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La discarica di Malagrotta chiude e si trasferisce a Bracciano?

Tra smentite e conferme, partiti e istituzioni sempre più lontani dai cittadini.

 

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Sito di Cupinoro (Google Maps)
 
Cupinoro, a qualche chilometro dalle necropoli etrusche di Cerveteri e vicinissima al lago di Bracciano, fino a qualche mese fa era un nome conosciuto dagli abitanti dei 25 piccoli comuni che conferiscono nella discarica i rifiuti indifferenziati, in attesa di quella raccolta differenziata che pare ancora un miraggio.

Ma anche in uno scenario apparentemente immutabile qualcosa accade. L'anno scorso stava per esplodere la bomba a orologeria di Malagrotta: l'ormai famigerata discarica di Roma è satura dopo oltre trent'anni di servizio. Eppure, in tanti anni, nessuno tra i tanti sindaci succedutisi in Campidoglio ha mai avviato un programma serio per la raccolta differenziata, tanto che l'aver raggiunto il risultato del 30% è stato considerato a gennaio 2013 un vero successo da AMA Roma, l'azienda che si occupa dei rifiuti nella capitale.

Abbandonare Malagrotta non è però così facile, perché trovare un altro sito idoneo è un compito arduo, A nessuno piace avere vicino casa l'immondizia e la programmazione non fa parte della cultura di governo. Il “totosito” come qualcuno ha chiamato la caccia al posto giusto coinvolge vari comuni della provincia di Roma. Si arriva a ipotizzare persino un'area vicino ai resti dell'antica Villa Adriana a due passi da Tivoli che spinge l'attrice Franca Valeri a inviare una petizione al Presidente della Repubblica. Ma la vicenda finisce con la sconfitta del principale sponsor, il prefetto Pecoraro, costretto a presentare le dimissioni.

Viene poi la volta di Santa Lucia, località del comune di Allumiere, al confine con Civitavecchia e con Tarquinia, un mega-progetto da realizzare in un Centro di trattamento di gas e armi chimiche di proprietà dell'Esercito. L'allora sindaco di Roma Alemanno ne sembra addirittura certo, ma anche in questo caso hanno la meglio i veti politici e l'azione di comitati e movimenti scesi sul piede di guerra. È quindi il turno dell'area Monti dell'Ortaccio, sponsorizzato dal prefetto pluripotenziario Sottile, succeduto a Pecoraro. L'eccessiva vicinanza alla già martoriata area di Malagrotta ne sconsiglia la scelta.

Ed ecco così Cupinoro, dove la Bracciano Ambiente SpA, società di proprietà del Comune di Bracciano, chiede nel 2012 aumenti di volumi della discarica per trattare quantità crescenti di rifiuti. L'azienda è pronta a produrre il nuovo oro nero del ventunesimo secolo, il CSS ovvero il Combustibile Solido Secondario. In questo neo-combustibile finirebbero, oltre i rifiuti indifferenziati, anche “fino al 50% in peso, rifiuti quali le plastiche non clorurate, i poliaccoppiati come i contenitori del latte o succhi di frutta, le gomme sintetiche non clorurate, le resine e fibre artificiali, etc. Nessuno sa come bruciando il CSS in centrali o altri impianti, si possano ottenere emissioni che non contengono sostanze altamente inquinanti e nocive per la salute umana e per l'ambiente più in generale.

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27 ottobre 2013 - Bracciano - Manifestazione contro la discarica di Roma a Cupinoro

Se quindi la richiesta di Bracciano Ambiente determina qualche legittimo dubbio sugli obiettivi dell'azienda, a dissiparli provvede un titolo apparso sull'edizione romana di Repubblica del 18 ottobre 2012: "La discarica definitiva si farà a Bracciano". Come d'uso in queste circostanze, sono i sindaci a reagire con le rituali smentite. Arriva per primo il sindaco di Bracciano Sala che nega il fatto che Cupinoro possa diventare una nuova Malagrotta. Costretto a lasciare l'aula del consiglio comunale tra le contestazioni generali, Sala smentisce poco, al massimo rimpalla su altri responsabilità non sue. Infine si fa strada l'argomento principe per vincere tutto: l'occupazione a rischio o l'opportunità di nuovi posti di lavoro.

Così mentre i primi di ottobre il sindaco di Roma Ignazio Marino festeggia l'avvenuta chiusura di Malagrotta, la Regione Lazio, il 16 ottobre, dà parere positivo all’ampliamento della discarica richiesto da Bracciano Ambiente, consentendo l'ampliamento di oltre 450.000 metri cubi a Cupinoro.

Ed è da questo momento che monta velocemente la protesta popolare dei comitati contro la discarica che il 26 ottobre danno vita a un sit in di fronte alla discarica e a una manifestazione in piazza a Bracciano. Il 27 replicano con corteo partito dalla piazza antistante il castello Odescalchi, che vede la partecipazione dei cittadini del Movimento 5 Stelle.

Cresce la protesta contro il conferimento dei rifiuti urbani dalle città di Roma, Ciampino, Fiumicino e dalla Città Stato del Vaticano. Interviene il Comitato “Fermiamo Bracciano Discarica” e il comitato locale “I Cittadini contro le mafie e la corruzione” che in un comunicato congiunto denunciano il “tentativo di trasformare la discarica di Cupinoro in una nuova Malagrotta” e valutano “poco credibile lo sforzo della politica, ed in particolare del Sindaco di Roma Ignazio Marino e del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti” pronti come “i loro predecessori, di assumersi i meriti della chiusura dell’eco mostro di Malagrotta e non i demeriti di non aver saputo. fino ad oggi, mettere in cantiere un concreto piano di smaltimento dei rifiuti urbani della Capitale e più in generale della Regione Lazio”.

Ma nello stesso comunicato emerge la preoccupazione fondata che “le falde acquifere sottostanti e adiacenti quella discarica siano compromesse e non siano attualmente disponibili le risorse economiche per avviare le operazioni di bonifica”.

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27 ottobre 2013 - Bracciano - Manifestazione contro la discarica di Roma a Cupinoro

Il comunicato delle associazioni ha anche reso noti i risultati del progetto “Epidemiologia Rifiuti Ambiente Salute nel Lazio - ERAS Lazio”, presentati nel 2012 al XXXVI Congresso Annuale dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, i quali evidenziano come nelle aeree di più alta esposizione (in un raggio massimo di 7 chilometri da Malagrotta), “sono stati registrati eccessi di mortalità statisticamente significativi per alcune forme tumorali: colon retto, vescica, laringe, mammella, malattie ischemiche del cuore e malattie dell’apparato urinario“, oltre un peggioramento di tutte le patologie a carico dell'apparato polmonare. Le ricerche attribuiscono le cause all'inquinamento prodotto nei passati decenni dagli impianti per il trattamento dei rifiuti”. Ci sono inoltre anche costi economici spesso sottovalutati a carico delle famiglie e della collettività, dovuti alla perdita di giornate lavorative per malattia o per assistenza dei malati o per i costi delle terapie o per invalidità. Inevitabile, secondo la portavoce delle associazioni, Silvia Damiani, la possibilità di azioni di risarcimento collettive per danni collegati proprio alle patologie legate a questo nuovo inquinamento.

Ma quello sulla salute delle persone non è l'unico aspetto critico di queste megadiscariche. Infatti si aggiungono fattori economici rilevanti soprattutto quando abbiamo a che fare con territori ad alta vocazione turistica come quello del lago di Bracciano. Il valore delle case, secondo gli agenti immobiliari, sarebbe destinato a diminuire del 30% circa e simile è il decremento applicabile a tutti i terreni agricoli coltivati, in particolare quelli a vigneti.

Rimarrebbe poi da capire chi verifica la non nocività per l'alimentazione umana delle coltivazioni orticole intorno a discariche e inceneritori o a molti impianti a biogas, dove di “bio” c'è poco ma di inquinanti invece ce ne sono parecchi.

Ma cosa ne pensa di Cupinoro il presidente della Regione LazioNicola Zingaretti? All'agenzia ASCA, poco più di un mese fa, ha dichiarato ''Costruire un nesso tra la chiusura di Malagrotta e il trasferimento di Malagrotta a Cupinoro è ridicolo''.

Niente di nuovo, ma se è tanto ridicolo perché il Presidente non conferma che i rifiuti di Roma non arriveranno mai a Cupinoro e rimarranno invece all'interno del territorio comunale di Roma Capitale? Nell'attesa che prima o poi la Capitale non sia solo quella del record di raccolta indifferenziata.

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