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La desolante inutilità della Storia

Ricordate il governo Prodi?

Durò dal 2006 al 2008, quando cadde rovinosamente come era giusto che accadesse ad una coalizione che era peggio di un’armata Brancaleone.

Bertinotti fece carte false per allearsi con quelli che erano i DS, convinto che erodere da dentro il neoliberismo più o meno strisciante di Prodi e carrozzone al seguito fosse il modo migliore per pilotare un cambiamento che costruisse un’altra idea di sviluppo civiltà e convivenza.

A chi esprimeva dubbi sulla bontà dell’idea di far diventare Rifondazione un partito di governo, schiacciato com’era all’interno del branco di democristiani che si facevano chiamare Ulivo, veniva generalmente risposto che un partito di lotta poteva anche esser di governo, e che di questo non c’era da vergognarsi.

Basta ghettizzarci, si diceva, era venuto il tempo di raccogliere la sfida di un governo che per la prima volta dallo scioglimento del PCI vedeva come protagonista anche la cosiddetta estrema sinistra, e che dunque sarebbe stato folle non provare a dare una sterzata ad un sistema che già allora si sapeva avrebbe provocato disastri inimmaginabili.

Indifferente a qualsiasi critica Bertinotti andò avanti come un treno, con buona pace anche dei più naturali interlocutori di Rifondazione, i movimenti di lotta e la società civile.

Com’è finita lo abbiamo visto.

Per due anni il ruolo di Rifondazione fu quello del cane da guardia che protegge la vita del proprio padrone, due anni durante i quali neanche una virgola, dell’ambizioso programma annunciato in pompa magna da Bertinotti, venne messa in pratica, due anni passati a dire sissignore, perché altrimenti sarebbe caduto il governo per colpa dei comunisti e questo avrebbe reso palese la loro irresponsabilità.

Sei anni dopo, come se niente fosse accaduto, Nichi Vendola sta ripercorrendo lo stesso cammino.

Hai voglia a twittare precisazioni, fare retromarce, pronunciare bei discorsi pieni di poesia e di nobili intenti.

La realtà incontrovertibile è che SEL si è alleata con un partito che è perfettamente organico alla visione di un governo che giusto in questi giorni ha accettato serenamente e senza colpo ferire che l’ILVA continuasse a devastare Taranto e i tarantini, strafregandosene di tutte e tutti coloro che continuano ad ammalarsi e morire di cancro, un partito che mentre ciancia di diritti e lavoro è ben attento a conservare poltrone mazzette e privilegi.

Hai voglia a fare il poeta, caro Nichi.

Si scrive dialogo e apertura, si legge connivenza e servilismo.

Fattene una ragione e smettila di prenderci tutte e tutti per i fondelli.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.47) 29 agosto 2012 16:13

    Bertinotti fece carte false per allearsi con quelli che erano i DS, ma non perché convinto che erodere da dentro il neoliberismo più o meno strisciante di Prodi e carrozzone al seguito fosse il modo migliore per pilotare un cambiamento che costruisse un’altra idea di sviluppo civiltà e convivenza.
    Fece carte farse perché sapeva che in caso di vittoria, LUI, dall’interno, avrebbe maciullato la maggioranza ed aperto le porte al berlusconismo.
    Codesto personaggio, il Bertinotti, ha fatto più male alla sinistra italiana delle squadracce fasciste.
    Anche per questa ragione quello che era il PCI è oggi frantumato in una miriade di sigle il lotta perenne fra loro con buona pace dei lavoratori e degli interessi delle classi più umili.
    Non mi meraviglierei che un domani, il Bertinotti, fosse dimostrato essere un agente della CIA infiltrato nella sinistra italiana.
     Io sono di sinistra. Io mi alzo tutte le mattine per andare al lavoro, al che il mio datore di lavoro rispetti il contratto. Bertinotti, come sindacalista non ha mai firmato un contratto in vita sua. 
    Non ho la pensione di parlamentare, non gioco a fare il comunista sulla pelle degli altri, io voto PD.
    Si dovrebbe vergognare, il Bertinotti, dopo quello che ha fatto, a parlare a nome della sinistra e per i lavoratori. Lui non è di sinistra, ci prende e preso solo in giro.
    Leonardo

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