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La verità del recupero crediti telefonico. Sfruttamento e dignità sepolta

Consiglierei la lettura a tutti coloro che ricevendo una chiamata dalle tante società di recupero crediti, si chiedono chi ci sia dall'altra parte.

Buongiorno a tutti.

Quella che vado a raccontarvi è la mia personale esperienza lavorativa durata tre anni e conclusa con un "recuperi poco e te ne vai a casa".

Ho 42 anni e una laurea in giurisprudenza. Separata e mamma di due bambine, ritrovandomi in seria difficoltà, risposi ad un annuncio di lavoro inviando il mio c.v. Dopo un colloquio conoscitivo mi fu affidato il compito di contattare telefonicamente clienti morosi di una nota società.

La tipologia contrattuale, il solito contratto a progetto. La realtà ben differente.

Turni prestabiliti di 6 ore al giorno mattutini o pomeridiani, ma imposti dall'inizio dal mio responsabile. Paga oraria di circa 4.50 lordi l'ora. Provvigioni sul totale che andavo a recuperare del 5%. I primi mesi una vera e propria tragedia, con buste paga che sfioravano i 500 euro tassate in modo incredibile. Nei mesi successivi cominciò ad andare meglio, con quasi mille euro al mese nette.

Così è continuata per 3 anni. Ovviamente non mi dilungo sul fatto che né le ferie erano pagate e né potevo permettermi di ammalarmi. Tutti coloro che hanno avuto a che fare con le società di recupero crediti, dovrebbero considerare che chi è dall'altra parte ha un compito difficile in un momento difficile. E se si insiste, si utilizza un tono pressante, è soltanto perché l'esattore se non recupera tanto rischia di non mangiare e di essere buttato fuori dall'azienda.

Quattro mesi fa, a causa di problemi di salute, ho cominciato ad assentarmi comunicando all'azienda le mie difficoltà. Inizialmente accondiscendenti, un mese fa mi hanno chiamata a rapporto.

Non potendo buttarmi fuori senza un motivo (per la paura di una mia eventuale azione), mi hanno imposto di lavorare in un orario per me impossibile. Ho fatto presente che, all'ora di pranzo devo essere a casa per preparare il pranzo alle bimbe e occuparmi di loro.

La risposta è stata una.

O così o vai a casa.

Sono andata a casa preda adesso di una profonda depressione. Vogliate concedermi questo sfogo e condividere la mia storia. Queste cose devono finire e se è vero che i contratti a progetto sono fuorilegge, si facciano i controlli e non si consenta più a questi "imprenditori" di calpestare le dignità individuali.

Sono disperata, grazie ad un sistema compiacente che non vigila e non controlla. Mi hanno suggerito di far causa all'azienda. Per ottenere cosa? Precludermi una futura possibilità lavorativa.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.102) 13 marzo 2013 12:41

    Ho avuto anch’io la sua esperienza lavorativa, fortunatamente in un periodo diverso e meno brutto di questo. 

    Era la fine degli anni novanta, e io ero solo uno studente che cercava di pagarsi un cinema, la pizza e le vacanze, ma il call center era pieno di padri e madri che avevano perso il lavoro (anche allora se ti mandavano a casa a 40 anni trovare un altro posto era molto difficile) e la mia aria serena e positiva contrastava con le loro preoccupazioni. Non mi rendevo conto.
    Sono passati 15 anni e la situazione è molto peggiorata, e non poteva che essere così, perché non si è fatto abbastanza per contrastarla.
    Cerchi di farsi forza, ha tutto il mio rispetto e la mia comprensione.



  • Di (---.---.---.28) 13 marzo 2013 17:49

    Buonasera a tutti, sono un titolare di società di gestione del credito e quindi anche di servizi di recupero crediti, e Credo che non bisogna stigmatizzare tutto il sistema Recupero Crediti e sapere che in Italia, esistono tante realtà , grandi e piccole che lavorano con serietà e che hanno un codice deontologico serio, che rispettano anche nei confronti di tutti i collaboratori, siano essi stagisti, a progetto o assunti a tempo indeterminato.

    Purtroppo nel articolo non dice in che zona abita o che vorrebbe lavorare, ma se vuole può contattarmi via mail , che nel possibile si possono trovare soluzioni lavorative, sia nel campo recupero crediti o in lavori similari.

    Ricordiamo sempre che a volte basta avere il coraggio di CREDERCI E DI CHIEDERE,

    e che la provvidenza a volte arriva.

    [email protected] 

    • Di Maria (---.---.---.167) 25 ottobre 2016 23:07

      Posso capirti a pieno e consentimi lo sfogo. La mia esperienza é iniziata 4 anni fa in una delle più nominate aziende di napoli,ero nuova in questo campo,ho lasciato gli studi a 4 esami dalla laurea ,poiché mio padre si è ritrovato disoccupato a 55 anni ,e i miei risparmi sono serviti a portare avanti la crisi economica della mia famiglia. Fortunatamente ho scoperto una propensione e passione in questo lavoro, e oltre a piacermi ciò che faccio ,era gratificante economicamente guadagnava intorno ai 1000/1200 euro al mese (9 ore al giorno e due sabato obbligatori contratto di collaborazione ) . Non mi sono mai lamentata poiché il lavoro mi serviva ,ma le condizioni di lavoro erano terrificanti, sembrava che tutto era dovuto, che quasi quasi ad una che come me fattura va 10000 euro solo di spese di recupero, stessero facendo un favore a tenere li. Un giorno ,stanca di tutto provo a chiedere un aumento,non essendo stata accontentata e conoscendo le miecapacità ,e stufa di un ambiente dove nessuno era felice decido di cambiare. Vengo immediatamente assunta dall’ex socio del mio primo titolare e ho peccato di ingenuità poiché dovevo aspettarmi che la mela non cade mai troppo lontana dall’albero ... collaborazionI che schiacciano la dignità personale ,un insulto al tempo libero ,alla famiglia, ad una vita decorosa, quando mi sono sentita dire "se vuoi guadagnare ed ambire a pratiche buone devi stare a genio a ... devi trattenerti più delle 8 ore in ufficio ,insomma qui la meritocrazia non esiste " sono scappata . Ritrovatami senza lavoro decido di dedicarmi a me stessa ,mi faccio una bella vacanza (dato che negli ultimi 4 anni mi erano state imposte ferie assurde non retribuite e non scelte da me ) . Sono caparBia e tenace ,non mi arrendo e seppur convocata dal primo titolare che voleva farmi rientrare nella sua azienda mi guardo in giro ... giurando a me stessa che ritornerei li solo se fossi al verde,fortunatamente non credo di trovarmi ci mai. .. ma in giro si trova sempre la stessa cosa . Ora lavoro ,6 ore,sempre lo stesso contratto ...ma con la differenza che ho giurato a me stessa di abbandonare il luogo di lavoro non appena sento che la mia persona venga psicologicamente maltrattata. Beh che dire complimenti a chi governa questo gran paese di merda che non lascia spazio ai giovani che come me sono disposti a farsi un mazzo in 4 ma se moralmente eticamente contrattualmente e renumerativamente soddisfatti!

  • Di (---.---.---.186) 13 marzo 2013 19:42

    Provvigioni sul totale che andavo a recuperare del 5%.???

    FORTUNATA!!!!

    Senza fisso e con provvigioni dell’1.10%!!!!!!!!!!!!!

     

     

  • Di (---.---.---.152) 14 marzo 2013 08:36

    fare nomi delle aziende no?

  • Di (---.---.---.82) 17 marzo 2013 17:23

    Forse ha ragione xxx.xxx.xxx.28, forse non si dovrebbe generalizzare, forse ci sarà anche l’1% che fa le cose nel modo giusto. Purtroppo le realtà positive (anche se fossero maggioranza) non fanno notizia come quelle negative.

    Una cosa è certa. Dovresti fare causa. Altrimenti inutile parlare. Le realtà negative si moltiplicheranno grazie al silenzio tuo e di quelli che hanno paura come te. E di realtà negative te ne ritroverai davanti sempre più. Con la tua complicità. Altro che precluderti un’altra possibilità lavorativa. Hai studiato giurisprudenza. Sai cosa significa. Purtroppo quello che accade è perché viene permesso. Prima di tutto da noi. Non prendiamocela solo con i politici. Facciamo un esame di coscienza. Qual è la nostra responsabilità?
    Inoltre scrivere un articolo è un’arma se si fanno i nomi dell’azienda (come dice anche xxx.xxx.xxx.152). Altrimenti sono chiacchiere da passeggio e lasciano il tempo che trovano. Perché non usare i mezzi che abbiamo? Anche le parole, la voce, nel modo giusto. Hai i mezzi. Le capacità anche culturali. Sfruttale. Ti prego. Per te. Per il mondo in cui vivi. Per i tuoi figli.
    Si dice (non trovo il riferimento esatto) che Martin Luther King abbia detto:
    "Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla"
    Se non lo ha detto con le parole lo ha praticato con la sua vita.
    In bocca al lupo.

    giuseppe fusco
  • Di (---.---.---.82) 17 marzo 2013 17:29

    Forse ha ragione xxx.xxx.xxx.28, forse non si dovrebbe generalizzare, forse ci sarà anche l’1% che fa le cose nel modo giusto. Purtroppo le realtà positive (anche se fossero maggioranza) non fanno notizia come quelle negative.

    Una cosa è certa. Dovresti fare causa. Altrimenti inutile parlare. Le realtà negative si moltiplicheranno grazie al silenzio tuo e di quelli che hanno paura come te. E di realtà negative te ne ritroverai davanti sempre più. Con la tua complicità. Altro che precluderti un’altra possibilità lavorativa. Hai studiato giurisprudenza. Sai cosa significa. Purtroppo quello che accade è perché viene permesso. Prima di tutto da noi. Non prendiamocela solo con i politici. Facciamo un esame di coscienza. Qual è la nostra responsabilità?
    Inoltre scrivere un articolo è un’arma se si fanno i nomi dell’azienda (come dice anchexxx.xxx.xxx.152). Altrimenti sono chiacchiere da passeggio e lasciano il tempo che trovano. Perché non usare i mezzi che abbiamo? Anche le parole, la voce, nel modo giusto. Hai i mezzi. Le capacità anche culturali. Sfruttale. Ti prego. Per te. Per il mondo in cui vivi. Per i tuoi figli.
    Si dice (non trovo il riferimento esatto) che Martin Luther King abbia detto:
    "Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla"
    Se non lo ha detto con le parole lo ha praticato con la sua vita.
    In bocca al lupo.

    giuseppe fusco
  • Di (---.---.---.154) 18 marzo 2013 08:00

    Confermo quanto riportato nell’articolo.

    Io ho 38 anni, mamma di un bambino e lavoro per una società di recupero crediti romana, la Serfin.

    Le condizioni di lavoro riportate nell’articolo corrispondono a grandi linee alla realtà che vivo tutti i giorni.
    • Di Leo (---.---.---.80) 23 ottobre 2017 08:05

      La serfin é una banda di criminali, così come tutte le società di recupero crediti, io sono in guerra con fastweb perche mi ha truffato, e la serfin si permette di minacciarmi imponendomi di pagare quello che non devo... Io sto procedendo per vie legali con fastweb ed ora tiro in ballo anche la società presso cui lavori tu... Senza offesa, fate un lavoro di merda,

  • Di (---.---.---.161) 19 marzo 2013 13:10

    Fare i nomi delle aziende significa venire licenziati per poi constatare l’impossibilità che qualcuno ti riassuma dopo che si è "sparsa la voce"

    MARCO BIAGI ha fatto un grande favore agli imprenditori disonesti di questo schifo di società

    Un lavoratore a progetto NON HA DIRITTI

    E’ soltanto un numero

    CHE SCHIFO...

     

     

     

     

  • Di Xxxxxxxxxxx (---.---.---.89) 20 marzo 2016 18:53

    Quando sento dire non bisogna generalizzare, mi incazzo. Sicuramente anche il signore che si millanta benefattore e dice che esistono realtà deontologicamente ortodosse contrattualizzerà i suoi dipendenti a 3,5 euro lorde ora. La paga minima che si dovrebbe corrispondere è 6,88 l’ora, ma chi lavora dentro un re upero crediti sa che i capi hanno grandi macchine di serie limitata e, se non ti sfruttano fino all’osso, non se le possono permettere. Concordo con il fatto che il 5% di recuperato sia abbastanza alto, poi bisogna vedere cosa si recupera, se contratti truffa o fatture scadute. Conosco quasi tutte le società di recupero crediti di Roma, compresa la sirfin, e tranne una che si trova a tiburtina, sono la stessa solfa. Abusano dei contratti a progetto perchè il turn over all’interno di questi postacci e assurdo. Molte di queste società hanno aperto filiali in Albania o Romania, perchè pagano di meno i dipendenti così gli introiti aumentano. Quindi la remunerazione di questi lavori in Italia sta subendo la concorrenza di albanesi e di rumeni. La conseguenza è che oggi se lavori nel recupero è possibile che neanche un fisso orario venga corrisposto e Renzi con il contratto di collaborazione continuativa ha reso tutto ciò lecito. Quindi non dimenticate che i proprietari di agenzie di recupero crediti sono cravattari e sfruttatori, che violano decine di diritti costituzionali e di queste aziende tutte uguali possono esistere solo i meno peggiori. L’unica riga di speranza e di augurio va a quella mamma ha perso lavoro.

  • Di jady (---.---.---.137) 19 ottobre 2017 17:30

    La conosco questa azienda, ho fatto formazione per 2gg e sono scappato e trovi sempre annunci che cercano gente.

  • Di paola (---.---.---.74) 14 febbraio 2019 12:56

    anch’io ho lavorato per ques’azienda per un po’ di tempo. a parte le persone della formazione che ho trovato disponibili e sempre cortesi, ed i ragazzi dell’amministrazione precisi e puntuali, tutto il resto mi ha dato proprio fastidio, se non urtato. poca disponibilità del team leader che mi avevo affiancato. mancanza di rispetto e nessun tipo di feedback con il mio operato. dopo aver richiesto il telelavoro ho percepito una mancanza di voler comunicare con me. alle continue richieste di contatto non ho mai ricevuto risposta. poca professionalità

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