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La medicina difensiva: un danno per lo stato e per i pazienti

La Sanità è un diritto, garantito dall’articolo 32 della Costituzione, ma sempre al centro di un acceso dibattito. Il paziente è titolare del diritto e dunque attento alla prestazione, e lo Stato deve poterla garantire senza conflitti d'interesse. La strumentalizzazione per interessi privati può avvenire in svariati motivi e comportano sempre un danno al paziente e alle casse dello Stato. Secondo stime del Ministero della Sanità, la medicina difensiva costa ogni anno una cifra compresa tra i 12 ed i 20 miliardi di euro.

Medicina difensiva? Una branca nuova ed innovativa? Al contrario. Si tratta di costi e rischi che i cittadini devono accollarsi a causa del numero impressionante di denunce verso i camici bianchi. È diventata ormai una routine, per i medici, prescrivere – per un eccesso di zelo – prestazioni, esami e farmaci non per far fronte ad un aggravarsi dello stato di salute, ma per mettersi al riparo da possibili cause giudiziarie. Questo costa allo Stato cifre esorbitanti.

Il danno non è solamente economico per l’erario: TAC e radiografie aumentano sensibilmente la dose di radiazioni ionizzanti assorbita dai pazienti. Aumenta, così, il rischio probabilistico di sviluppare alcune neoplasie. Il meccanismo descritto, dunque, può risultare, a lungo termine, gravoso anche per il cittadino e che comporta, in parte, anche l’aumento dei tempi d’attesa per visite ed interventi, uno dei temi caldi nel dibattito pubblico sulle disfunzioni della Sanità.
 
Secondo i dati forniti dall’Associazione che raggruppa le compagnie assicurative (Ania) in 10 anni si è avuto un aumento del 66% delle denunce. Nel 93,8% dei casi, le denunce coinvolgono medici in servizio presso ospedali pubblici. Di questi, maggiormente colpiti sono gli anestesisti (96,8%) ed i chirurghi (98,9%) soprattutto ortopedici e ginecologi. La ricaduta sui costi della Sanità è di circa 500 milioni di euro solo per le polizze di assicurazione professionale, un importo sufficiente a consentire – se risparmiato – un investimento mirato al pareggio dei conti del settore sanitario per almeno 5 anni.
 
Una soluzione al problema non è solo auspicabile, ma necessaria ed in tempi brevi. L’esplosione dei costi della medicina difensiva, oltre ad affossare il sistema sanitario nazionale, potrebbe configurare uno scenario nel quale sarebbe complicato rintracciare un medico disposto a curare un malato con un alto indice di insuccesso a causa del timore di una denuncia.
 
Maurizio Maggiorotti, chirurgo ortopedico e presidente di Amami (Associazione dei medici accusati ingiustamente di malpractice) porta l’esempio dell’Illinois “dove non si trova più un neurochirurgo. Ma – prosegue – le esclusioni potrebbero anche riguardare le protesi all’anca di un malato obeso, diabetico e iperteso”.
 
Questa proliferazione di denunce e critiche viene spesso legittimata in virtù di una logica consumistica alla “soddisfatti o rimborsati” che si presta alla spettacolarizzazione e ad essere divulgata attraverso i media. La cronaca, infatti, si limita al fatto sensazionale, all’errore sanitario, proponendo, così, una visione distorta della situazione generale.
 
Al contrario, raccontare la medicina difensiva e il suo costo risulta più complesso. È facile che si inserisca nella scia degli sprechi e delle spese non necessarie dello Stato senza che la sua specificità, e dunque la sua profonda insensatezza, vengano comprese.
 
È necessario bloccare un gioco al massacro che, per ora, avvantaggia sempre le assicurazioni e gli avvocati e solo qualche volta i pazienti realmente danneggiati.
 
@fannicanelles
 
Foto: Govba/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.178) 7 settembre 2013 16:08

    Concordo, ma non capisco quale possa essere una buona soluzione.
    Quali proposte?

    GeriSteve

  • Di (---.---.---.145) 7 settembre 2013 20:49

    Anche a me è capitata la medicina difensiva e mi hanno buttato fuori da una clinica perché soggetto a "rischio". Il medico della clinica mi ha detto che non vuole assumersi la responsabilità: medicina difensiva appunto.

  • Di (---.---.---.145) 7 settembre 2013 20:55

    La proposta è semplice, se non c’è fiducia del paziente verso il medico e accettazione degli errori medici sono problemi grossi per il sistema pubblico sanitario.

    Si dovrebbe dare l’immunità ai medici oppure fare pagare ai pazienti che fanno causa una parte delle richieste economiche che fanno verso i medici nel caso in cui abbiano torto.

    Per esempio se un paziente o i loro cari chiede 1 milione di euro di danno a un medico deve essere pronto (il paziente) a sborsare una parte del milione una volta cui il medico abbia ragione.

    • Di (---.---.---.93) 31 dicembre 2013 00:30

      il legislatore consce la natura del problema e sa che con l’espandersi del fenomeno aumenterà cosi tanto la spesa sanitaria da mettere in discussione l’esistenza del sistema sanitario pubblico. la verità è che la medicina difensiva e la cultura e gli interessi che la sottendono rappresentano fattori struttirali della medicna del profitto e del capitale ed uno dei fattori che spingeranno ala privatizzazione del sistema sanitario. Purtroppo nemmeno le orgaizzazioni dei lavoratori si sottraggono alle logiche consumistiche e difendono la medicina quantitativa piuttosto che la medicina qualitativa che produce meno prestazioni e piu salute. Tant’è questo è il tempo. A dire il vero nemmeno la coprorazione dei medici contrasta l’andazzo attuale tesa com’è a difendere i privilegi (piu di principio che reali).

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