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Le allucinanti reazioni dopo il ricordo del 70esimo della Liberazione di Trieste dal nazifascismo

 
Che il primo maggio a Trieste sia rovente è incontestabile, e non è un caso che in questa città non ci sia ancora una via dedicata a tale giornata, che a Trieste non è solo la festa dei lavoratori, ma anche, per buona parte della comunità, il ricordo della liberazione dal nazifascismo che avverrà per mano di quelle truppe, che erano alleate, che hanno vinto la seconda guerra mondiale, cosa che viene sistematicamente ed in malafede rimossa dalla memoria collettiva, ovvero l'esercito di liberazione jugoslavo ed i partigiani Jugoslavi. 
 
Durante questo primo maggio 2015, vi era il coro partigiano triestino Tržaški Partizanski Pevski Zbor Pinko Tomažič amatissimo, vi erano un paio di bandiere che ricordavano la Jugoslavia, vi erano un paio di bandiere che ricordavano la Brigata Garibaldi. E vi è stata una condivisione per tutto il corteo per alcuni aspetti anche sorprendente. E poi, la reazione.
 
Il tempo di metabolizzare è stato preceduto dal solito sventolare di una decina di tricolori. Già. Nel mentre del corteo del primo maggio, dove la bandiera Jugoslava e quella della Brigata Garibaldi sono presenti da diversi anni che io sappia, ed è anche fatto naturale visto che si parla di formazioni che hanno lottato anche per il riscatto dei lavoratori contro gli oppressori, in una piazza che costeggiava il percorso del tradizionale corteo del primo maggio, sventolavano le bandiere d'Italia, per tutelare il nazionalismo, male d'Europa, male dell'unità dei popoli, che ancora esiste e persiste. 
 
Come è noto, in questo Paese, tutto è stato perdonato all'Italia, i crimini verranno dimenticati, nascosti, minimizzati, da carnefice diventerà vittima, crimini nazisti e fascisti verranno ricollegati ai partigiani, la rivoluzione socialista diventerà massacro contro gli italiani, i 42 giorni di socialismo a Trieste diventeranno il periodo più criminale che l'Italia conobbe nella sua "innocente" storia, più criminali del fascismo e del nazismo messi insieme. Ed ecco che ti capiterà di leggere alcuni brevi scritti, da persone non qualsiasi, commentando foto ove vi era sia la bandiera Jugoslava a Trieste che il coro partigiano triestino “che però vengono permessi anche raduni neo- nazisti...” oppure da altri che “il Primo Maggio invece è iniziata l'occupazione slavo comunista che per atrocità contro i triestini ha fatto passare i nazisti per crocerossine..”.
 
Sorvolando su insulti, offese, intimidazioni e minacce, pervenute, per non parlare delle offese razziste riemerse contro gli sloveni. Sloveni e Croati conosceranno il loro riscatto proprio grazie alla resistenza, dopo la pulizia etnica attuata dal fascismo, penso ai campi di concentramento fascisti presenti in Italia, ma non solo, Sloveni, Croati ed Italiani, che si ritroveranno nei valori dell'antifascismo, supereranno, riscopriranno l'unità tra i popoli, quella che i fascisti nel nome della razza italica non volevano ed hanno impedito. Ma a tutto ciò si aggiungono due mozioni presentate in Consiglio Comunale a Trieste, in relazione ai fatti del primo maggio, ove si poteva leggere che è stato "sventolato tricolore italiano imbrattato con una stella rossa”, insultando dunque la bandiera della Brigata Garibaldi, oppure che la presenza della bandiera Jugoslava è “segnale di regresso civile, culturale e politico” od ancora che è sintomo di “apologia della dittatura titina” e per questo si voleva impegnare il Comune di Trieste a sollecitare “con fermezza le organizzazioni sindacali a non consentire mai più la loro esposizione durante eventi dalle stesse organizzati e vietare manifestazioni ove sia presente la bandiera Jugoslava”. Roba da non credere. Eppure queste mozioni sono state presentate.
 
Pare ovvio che il Comune, qualsiasi esso sia, non può e non deve interferire nelle dinamiche sindacali, di un corteo che non è certamente di proprietà di una sigla sindacale, giusto per specificare, ma eterogeneo e tra le altre cose, per quanto riguarda il primo maggio, vista la storia di Trieste, non coinvolge solo sindacati, ma diverse realtà dall'antifascismo, appunto, all'antirazzismo, al pacifismo, ed ovviamente e non potrebbe essere altrimenti, anche chi celebra la liberazione di Trieste dal nazifascismo, avvenuta il primo maggio del 1945. Fatto incontestabile, indiscutibile e se qualcuno non lo accetta deve farsene una benedetta ragione. Perché quel giorno è stato il riscatto di comunità che per anni, tra nazionalismo, fascismo e nazismo, hanno subito barbarie inaudite, hanno subito la privazione della loro libertà di essere sloveni o croati, ad esempio. Ma vi è stata anche una seconda mozione, ove oltre alla solita litania, che vuole la riproposizione della immancabile versione storica, ovvero i soliti cattivi jugoslavi e la persecuzione verso gli italiani la cui “sola “colpa” era di essere Italiano od ancor peggio di non essere filo jugoslavo”, si è chiesto l'intervento delle Autorità competenti, tramite intervento del Comune, “per verificare l'eventuale contestazione di reato, identificandone gli autori, e qualora ne sia verificata l'esistenza richiede la massima vigilanza affinché non possano essere più perpetrati in simili occasioni”.
Ovviamente se non sei in linea con tutto ciò vieni etichettato come negazionista. Eppure la storia è molto più complessa ed articolata rispetto a quella banale semplificazione, che si continua a proporre, che poi non corrisponde neanche al vero. 
 
Ma perché questa reazione, questa attenzione, questa indignazione, non emerge quando a Trieste vi sono manifestazioni fasciste o neofasciste? Ed infine, sono il primo a riconoscere il fatto che si debba andare avanti, ma avanti si può andare, quando la si smetterà di calunniare la memoria di chi ha lottato contro il nazifascismo, quando la si finirà di sostenere, politicamente, istituzionalmente ed anche economicamente, realtà che nel revisionismo storico ci nuotano. 
E queste reazioni sono il frutto di un concezione storica che certamente non aiuta il pieno perseguimento della pacificazione, non sociale, ma tra i popoli, necessaria per opporsi ai nazionalismi, male d'Europa. Una cosa è certa, il prossimo primo maggio 2016, sarà certamente caldo.

MarcoBarone

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