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La società dell’immagine: un immenso velo di Maya

La società contemporanea della tecnologia, dell'innovazione, dell'elettricità ci ha portato alla dissoluzione dello spazio: un mondo a velocità supersonica dove tutte le distanze sono state “azzerate”. Un mondo il nostro costituito da infiniti “nodi” e “centri”: un sistema nervoso globale che si estende da tutti noi per arrivare dovunque e attuare il miracolo della globalizzazione.

Citando McLuhan, il villaggio globale contemporaneo è un mondo dove esistono vari linguaggi: il linguaggio alfabetico come anche quello dei “segni” di alcune popolazioni: poi c'è il linguaggio visivo contemporaneo usato dalla società dell'immagine, espressione del sistema-società neoliberista e capitalista. Una società dell'immagine che propone miti, icone pop, supereroi : questi ultimi provengono dal mondo del cinema, della televisione, dello sport, della moda etc.

Mitologie e dei da “adorare” per la tribù del villaggio globale: un mondo dove “l'immagine” e il “segno” sembrano dominare sempre più la nostra vita quotidiana. Una società dell'immagine che provoca anche fenomeni come la desertificazione culturale, la massificazione e l'appiattimento sociale: una società dell'immagine che diffonde le sue sottoculture, da affiancare alle mitologie, ai supereroi e alle tantissime icone pop.

Alla società dell'immagine si aggiungono una “forte” opinione pubblica e un'estrema fiducia nella tecnologia e nell'innovazione.

Riguardo all'opinione pubblica forte essa si serve dei media per una “manipolazione dell'informazione” mai stata potente come ai giorni nostri: una manipolazione mediatica a cui si affianca una “visione unica” dal punto di vista economico, politico e sociale.

Riguardo invece all'estrema fiducia nella tecnologia e nell'innovazione esse creano una vera e propria tecno-utopia che abbaglia “masse infinite” di persone.

La società dell'immagine, l'opinione pubblica forte e l'estrema fiducia nella tecnologia e nell'innovazione tutte insieme formano un'immensa “illusione”, un immenso velo di Maya citando Arthur Schopenhauer, un “inganno di proporzioni astronomiche” usato per poter affermare il potere sulle masse e sulle popolazioni.

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