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La festa dei lavoratori

Il lavoro è stato e resta uno dei cardini fondativi della nostra Repubblica. 

primo maggio

Il lavoro è stato e resta uno dei cardini fondativi della nostra Repubblica. La res pubblica non si gestisce senza lavoro perché la dignità personale di ogni essere umano e la sua libertà sono strettamente legate al lavoro. Buona festa a tutti!

Anche quest’anno la festa dei lavoratori cade in un periodo in cui quel diritto al lavoro, base primaria della nostra Costituzione, traballa sotto l’attacco di chi, continua a voler uscire dalla crisi economica, caricandola interamente sulle spalle di chi produce. Ci raccontano che hanno riformato quel diritto per permettere un ricambio a favore dei giovani, ma al momento il cosiddetto Job Act ha solo prodotto trasformazioni surrettizie dei contratti di chi il lavoro l’aveva già. L’ultima riforma della previdenza sociale, detta Legge Fornero, ha allungato i tempi di uscita dalla attività produttiva. Molte aziende sono costrette a chiedere accordi sindacali per un’uscita in mobilità per periodi accettabili alle parti. Inoltre nel mercato del lavoro i datori di lavoro illuminati sono pochi, c’è sempre chi trova nuovi modi per sottopagare il lavoro ottenendo anche un impegno più intenso dal lavoratore a causa del ricatto contrattuale insito nel Job Act.

E’ per questo che il 1° maggio deve essere una giornata di festa, ma anche una giornata di lotta e di rivendicazione dei diritti dei lavoratori messi pesantemente in dubbio.
La crisi economica sta comportando un impoverimento continuo, questo oltre una certa soglia può mettere in serio pericolo la stessa democrazia. Il rilancio dello sviluppo e dell’occupazione è l’unico orizzonte di speranza che può ridare spinta alle nuove generazioni.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.15) 2 maggio 2016 11:29
    Giacomo Nigro

    “Creare lavoro è un impegno costituzionale”

    Nel dibattito del Primo Maggio pesano le Parole del Capo dello Stato. Sergio Mattarella parla dell’occupazione: una «crescita moderata», «non possiamo accontentarci di numeri ancora limitati». E avverte: «Un Paese che non riesce ad includere i giovani è un Paese fermo. Un Paese che esclude i giovani, o lì inserisce nel mondo del lavoro in modo precario, si condanna da solo». 

     

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