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La ricerca dell’uguaglianza economica è contro natura?

Matteo Motterlini ha recensito sul Domenicale del Sole 24 Ore del 16 ottobre scorso (Felici di essere invidiosi) recenti ricerche di neurobiologi ed economisti che mostrerebbero come "la parte del cervello implicata nel computo delle ricompense – lo striato – mostra risposte amplificate quando ci confrontiamo con gli altri; in particolare si registra una notevole attivazione di quest'area (cioè si prova piacere) quando i soggetti vincono più della loro controparte (guadagno sociale) rispetto a quando vincono la stessa somma in privato (guadagno privato)".

Insomma che a guadagnare si goda e che si goda ancor di più se si guadagna più degli altri sarebbe un preciso imperativo del cervello umano. Ci domandiamo allora se la disuguaglianza sia una conseguenza dei perfidi quanto ineluttabili processi chimico-elettrici che agitano i nostri neuroni piuttosto che il frutto dei condizionamenti sociali e dell'evoluzione dei rapporti di forza economici e se, viceversa, la ricerca dell'uguaglianza sia una disperata azione contro natura.

Le neuroscienze hanno dimostrato come lesioni del cervello comportino alterazioni mentali e quindi comportamentali (si veda in proposito il recente Che cosa sono io. Il cervello alla ricerca di sé stesso del neurochirurgo e neurologo Arnaldo Benini).

Per costruire l'Uomo Nuovo, dunque, non avido e solidale, cooperativo ed altruista, più che la mano paziente dell'educatore disinteressato sarebbe necessaria quella ferma dell'assai retribuito chirurgo.

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