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La vita possibile: Margherita Buy e Valeria Golino dirette da Ivano De Matteo

Moltissimi dei film italiani recano nelle didascalie di presentazione la dicitura “film d’interesse culturale”, forse è questo che fa loro guadagnare il credito d’imposta. Nel caso di questo film si potrebbe molto dire “film d’interesse emozionale”, o commerciale, o pubblicitario, a giudicare dalle emozioni assicurate e da tutti i ringraziamenti che reca nei titoli di coda, a case di moda ed entità e autorità varie.

Un’altra vita è possibile. E’ già molto adulto per i pensieri che esprime, per la solitudine che sa sopportare e per il rapporto coi grandi che cerca, il 13enne Valerio: si tratta in realtà del 14enne attore Andrea Pittorino, che ha già un lungo curriculum di prestazioni davanti alla macchina da presa (da quando aveva 4 anni!). Interessanti, più delle protagoniste - le consumate professioniste Buy e Golino, una è la madre di Valerio, l'altra è l'amica presso la quale si rifugiano – i due stranieri con cui ben presto Valerio si rapporta meglio, a Torino dove si è trasferito con sua madre, che non poteva più fronteggiare le violenze del marito: Larissa che si prostituisce nel parco, la davvero bella bielorussa Caterina Shulha , affettuosa sotto la sua scorza dura, e Mathieu (Bruno Todeschini), un passato da calciatore, ora barista, uno di cui fidarsi. Questi due quasi esprimono l’accontentarsi di poco, una vita minima, e pertanto più vicini agli esseri umani, degli stranieri nostri ospiti.

E’ un film dove sono riconoscibilissimi i buoni e i cattivi, non c’è partita, vincono i primi senz’altro, sebbene nella realtà questa classificazione non sia così netta. E che il bene prevalga e che i buoni restino coi buoni è suggellato dall’inno finale alla vita di Shirley Bassey (toh, chi si risente!): Ah la vita, che cosa di più bello esiste al mondo e non ce ne accorgiamo quasi mai.

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