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F1: E alla fine vince Alonso

In una gara arida di sorpassi ma ricca di colpi di scena, in uno scenario inusuale, il pilota asturiano mette tutti in fila.

Se qualcuno, sabato notte, avesse detto ad Alonso che sarebbe arrivato primo, probabilmente avrebbe risposto con una risata o con un pugno in faccia. Se qualcuno, sempre sabato notte, avesse detto a Massa che sarebbe arrivato penultimo, sicuramente avrebbe risposto con un gesto scaramantico o con un pugno in faccia. Eppure le cose sono andate effettivamente così.

I primi 14 giri della gara sono piuttosto noiosi, un paio di sorpassi al primo giro, Trulli che fatica con la macchina carica di benzina, Massa che scappa, Hamilton che non tiene il passo e Raikkonen che, dopo i primi 5 giri, comincia a recuperare sull’inglese. Al 12° giro, Alonso, partito leggero e con gomme morbide per recuperare, fa la sua prima sosta e cambia strategia, passando anche lui sui due pit. Scelta azzeccata, ma soprattutto, fortunata. Al 14° giro, il suo compagno di squadra perde il controllo della macchina e finisce contro il muro. Safety Car e pit-lane chiusa, proprio nel momento delle prime soste. L’assurda regola che vieta di fare rifornimento durante la Safety Car fa le sue due vittime, Rosberg e Kubica, che sconteranno, più tardi, uno stop & go di 10 secondi.

L’apertura della pit lane arriva al 17° giro, con il rientro di quasi tutti i piloti. Qui arriva il disastro Ferrari. Massa si ferma a fare rifornimento, arriva il segnale verde, ma il bocchettone è ancora inserito. Il pilota riparte travolgendo un meccanico e portandosi dietro il tubo del rifornimento. Per fortuna, si ferma a pochi centimetri dalla fine della pit lane, dove i meccanici possono ancora intervenire senza incorrere in squalifiche. Alla fine, Massa riprende la via della pista, ma è ultimo. La situazione si stabilizza di nuovo e alla ripartenza, nessuno riesce a guadagnare posizioni. Mentre Rosberg scappa via e Trulli lo insegue solitario, dietro Fisichella (ora terzo), si forma un trenino compatto fino a Massa. Alla Ferrari provano a cambiare strategia, richiamando il pilota ai box per un’ultima sosta al 24° giro. Con gli ultimi pit stop, si delinea la classifica finale, che non varierà di molto. Ma il gran premio riserva ancora qualche sorpresa: Massa va in testacoda al 49° giro e Sutil, in parte per schivarlo, finisce contro il muro. Di nuovo Safety Car, ma questa volta senza sconvolgimenti. Sembra che la gara sia finita, ma ci pensa Raikkonen a dare un ultimo dispiacere ai tifosi ferraristi: al 57° giro, mentre era quinto, si stampa contro un muro e termina la sua corsa. Vince Alonso, su Rosberg e Hamilton.

Se la corsa ha riservato colpi di scena, non è stato sicuramente merito del tracciato, noioso e privo di veri punti per sorpassare (solo alla curva 7 e solo se si è molto più veloci di chi precede). La Ferrari è stata sfortunata, aveva introdotto il sistema del semaforo per maggiore sicurezza (la luce verde si dovrebbe accendere solo quando il bocchettone è disinserito), ma non si è ricordata del detto: “Se qualcosa non c’è, non può rompersi”; e il sistema si deve essere rotto. Raikkonen ha ottenuto ancora una volta il giro più veloce, ma per portare punti a casa serve arrivare in fondo, cosa che il pilota finlandese ultimamente non fa. Hamilton, come i gatti, cade sempre in piedi. Non è stato autore di una gara strabiliante, ma non ha avuto intoppi e si è ritrovato terzo, allungando su Massa. Per quanto sia stato fortunato, Alonso ha sicuramente meritato la vittoria, soprattutto alla luce dei risultati delle prove libere. Se la pompa della benzina non si fosse rotta, avrebbe buttato fuori Hamilton dalla top ten, costringendolo ad una gara diversa. Adesso, per vincere il mondiale, a Massa non basterebbe arrivare primo in tutte le gare, l’apporto di Raikkonen è fondamentale, che deve tenere dietro di sé Hamilton.

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