• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > La verità ci fa bene!

La verità ci fa bene!

Siamo talmente abituati a nutrirci di balle, omissioni, falsificazioni, menzogne, deformazione culturale operata dalla pubblicità che tutti i giorni ci indottrina per farci consumare cose nocive e inutili, che la verità nuda e cruda dei reali rapporti tra Stati ci coglie impreparati e ci destabilizza.

Molto meglio le illusioni e le non notizie dei telegiornali che i documenti riservati offerti da Wikileaks, che ci costringono a pensare e ci fanno un po’ meno sudditi, ma tutte queste verità sono pesanti, noi italiani non ci siamo abituati.

C’è chi minimizza, c’è chi drammatizza, c’è chi considera il capo di Wikileaks un criminale, chi un liberatore, ma una cosa è certa: un effetto è stato ottenuto, saranno molti di meno quelli che crederanno alle parole delle classi dirigenti politiche. Molti si convinceranno che i regimi che si definiscono democratici in realtà usano metodi illegali, spionistici, si ricattano a vicenda, non hanno alcuna etica e mettono gli affari al primo posto.

La vicenda delle 11 navi militari veloci fornite dall’Italia all’Iran, mentre a parole aderiva all’embargo e si scandalizzava per il programma nucleare iraniano, provano la cinica doppiezza dei nostri politici che non potranno mai più recuperare credibilità.

Tutte le notizie importanti, quelle fondamentali per capire come stanno le cose, sono negate dai mezzi di comunicazione di massa e solo facendo ricorso a Internet, con parecchie difficoltà, il cittadino può arrivare ai dati sensibili.

Oggi la vita di molti Stati europei è in mano alle banche e alla speculazione finanziaria internazionale, la politica appare ininfluente e non sappiamo nulla della strategia di questi istituti, del loro indebitamento, delle loro sofferenze per crediti inesigibili. Sappiamo solo che quando sarebbero destinati a fallire arrivano gli aiuti di Stato.

E’ successo negli USA, succede oggi in Europa.

Non si parla del debito pubblico dello Stato che, per quanto riguarda l’Italia, ci pone in una situazione virtualmente fallimentare, senza alcuna possibilità di uscirne perché gli interessi che paghiamo su questo debito sono pari a 3 o 4 finanziarie, e siamo condannati ad un lento (o rapido?) declino.

Un’altra verità che non viene mai detta è che non ci sarà alcuna ripresa. Migliaia di imprese italiane hanno delocalizzato all’estero, Fiat compresa, e qui aumenterà solo la disoccupazione poiché vi sono colossi emergenti che producono tutte le merci, anche quelle sofisticate, a prezzi più bassi e non vi è alcuna possibilità di invertire questa tendenza che, al contrario, si rafforzerà.

Qualcosa si potrebbe fare finanziando massicciamente università e ricerca scientifica, ma il “governo del fare” taglia i fondi e fa scappare i cervelli all’estero.

Anche qui, se a livello di massa si sapesse quali progressi vertiginosi stanno facendo università e ricerca in India e in Cina, le pie illusioni sulla “ripresa italiana” si scioglierebbero come neve al sole.

Un’altra cosa fondamentale su cui siamo tenuti all’oscuro è il famoso “picco del petrolio” che molti dicono sia già stato raggiunto, con conseguente previsione di forte aumento del prezzo, che comprimerebbe qualsiasi sperata “ripresa”.

Quanto al riscaldamento globale, la desertificazione, lo scioglimento dei ghiacci, la diminuzione delle riserve di acqua dolce, l’impoverimento dei mari e delle risorse di pesca, l’aumento degli affamati, nulla viene fatto, se ne parla pochissimo, e tutti i “summit” internazionali sul tema ambiente globale finiscono col nulla di fatto.

Spero proprio che i “file” di Wikileaks, se continueranno ad essere pubblicati, ci sveglino un po’ e chi spingano a ragionare sui fatti e non sulle favole che ci propongono politica e religione, e si inizi una rivoluzione culturale che ci porti a chiamare le cose col proprio nome e a pretendere una informazione completa, indipendente, documentata, a disposizione di tutti. 

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.150) 2 dicembre 2010 19:17

    Frammentare la notizia è tecnica ricorrente.
    Un evento viene scomposto in vari “frammenti di notizia” (newsfrag). Ogni frammento, opportunamente focalizzato ed enfatizzato, diventa fulcro e chiave interpretativa dell’evento occorso.
    Impresa ardua è ricomporre l’intero mosaico, selezionando e comparando la molteplicità dei frammenti.
    Se l’evento si sviluppa in più fasi successive, magari a distanza di tempo, la caducità della memoria umana fa il resto. Dell’evento restano solo i frammenti (messaggi) più volte riproposti o più facili da memorizzare.
    Sono la base per catturare ed alimentare il Consenso Surrogato di chi si affida alla fascinazione mediatica …

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares