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La spettacolarizzazione del terrorismo

Oggi vi sono tanti programmi che favoriscono fenomeni come l’appiattimento culturale, la massificazione, l’omologazione sociale, la desertificazione culturale e la “mercificazione” di idee, sentimenti, drammi umani, stili di vita, ideologie politiche, drammi sociali etc.

Programmi come “X-Factor”, “Il Grande Fratello”, “American Idol” , vari talk-show politici e non, programmi di varietà e di intrattenimento favoriscono i fenomeni suddetti e hanno la funzione di distrazione di massa. In tanti programmi televisivi, per esempio nei telegiornali, sono presenti il sensazionalismo della notizia e la spettacolarizzazione di drammi umani, sociali, stili di vita, modi di fare e pensare, sottoculture e tanto altro ancora.

Spettacolarizzazione come fenomeno che possiamo legare ad altri fenomeni come la “manipolazione mediatica” o la su citata “distrazione di massa”. Un fenomeno la spettacolarizzazione delle notizie che è da legare senza dubbio al “mito dell’informazione” “propagandato” nella società neoliberista e capitalista contemporanea.

I video creati e messi in rete dai fondamentalisti dell’ISIS, video poi ripresi (e censurati) da tanti telegiornali, hanno attirato grande attenzione da parte dei media. Essi presentano un forte impatto sia per il messaggio terroristico sia per la violenza delle immagini. Questi video di propaganda vogliono trasmettere un “terrorismo visuale” e allo stesso tempo una “spettacolarizzazione del terrorismo”. L’ISIS, attraverso i social network e attraverso l’attenzione dedicata ad esso dai media mainstream, sta portando avanti una vera e propria “campagna del terrore”, un marketing del terrore, anche attraverso video, come “Flames of war”, che sembrano trailer di film post-apocalittico.

Video, quelli dell’ISIS, che mostrando decapitazioni cruente e brutali, cheinneggiano alla “santificazione della violenza” per scopi giusti e soprattutto ideologici. Video, quelli dell’ISIS, che mirano allo shock dello spettatore attraverso una “mimica esasperata della violenza” con scopi ideologici, militari e religiosi.

Nella società contemporanea della logica dell’apparire, nella società dell’immagine, in questa società il messaggio dell’ISIS diventa “virale” perché è un prodotto tipico di questa società, prodotto il quale intende trasmettere, al posto del mito della bellezza o al mito della tecnologia, miti propagandati insieme a tanti altri nella società contemporanea, il mito della violenza.

Nella società moderna contemporanea infatti tutto è vendibile e mercificabile e la violenza, il truculento e il macabro non sono esclusi da questa logica commerciale alquanto perversa e insensata.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.127) 2 ottobre 2014 22:08

    Pienamente d’accordo.
    Ma se non vogliamo essere clonati, se non vogliamo che i nostri cervelli sia formattati sulle lunghezze d’onda dei media capitalisti-occidentali, se non vogliamo essere defraudati della nostra capacità di giudizio, ricordiamo che l’ISIS ha scozzato tre giornalisti occidentali, mentre l’America ha ucciso migliaia e migliaia di civili Iraqeni, afgani e giù enumerando!

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