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La stranezza dell’uomo: inquina per creare posti di lavoro e intanto il Governo non rifinanzia la green economy

La stranezza dell'uomo: inquina per creare posti di lavoro e intanto il Governo non rifinanzia la green economy

Noi uomini siamo davvero strani. Sono almeno duecento anni che contribuiamo tutti, ognuno in misura diversa, al peggioramento della situazione ambientale del nostro pianeta. Inquinamento da emissioni in atmosfera delle fabbriche, dei gas di scarico dei mezzi di trasporto, degli impianti di riscaldamento, disboscamenti selvaggi, aumento del buco nell’ozono con conseguente effetto serra, lento, graduale, ma costante scioglimento dei ghiacci polari, trattamento più o meno illecito di scorie radioattive, disastri ambientali, come l’ultimo nel Golfo del Messico, con devastazioni di ecosistemi. Insomma chi più ne ha più ne metta. Ed allora ecco che l’uomo, questo strano animale pensante, intuisce (forse) che è il caso di fermarsi (ripeto forse e speriamo) ed inizia, almeno, a puntare su scelte alternative. Produzioni di energia mediante fotovoltaico, eolico e simili. Ben vengano queste soluzioni.
 
Intanto però qualche libero pensiero
Primo: pare che l’homo sapiens si sia divertito ad inquinare per creare posti di lavoro, infatti se non avesse inquinato fino all’impossibile, oggi non si potrebbe parlare di energie alternative e di fonti rinnovabili.
Secondo, in qualche modo è connesso al primo: perché all’aggettivo inglese green (verde intendendo con ciò richiamare l’idea di pulito, naturale) viene associato il sostantivo economy (economia)? Cioè insomma perché per fare qualcosa di ragionevole, di utile, e soprattutto di necessario in questo caso, bisogna per forza giustificarlo con logiche di tipo economico – finanziario? Il pensiero dell’uomo, oggi, deve essere per forza e soltanto asservito a ragionamenti traducibili in termini di profitto, crescita et similia? D’altronde, ed io sono l’ultimo degli economisti, il ragionamento da fare è semplice: come può l’economia mutuare il teorema della crescita economica indefinita e infinita, se l’uomo per crescere ha bisogno di risorse che, stante la limitatezza fisica del nostro pianeta, sono finite? Mi farebbe piacere ricevere una qualche risposta.
Terzo, una curiosità: in Italia, con Roma prima a beneficiarne, è partito un progetto pilota che prevede il noleggio di trentacinque Smart elettriche, la prima destinata al Sindaco Gianni Alemanno e le altre trentaquattro pare ai soliti più o meno noti. Costo del noleggio quattrocento euro mensili oltre ad un contributo annuale di venticinque euro per effettuare la ricarica (con numero illimitato di operazioni nell’anno). Le colonnine a Roma per la ricarica sono centocinquanta dislocate (cfr. “Il Venerdì” del 28 maggio 2010) in punti diversi della città eterna. Domanda: ma l’elettricità che serve alle colonnine per ricaricare le Smart come verrà prodotta?

Tornando alla cosiddetta green economy, ed avvicinandoci alle vicende di casa nostra, scopriamo che nella recentissima supermanovra varata dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, pare non sia stato rifinanziato lo sgravio fiscale del 55%, introdotto con la manovra del 2007, del quale potevano e possono (ma solo fino a dicembre di quest’anno) beneficiare coloro che intendono ristrutturare le proprie abitazioni per garantirne la migliore compatibilità ambientale. Se il governo non provvederà con la legge di stabilità in autunno, l’agevolazione introdotta con la manovra 2007 scadrà il 31 dicembre 2010. Ed è un’altra rogna da affrontare per il super ministro dell’Economia, che ultimamente ha avuto problemi di affiatamento con qualche componente del governo: in primis con il Cavaliere per alcune scelte non perfettamente in linea con le promesse fatte durante la campagna elettorale, poi con il Ministro Bondi per la mancata consultazione sui tagli previsti per il Ministero dei Beni Culturali, ora con la Prestigiacomo, Ministro dell’Ambiente per questo taglio alle detrazioni in materia di eco-compatibilità. Eppure i dati in materia di ristrutturazioni “ambientali” nel nostro paese pare siano abbastanza confortanti: tra il 2007 ed il 2009 questa fattispecie di ristrutturazione nel complesso ha sfiorato la ragguardevole cifra seicentomila (cfr. in merito “La Stampa”).
Povero Giulio! È davvero difficile fare il Ministro dell’Economia, anche se ho il sospetto che molti nostri connazionali vorrebbero comunque essere al suo posto.
 

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