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La vicenda libica svela l’inganno del teatrino egiziano. Una dittatura che se isolata va KO

La vicenda libica è probabilmente l'emblema di cosa sia l'Egitto. Si inscena una rappresentazione teatrale della banalità della geopolitica mediterranea. I libici che si oppongono al governo riconosciuto a livello internazionale di Tripoli invocano l'intervento di Al Sisi.

E qui parte la seconda parte del teatrino. Al Sisi riceve la telefonata del suo amichetto Trump, che in America ha i mesi contati prima di essere fatto fuori politicamente.
Trump in sostanza gli ordina di risolvere la questione politicamente e di non fare casini in Libia. Nessuna guerra contro la Turchia. Intanto, Biden, il futuro presidente americano, attacca Al Sisi dicendo che è finito il momento degli assegni in bianco. Al Sisi, mette in funziona la sterile macchina del parlamento egiziano, come se in una dittatura il parlamento avesse qualche ruolo, e a porte chiuse manda un messaggio al mondo ed alla Turchia. L'Egitto autorizza l'invio di truppe a sostegno di Haftar, che per inciso non è sostenuto dall'Italia, che appoggia sì e no Al Sarraj. Ed in tutto questo cortocircuito l'Italia continua a portare avanti la commessa della vergogna con la dittatura egiziana armandola e diventando il principale fornitore di armi per Al Sisi.
 
Al Sisi mostra i muscoli, fa esercitazioni, fa discorsi all'esercito, al suo esercito, tra i dieci più potenti al mondo, quello che sta tenendo in ostaggio cento milioni di persone in Egitto. Dice che la zona rossa è Sirte. Intanto anche l'altro amichetto di Al Sisi, Putin, gli ordina di non fare casini in Libia. L'Europa, totalmente inutile, ha perso già da tempo la sua credibilità con l'Egitto, da quando ha fatto risoluzioni inapplicate contro l'Egitto, e anzi ha dovuto subire la contro mossa egiziana, che ha rotto diplomaticamente i rapporti con l'Europa, non inviando un proprio rappresentante ad un meeting internazionale europeo, passando da carnefice a vittima, come sempre hanno fatti i fascisti nel corso della loro storia. In sostanza l'Egitto è il teatro dell'inganno.
 
Un teatro beffardo, che prende in giro il mondo, e noi qualcosa la sappiamo da più di quattro anni sull'omicidio di Stato di Giulio. Un Paese che se isolato a livello internazionale, semplicemente crolla. Quindi altro non resta che da constatare che se l'Egitto può permettersi di andare avanti con la dittatura di Al Sisi, dei militari al potere, è perchè ciò è voluto a livello internazionale, tanto dagli USA, quanto dai Russi, i cinesi non sono ostili, e diversi sono i Paesi europei, Italia, Francia e Germania, in testa a sostenere la dittatura nata dopo le rivolte stravolte del 30 giugno del 2013. Cosa che viene anche rivendicata senza tanti misteri da parte degli egiziani stessi. Questa è la realtà delle cose. Quello che ci si deve chiedere è se con la vittoria di Biden, cambierà il corso degli eventi in Egitto, visto che qualche segnale c'è, oppure sarà la solita operazione gattopardiana.

mb

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