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La persecuzione politica di Silvio Berlusconi

Effetti collaterali e reazioni popolari.

Ieri, nel tardo pomeriggio di una giornata finalmente di sole di questa anomala e disgustosa primavera che ci ha inzuppato le ossa, è arrivata la sentenza nell'appello "Mediaset" che vede imputato, assieme ad altri, Silvio Berlusconi per evasione fiscale in merito all'acquisto di qualche migliaio di film.

L'oggetto dell'imputazione è di una semplicità disarmante, Silvio avrebbe acquistato le pellicole tramite una sua società offshore (sua nel senso a lui riconducibile - ndr) per poi successivamente rivenderle a se stesso ad un prezzo maggiorato, costituendo un surplus di onere da scaricare fiscalmente. Un sistema di triangolazione che consente di costituire fondi neri, si sospetta da utilizzare per opere corruttive, evadendo nel contempo il fisco italiano. Si parla di almeno una decina di milioni di euro. In primo grado era stato condannato a 4 anni, di cui tre condonati proprio in virtù di una disposizione del governo Berlusconi, con l'aggravio dell'interdizione dai pubblici uffici per una durata di 5 anni .

La sentenza di appello ha confermato quella di primo grado. Gli avvocati Ghedini e Longo che avevano invano tentato di strappare il processo da Milano per portarlo a Brescia, quello in cui, per pura combinazione, lavorava (ma forse è in aspettativa) quel Vito Crimi, ora senatore portavoce del M5S, in qualità di assistente giudiziario di cui, a tutt'oggi, nessuno mi ha ancora chiarito i criteri di assunzione.

Pura combinazione e nessun nesso ovviamente tra i due casi, l'unico dubbio che però mi rimane è quello che è da una vita che vedo i collegi difensivi di Silvio Berlusconi cercare ossessivamente il trasferimento dei processi in quel di Brescia; non a Firenze, Genova piuttosto che a Torino, ma proprio a Brescia o, in alternativa Perugia o Roma, due sedi che hanno confezionato autentici capolavori giudiziari, il primo con la sentenza sull'omicidio di Meredith Kercher che ha reso Amanda Knox uccel di bosco a incassare la popolarità raggiunta sui talk-show USA, il secondo con una brutta storia di giudici corrotti, proprio da Silvio Berlusconi, finita con un paio di condanne e la prescrizione per il cavaliere di Arcore. 

Questo più o meno l'antefatto, non mi interessa la ricostruzione fedele punto per punto, la lascio ad altri.

E veniamo alle reazioni che nel paese alla rovescia non potevano e non possono essere quelle di normale accettazione di una sentenza. Scontate quelle dei legali di Silvio e del suo entourage politico, tra le quali hanno spiccato le appassionate performance al femminile di Anna Maria Bernini, la donna dal collo alla Modigliani, e quella di Maria Stella Gelmini, colei che, da ministro della pubblica (d)istruzione, "fece viaggiare" i neutrini in un tunnel lungo 700 Km, confezionando nel contempo due autentici capolavori, quello di un errore grammaticale da ministro della pubbilca istruzione e quello di una stupidità cosmica.

Mi interessano molto di più le reazioni del "popolo di Silvio", raccolte per esempio su media radiofonici o televisivi tipo "Prima Pagina" o "Caterpillar" che aprono le linee telefoniche dirette con la pancia del paese. Il giudizio è assolutamente unanime e non lascia spazio a dubbi, Silvio Berlusconi è un perseguitato giudiziario per fini politici, insomma per toglierlo dalla scena, per resettarlo. Punto. E i giudici sono politicizzati e quindi in mala/buona fede, oltre, è scontato, ad essere dei luridi comunisti che farebbero inorridire Putin, l'amicone di Silvio.

Gli argomenti a sostegno di questa tesi sono i seguenti, nell'ordine:

1°) Silvio è attaccato giudizialmente perché non è attaccabile politicamente.

2°) È stato oggetto di centinaia di accertamenti fiscali e processi come nessuno.

3°) Non si può condannare chi fornisce lavoro ad oltre cinquantamila persone.

4°) Non si può condannare chi ha milioni di elettori.

La prima direi che è un riflesso psicologico giustificato specialmente in un paese in cui la giustizia è una delle patologie più gravi, tanto grave da minare le stesse fondamenta democratiche. Tuttavia la genericità non può essere una spiegazione sufficiente perché allora potrebbe valere anche quando Silvio viene assolto. Bocciata.

La seconda è matematicamente plausibile, se molto delinquo molto vengo perseguito. L'accanimento ad personam tuttavia, quando inteso come ricerca del pelo nell'uovo specialmente in un paese a malavita diffusa in cui corruzione ed evasione fiscale sono uno dei motori economici, lascia aperti alcuni dubbi. Tuttavia Silvio è stato ed è uomo delle Istituzioni e, come tale e come avviene nei paesi più civili del nostro, dovrebbe essere posto, alla stregua di tutti gli altri, sotto la lente d'ingrandimento. Sospeso.

La terza è assolutamente demenziale ed è indicatrice del livello culturale di masse popolari che hanno un concetto etico-funzionale "sui generis" dell'imprenditoria, ovvero che il fine giustifica assolutamente i mezzi, anche illeciti. È come dare una patente di abilitazione delinquenziale al patron della Microsoft piuttosto che a quello della Apple, o a tutti i magnati che guidano le aziende più importanti del mondo. Prego accomodatevi, corrompete, evadete e magari scopatevi una minorenne a pagamento, tanto non vi tocchiamo. Bocciata.

La quarta è la più interessante e rivelatrice di un mondo fatto di persone che incontriamo tutti i giorni, con le quali ci confrontiamo in tutti i campi della nostra esistenza o magari intratteniamo piacevoli momenti di vita. L'idea, uso un eufemismo, è la seguente: se moltissimi mi votano significa che piaccio, ergo che interpreto le loro esigenze e quindi non posso essere oggetto di giudizio in quanto il medesimo è già stato dato a suffragio universale. Come vogiamo definirla? Strampalata, ridicola, incredibilmente demenziale? Fate voi. Si rifletta sul fatto che anche Benito Mussolini, Adolf Hitler, Stalin e via dicendo erano, di riffa o di riffa, sostenuti a suffragio universale, magari obtorto collo, ma comunque sempre suffragati. Il suffragio a Silvio potrebbe venire da tutti coloro che hanno interesse a far sì che la giustizia mantenga il suo status di inefficienza, che hanno a loro volta scheletrucci negli armadi, che hanno sposato una causa politica in chiave di tifoseria oppure, ma non ultima, per semplice imbecillità. Scontatamente bocciata.

Comunque la pensiate questo è al momento lo stato dell'arte della situazione politico-sociale del paese che si è riverberato nel proto-governo che è stato appena costituito per tappare l'ennesima falla etico-civica di questa società malata ma che, nel contempo, ha dato origine ad un obbrobrio che, per non definire in modo scurrile, ci si affanna a chiamare "governo di larghe intese", oppure "di scopo", quando il termine "schifoso inciuci " sarebbe il più plausibile.

Chiudo con una valutazione sull'impatto che ha avuto la sentenza sulla vita del governo. Bene, nessuna, tutto continua pur nel groviglio attuale soprattutto da parte del PD in crisi da frenesia esistenziale. E la spiegazione è la seguente: Silvio se l'aspettava, era già psicologicamente preparato e non ha pertanto interesse a minare l'ultimo aggancio che gli rimane con il potere e poi punta sull'ultimo grado di giudizio che è la Cassazione, autentico porto delle nebbie che vide fulgidi esempi di provvide assoluzioni. Intanto ha fatto nominare Francesco Nitto Palma, siciliano, amico di Previti e Cosentino e, ovviamente, difensore di Berlusconi, colui che da ministro voleva "abbuonare" tutti i processi di Silvio con una legge sarcofago, come presidente della Commissione Giustizia. Invece sulla sua presunta candidatura alla medesima Commissione ha detto che era soltanto uno scherzo .

Ha ancora, malgrado tutto, voglia di scherzare. Noi no.

 

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