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Le 55 ore di Parigi per riabilitare la sicurezza: da fallimentare ad eroica

 
Le 55 ore di Parigi hanno colpito nella memoria collettiva e non passeranno invano. Una mattina, non più qualunque, di questo 2015, subito dopo le festività, colpi di Kalashnikov realizzeranno quello che in Europa mancava, l'11 settembre. 
Matite paragonate alle Torri, Paesi ove la libertà di stampa, pur sussistendo, ma con forti limitazioni, vengono elevati a simbolo della libertà di stampa, l'Europa, tutta, pur continuando da anni, Italia in testa, ad adoperarsi per sanzionare, censurare, reprimere ogni voce di dissenso al sistema, si scopre d'incanto paladina della libertà di stampa e di pensiero. Un luogo sconosciuto ai più, una rivista caduta nel dimenticatoio generale, salvo forse a Parigi, Charlie Hebdo, diventerà il simbolo dei simboli, ma solo per qualche ora, perché poi tutta l'attenzione cadrà sulla caccia all'uomo ed anche alla donna, a quanto pare. Ciò perché doveva darsi precedenza assoluta, priorità assoluta al ribaltamento della situazione. Il fallimento del sistema preventivo di sicurezza francese doveva diventare eroismo. E l'immagine simbolo, per diverse ore sarà il poliziotto ucciso a sangue freddo, poi si parlerà ancora di una poliziotta uccisa, dei vignettisti e collaboratori, sembra non interessare più a nessuno, c'è tempo per loro, il momento che conta, quello che deve contare, nel tempo della frenesia, della memoria breve, è la riabilitazione integrale del sistema di sicurezza francese.
90 mila uomini all'assalto. Due uomini in fuga.
Ad ogni passaggio di serena vedrai gli occhi di alcuni giornalisti illuminarsi di euforia. Sembravano bambini senza controllo. L'ebrezza dell'azione. Poi, quando arriveranno gli elicotteri, delirio totale con un tocco di delusione, perché il gioco di guerra era già finito. La famosa guerra in casa, la desiderano, pur senza sapere un cazzo della guerra.
 
E' accaduto di tutto, ma veramente di tutto, un tutto che neanche nei film si è mai visto ma non è detto che non lo si vedrà, in futuro. Indirizzo sbagliato, scarpa persa, carta d'identità stranamente smarrita, determinante per rintracciare coloro che fino all'ultimo respiro verranno definiti dalla stampa internazionale come "sospettati" della strage di Charlie Hebdo e non con un secco "autori", come farà invece, tanto per cambiare, quella italiana. Intanto la loro vita verrà data in pasto ai media, tutti diventeranno esperti di terrorismo, tutti generali di guerra pur non essendo in guerra, almeno per ora. Poi tra fughe, incidenti, fumo e sparatorie e addirittura ostaggi che ostaggi non saranno, tenteranno la fuga, pur avendo detto che non avrebbero ammazzato civili ed il pensiero non può che cadere su coloro che in questo frangente sono stati dimenticati, i morti di Charlie Hebdo, erano o non erano civili? Erano soldati, forse, senza saperlo?

E si faranno ammazzare.
 
Parallelamente a ciò arriva anche il colpo alla comunità ebraica. Un supermercato, ostaggi, azione che, a quanto pare, è diretta a vendicare il comportamento dei sionisti contro i palestinesi, qualche giornalista dirà che l'arma usata sarà ( beffa?) di origine israeliana, il mistero della presenza di una donna, prima presentata come ostaggio, con una foto arrivata chissà da dove, poi come complice alla fine come compagna di quel tipo che si farà ammazzare fuggendo con le mani in testa nelle braccia dei poliziotti, ma ad accoglierlo ci sarà una pallottola, anzi, forse anche più di una. E poi la duplice rivendicazione, ci sarà Al Qaeda in Yemen e l'Isis, due realtà in competizione, ma che rivendicano lo stesso gesto. Nella follia totale e globale questa non poteva mica mancare. Patriottismo, vigilanza, unità ed eroismo, queste saranno le parole d'ordine di un Presidente Francese che è stato riabilitato in una situazione di emergenza straordinaria dopo un suo inesorabile declino. 
 
55 ore per sanare la gran figura di merd, per usare un termine francese, appunto, del sistema di prevenzione francese ed europeo, 55 ore per ribaltare il fallimento in eroismo, tanto il tempo per ricordare le vittime di tutto ciò vi è e vi sarà, o no? E la verità? 
Beh, per questa forse non è detto che il tempo ci sarà.
 
Marco Barone 
 
Foto: Guillaume Galmiche, il suo sito è qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.10) 11 gennaio 2015 19:37

    L’altra notte delle matite spezzate

    E’ riuscito il blitz di un commando militare ("militare" e "terrorista" indubbiamente sinonimi...) con la Morte vuole il libero pensiero tacitare... Le armi in pugno rendono i volti coperti anonimi...

    Obiettivo: la satira, che è una mia via maestra... Obiettivo: "il Vero contro il credo"... In modo crudo. Gongola lo sciacallo, in sua esultanza mal’destra. Reagisce lo Stato: "Eliminate tutti! Passo e chiudo!"

    Non deve finire così! Non può finire in un cliché: "oriente contro occidente" e nuova crociata indetta! Ancora scimitarra e durlindana: en garde, touche! La guerra è merda, non santa: sporca e maledetta!

    Il nemico è il fondamentalista di tutte le fedi che vuole cancellare chi non è cieco come lui... http://www.sharedits.net/M-Ebooks-E...

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