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La storia di Federico e della sua passione per il surf

Sarà perché la primavera 2014 fatica ad arrivare definitivamente, sarà perché ovunque non si fa altro che parlare di crisi ed elezioni europee, ma l’intervista a Federico Bufacchi è a tutti gli effetti una boccata d’aria fresca. Un’aria fatta di entusiasmo, divertimento, spavalderia ed intraprendenza.

Non ho mai parlato a lungo con lui, nonostante per tutto l’inverno l’abbia incontrato quasi una volta a settimana. Spesso però, visitando la casa dei suoi genitori, tra un saluto ed una chiacchiera, mi sono imbattuta nei suoi “strumenti di lavoro”: tavola da surf, infradito e muta.

Federico parlaci un po’ di te. Cosa scriveresti se dovessi fare un tuo breve identikit?

Sono un ragazzo di 21 anni, nato a Roma e vissuto da sempre in provincia. Non sono di molte parole ma se dovessi descrivermi mi reputerei un ragazzo alto, bello ed intelligente… Magari con gli occhi azzurri.

Niente male come identikit! A questo punto, parlaci anche delle tue passioni e di quello che ti aspetti nel campo del lavoro in futuro.

Fin da piccolo sono stato un bambino “vivace” praticando diversi sport ed attività. L’amore per il mare ha da sempre ornato la mia vita e condizionato il mio modo di essere: il mare mi conferisce calma e pace interiore. Per me non è solo un luogo fisico in cui andare a fare surf, prendere il sole o fare il bagno. Un’altra passione che non posso non menzionare è quella delle moto. Per quanto riguarda le prospettive lavorative, cerco di tenermi aperte quante più strade possibili: attualmente, oltre ad essere coinvolto nel progetto Surfplanner, sto studiando economia.

Studio e lavoro: un binomio che caratterizza la vita di molti giovani. Ma parlaci un po’ di questo progetto a cui ci hai accennato. Cos’è Surfplanner?

L’idea di Surfplanner nasce in primis dalla voglia di viaggiare. Siamo un gruppo di ragazzi accomunati dalla passione per il mare e dalla voglia di fare. Insieme abbiamo pensato che per un surfista fosse indispensabile avere a disposizione una guida esaustiva che lo accompagnasse nella prenotazione di un viaggio considerando tutte le “incognite”: ad esempio, il livello di “abilità” del surfista, il periodo del viaggio, il tipo di struttura preferita e la località prescelta.

Una bella sfida! Ma volendo fare uno sforzo di sintesi, come potresti descrivere Surfplanner in poche parole?

Surfplanner.com è un portale creato con un unico obiettivo: permettere ai surfisti di tutto il mondo di trovare il migliore alloggio in base alle proprie esigenze. Abbiamo creato questo sito con l’intenzione di dare la possibilità ad ogni surfista, che come noi ama viaggiare e scoprire posti e onde nuove, di trovare e condividere rapidamente le informazioni e le strutture ricettive più adeguate per rendere il surf trip un’esperienza indimenticabile. Trovata la struttura ricettiva ideale il surfista può prenotarla direttamente tramite il nostro sito senza alcun costo di intermediazione. Dopo aver effettuato il soggiorno il cliente può lasciare una recensione sulla pagina Surfplanner della struttura visitata.

Si può dire, quindi, che l’idea Surfplanner ha preso il largo. Ma di fatto come si sta evolvendo il progetto?

Per il momento il progetto procede bene. Attualmente stiamo lavorando molto sulla pubblicità attraverso riviste e social network e ci stiamo impegnando ad essere presenti ad eventi strategici per il settore: l'anno scorso, ad esempio, con il nostro stand siamo stati ospiti dell’Italia Surf Expo, la più importante manifestazione italiana di surf.

C’è un aneddoto curioso che puoi raccontarci?

Una storia interessante credo sia la casualità con cui il nostro gruppo si è formato ed il modo in cui ci siamo conosciuti. Nel 2009 io ed il mio migliore amico, Matteo, partimmo per la prima volta per il Portogallo per fare del surf. Fu un surftrip indimenticabile in cui prendemmo le nostre prime vere onde. Durante il soggiorno facemmo amicizia con Roberto, un ragazzo di Milano già veterano nell’ambiente del surf e Pierluigi un ragazzo calabrese. Poco tempo dopo esser tornati, un potenziale acquirente di una tavola che avevo messo in vendita mi contattò: era un surfista di Milano alle prime armi che mi chiese scettico dei consigli riguardo questo sport. Io gli dissi che avevo un amico di Milano di nome Roberto con il quale sarebbe potuto andare a surfare a Levanto, sulla riviera Ligure. Roberto e Mark fecero in poco tempo amicizia e l’anno successivo partimmo di nuovo tutti insieme per il Portogallo, occasione in cui io conoscetti Mark personalmente. Il gruppo si rafforzò e con il tempo continuò ad ampliarsi, creammo persino una pagina Facebook, ancora esistente, di nome Wave Riderz, in cui ci teniamo continuamente in contatto organizzando surfate e surftrips. L’idea di surfplanner comunque venne proprio a Roberto, al suo collega Christian e a Mark, che mi esposero l’idea e mi trovarono da subito d’accordo.

Quando si dice il caso! A questo punto però la domanda è d’obbligo: come è nata la tua passione per il surf?

La passione per il surf potrei definirla l’apice del mio amore verso il mare. Prima di surfare praticavo altri sport acquatici e da tavola, come lo skimbord, skateboard, windsurf e snowboard. Inizialmente non pensavo che in Italia ci fossero le condizioni necessarie (le onde per intendersi) per praticare un simile sport, ma frequentando i luoghi e le persone giuste mi ricredetti e per il diciassettesimo compleanno la mia fidanzata mi regalò la prima tavola da surf. Anche il mio amico Matteo era in possesso da diversi anni di una tavola da surf e da allora, muniti di pazienza e umiltà, il surf diventò il nostro unico pensiero. Iniziammo a surfare sempre, senza perdere neanche una mareggiata.

Mio cugino fa surf da quando era ragazzino e parlando con lui ho capito che esiste una vera e proprio “filosofia” del surf. Sei d’accordo?

La filosofia del surfista non è in realtà qualcosa di così oggettivo ed universale, ognuno vive la propria esperienza surfistica in maniera differente. Personalmente non ritengo che il surf consista semplicemente nel riuscire a tenersi in piedi su di una tavola. Credo che il surf sia caratterizzato da una serie di elementi imprescindibili come il divertimento, il dinamismo, la velocità, l’amicizia, la libertà, l’adrenalina e la ricerca che messi insieme formano un “pacchetto perfetto” che prende il nome di Surf.

Lasciamo da parte il surf e parliamo invece di attualità. Hai meno di 30 anni…quale pensi possa essere il ruolo dei giovani in questo momento di “crisi”, ormai cronica?

È evidente che, a causa della crisi, per un giovane riuscire ad emergere può risultare una difficile impresa. Ciò che è importante è che la crisi non venga usata come pretesto o giustificazione di un’eventuale sconfitta, ma come stimolo per fare meglio e di più, coltivando i propri interessi e sogni.

Non ti rubo altro tempo e chiudo con la domanda che è ormai un classico per i lettori del blog. Come immagini te stesso tra dieci anni?

Come ho già detto prima, cerco di tenermi aperte quante più strade possibili. Non nego che mi piacerebbe immaginarmi tra 10 anni su un’ isola delle Canarie proprietario di un Surfcamp e di una scuola di surf. Comunque sono consapevole che spesso i sogni non vanno di pari passo con la realtà… Qualcuno però mi diceva: “l’importante è crederci”. Ti assicuro, Sara, che è quello che farò!

Ecco come avere più informazioni su SURFPLANNER.COM

Su Facebook O su Youtube
 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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