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La crisi colpisce la Formula 1

La Honda annuncia il suo ritiro dal campionato 2009 a causa della crisi finanziaria. Cosa cambia nella Formula 1?

L’annuncio è dato da Takeo Fukui, presidente della Honda. I motivi: l’attuale crisi finanziaria ha investito anche la produzione della Honda, che decide quindi di riallocare le sue risorse e chiudere il progetto Formula 1, abbandonando il campionato 2009 anche come fornitore di motori. È un fatto molto importante, che sicuramente cambierà la Formula 1.

Innanzitutto, c’è il rischio che altri costruttori di automobili seguano l’esempio della Honda, visto che si trovano nella stessa situazione e non vogliono perdere competitività nel loro core business. Ad esempio Toyota, che entrò in Formula 1 nel 2002 proprio per confrontarsi con la rivale Honda, e che ha visto una netta flessione delle vendite quest’anno. Quest’eventualità metterebbe nei guai la Williams, che da Toyota riceve il motore e il nuovo Kers e che si troverebbe a dover ripiegare su un’altro fornitore (sempre se riuscisse a trovarlo, visto che quasi tutti i fornitori sono già impegnati con due scuderie).


Un problema più immediato è dato dal fatto che, se non si troverà un acquirente, l’anno prossimo si schiereranno solo 18 vetture, mentre gli accordi tra FIA, FOM (Formula One Management, di Bernie Ecclestone) e team prevodono che debbano essere iscritte almeno 20 vetture. Si ipotizza che alcuni team potrebbero schierare una terza macchina, ma non si capisce bene quali team, e se queste macchine porterebbero punti nel campionato costruttori (cosa che darebbe un vantaggio a quei team che schierano o che possono permettersi di schierare una macchina in più).

Comicia ad essere a rischio il Gran Premio del Giappone del 2009, che dovrebbe tornare a Suzuka, dopo due anni al Monte Fuji. Il titolare del ciruito nipponico è proprio la Honda e il suo ritiro potrebbe portare ad un calo di interesse nei confronti dell’evento. L’eventualità è poco probabile, ma comunque non impossibile.


Inoltre, non si sa che fine faranno i componenti del team, in particolare i due piloti (Jenson Button e Rubens Barrichello) e Ross Brawn, che dopo aver lasciato la Ferrari si è dedicato al progetto della Honda.

Si cerca quindi un acquirente per la squadra nipponica e sono spuntati fuori alcuni nomi. Ad esempio, un fondo di Dubai, che voleva acquistare la ex Super Aguri, potrebbe farsi avanti per rilevare direttamente la casa madre, oppure David Richards, titolare della Prodrive, che avrebbe dovuto esordire nel 2008 in Formula 1 con una scuderia gemella della McLaren-Mercedes, potrebbe essere interessato ad acquisire il know-how della Honda.

Infine, la presenza di Ross Brawn e i suoi buoni rapporti con la Ferrari, potrebbero far pensare ad una fornitura di motori della Scuderia di Maranello, che ha perso il contratto con la Force India (che quest’anno sarà equipaggiata da motori, cambio e kers Mercedes, tant’è che nei recenti test di Barcelona, Pedro De La Rosa, collaudatore McLaren, ha provato la Force India motorizzata Ferrari, test autorizzato dalla casa di Maranello, per frenare in anticipo i malelingue), sempre se Brawn non ha già trovato sistemazione altrove (Ferrari?).

L’invito da parte della FIA è di tagliare i costi, e in questa direzione sono state intraprese diverse iniziative: innanzitutto motori meno costosi (si è parlato di un motore turbo da 1.8 litri per il 2011, più economico dell’attuale V8 da 2.4 litri), meno test, nuove formule di qualificazione e componenti sempre più standardizzate.
 
Il rischio è che si vada verso una Formula 1 sempre meno massima espressione della ricerca in campo automobilistico, ma sarebbe il male minore.

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