• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > La legge è uguale per tutti? No, solo per ricchi!

La legge è uguale per tutti? No, solo per ricchi!

No, non è vero! La legge non è uguale per tutti, ma solo per chi possiede tanto, ma tanto denaro.

I ricchi possono permettersi una legge equa e giusta, non è così per chi ricco non è. Anzi, la legge uguale non è prerogativa nemmeno per coloro che si ritengono "benestanti".

Una recente indagine delle Unioni dei Consumatori ha evidenziato i costi di una causa civile di I grado. Per calcolare i relativi costi hanno creato "virtualmente" un contenzioso di un privato cittadino contro un libero professionista, esattamente un pavimentista che avrebbe posato un parquet su un appartamento di 120 mq. Nell'esempio adottato il lavoro di posa del parquet è risultato mal eseguito e il pavimento irrimediabilmente compromesso, per cui lo stesso andrebbe rimosso e il lavoro rifatto completamente, ivi compresa la fornitura di nuovi materiali. Il professionista non ne ha voluto sapere e il privato cittadino ha intentato causa civile nei suoi confronti.

Il risultato è, a dir poco, pazzesco!

Nel caso di specie servono vari attori della vicenda con compiti e responsabilità differenti e ben specifici:

  1. Le Parti, che hanno deciso di intraprendere il percorso processuale perché in pieno disaccordo, dando mandato agli avvocati per essere difesi lungo l’iter processuale;
  2. Gli avvocati, che hanno la funzione di difendere le Parti per tutto l’iter del processo;
  3. Consulenti Tecnici di Parte (CTP), che hanno lo scopo di difendere tecnicamente la Parte che rappresentano interfacciandosi con il CTU;
  4. Il Consulente Tecnico d’Ufficio, ossia il CTU, che deve relazionare al Giudice che lo ha nominato sulle risultanze tecniche ed economiche a cui è pervenuto dopo aver interagito e operato con i nominati Consulenti Tecnici di Parte;
  5. Il Giudice del Tribunale, che deve emettere la sentenza dopo aver vagliato quanto è avvenuto durante tutto l’iter processuale.

Non è semplice calcolare il costo di una causa, perché le varianti (sia quelle di carattere legale sia quelle derivanti dalla gestione del processo e di natura tecnica) sono tante e tra loro diversificate, incidendo in modo differente da contenzioso a contenzioso. Il caso “verosimile” che è stato analizzato fornisce solo un esempio delle tante voci che intervengono sulla contabilità economica di un processo. Gli avvocati saranno due (uno per parte in causa), i consulenti tecnici saranno tre (uno nominato dal Tribunale e gli altri due ognuno per la propria parte), il Giudice è uno solo. A questi costi andrà aggiunto pure il danno subito dal privato cittadino. Sempre se costui vincesse la causa, in caso contrario, oltre a perdere i soldi per affrontare il contenzioso, si ritroverebbe pure ad affrontare i costi per rimediare al parquet distrutto.

Il risultato è quello riepilogato come segue:

  • Costo avvocati €. 6.610
  • Costo CTU Tribunale €. 1.770
  • Costo 2 CT di parte €. 2.800
  • Costo di giudizio €. 4.900
  • Totale costo causa €. 16.080

Ai costi citati vanno aggiunti quelli tecnici di ripristino parquet (calcolando pure il danno) €. 48.200.

Infine, va segnalato che con la sentenza, o comunque con il provvedimento finale del giudizio, il Giudice si limiterà a emettere una condanna della parte perdente alla rifusione delle spese di lite liquidate in pro della parte vincitrice. Se l’obbligato non dovesse adempiere spontaneamente al pagamento delle spese di lite a cui è stato condannato, sarà necessario dare corso al recupero giudiziale del credito, i cui costi si sommeranno nei confronti della parte inadempiente (ovviamente sussistono tutti i rischi connessi a una possibile finale insolvenza del debitore). Nella sfortunata ipotesi di mancato rimborso e di successiva impossibilità di recupero, tutte le spese di lite della causa e dei tentativi di recupero rimarranno, fatalmente, sulle spalle di chi le ha sostenute, ancorché vittorioso.

E se il perdente impugnasse la sentenza in appello e poi in Cassazione?

In tal caso i costi raddoppiano, anche se le prove raccolte in primo grado rimarrebbero le medesime pure per i due livelli superiori, a meno che non emergesse qualche nuova documentazione probatoria che potrebbe sconvolgere quanto discusso in primo grado.

E se il perdente venisse dichiarato vincente in appello e/o se il vincente di primo grado e perdente del secondo andasse in Cassazione e vincesse?

A quel punto sarebbe passato un ventennio, quasi certamente l'appartamento sarà stato venduto almeno 2 o 3 volte e il pavimento, gioco forza, sarebbe stato sostituito comunque.

A prescindere da tutto ciò, non è certo una causa per tutti. E pensare che non è nemmeno una causa poi così complessa e di difficile soluzione. Riflettiamo ora in merito ai costi nel caso in cui il contenzioso fosse più complesso, più articolato e, magari, addirittura penalmente rilevante. Sarebbe un costo altissimo, da incubo. È di questi mesi la notizia che l'avv. Taormina ha fatto pervenire alla Franzoni (Taormina è stato uno dei tanti legali, susseguiti nel tempo, incaricati di difendere la Franzoni dall'accusa di omicidio del proprio figliolo) una parcella di ben 770mila euro e riguardante solo il proprio lavoro di difensore legale a cui vanno aggiunti i costi di consulenze tecniche e le sue (sic!) apparizioni pubbliche e televisive.

Come già detto: la legge non è uguale per tutti!

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares




Ultimi commenti