è stato l’unico a restituire, nella Storia della Repubblica, 42 milioni di euro allo Stato, a tagliare lo stipendio dei parlamentari e a destinare i tre quarti di quello dei consiglieri regionali siciliani alla microimpresa. L’Autunno Freddo è vicino e forse, per allora, l’Italia A capirà che votando chi li rassicura, ma in realtà ha distrutto il Paese, si sta condannando a una via senza ritorno. Vi capisco, avete fatto bene.

    Ps: Ringrazio tutti coloro che hanno "rischiato" dando il loro voto al M5S che avrà a seguito di queste elezioni dove si presenta in 199 comuni, in quasi tutti per la prima volta, circa 3/400 nuovi consiglieri, raddoppiando quelli attuali.

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