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La classe operaia va in paradiso passando per la TV

Ve lo ricordate “La classe operaia va in paradiso”? il film di Elio Petri con Gian Maria Volontè del 1972? Era il primo film italiano che ci portava dentro una fabbrica, tra gli operai, le loro storie, e poi i sindacati, la sinistra, i rapporti col padrone.

 

Non so se oggi gli operai vanno ancora in paradiso, sicuramente scelgono luoghi e forme diverse per protestare e rivendicare i diritti. Non è un delitto estivo a intrattenere gli italiani in vacanza nell’estate 2009 - anche perché ormai le vacanze le fanno in pochi, sono brevi, differenziate nei mesi e per questo ce le profumano chiamandole intelligenti - ma le proteste degli operai e finalmente anche quando questi sono pochi a protestare e non scendono in piazza con manifestazioni imponenti, pur essendo appoggiati dai sindacati.

operai della INNSE protestano sulla gru

operai della INNSE protestano sulla gru

Abbiamo visto nei mesi scorsi le proteste dei lavoratori dell’Alitalia, per i quali nella trattativa è entrato il governo e mi chiedevo cosa fosse accaduto se fosse stata una azienda più piccola ad rischiare la chiusura. La risposta è arrivata nei giorni scorsi con la eclatante ed a favor di telecamere, protesta degli operai della INNSE di Milano, saliti su una gru per 9 giorni assieme ad un delegato sindacale per scongiurare la chiusura della fabbrica e sperare in un accordo per la vendita della società. L’ accordo INNSE è stato raggiunto, la protesta è entrata nel cuore della gente, lo stabilimento non sarà smantellato e l’azienda metalmeccanica continuerà a produrre, gli operai a campare le famiglie.

Qualche giorno fa un’altra protesta analoga, quella di sette operai dello stabilimento Cim di Marcellina, vicino Roma saliti su una torre miscelatrice a 37 metri di altezza per protestare contro la decisione del Comune di fare un bando pubblico per affittare il terreno dove sorge la Cim, invece di dare seguito ad un accordo raggiunto nel 2008 nella prefettura di Roma. Ma si sa, i fratelli minori, i secondi figli hanno attenzioni minori, e la stampa non ci si è buttata a capofitto come per la INNSE.

operai_cim

Anche per i delitti estivi accade la stessa cosa. Ci sono omicidi che per le caratteristiche fisiche delle vittime, per la loro condizione socio-economica e per le modalità del delitto sono più mediatici di altri. Sarà che alle porte di Roma sono un po’ burini, fatto sta che la storia di Marcellina non era destinata ad avere la ribalta nazionale, ma l’aiutino è arrivato dagli operai sulla gru di Milano. I cinque operai della INNSE si erano collegati, grazie a Radio popolare, con i quattro lavoratori della Cim (tre erano nel frattempo scesi).

Morale: il vecchio sciopero potrebbe essere giunto al tramonto come metodo di rivendicazione dei diritti sul lavoro o non funzionare più. Bisogna utilizzare nuove forme di lotta. Molti pensano alla rete, ma io penso alla lotta in presenza, al sudore degli operai, alla fame, alla mancanza del bagno, alle mogli ed ai figli in pena, alle terribili incertezza della vita che si fa precaria. Dobbiamo resistere, dobbiamo inventare nuove forme di lotta, magari federate, gemellate, ma reali, concrete, e a favor di telecamere, perché purtroppo la classe operaia non va più in paradiso se non passa per i mezzi di informazione, soprattutto per la TV.

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