• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > La bella signorina di Equitalia

La bella signorina di Equitalia

Sono andato in una sede di Equitalia, ahimé, per una cartella esattoriale. L’esperienza non è stata quella tragica che si legge ormai spesso sui giornali, con lo sgomento che si intuisce nelle scarne righe di stampa che parlano di angosce, di senso di sconfitta, del fallimento di una vita.

Ci sono andato per rateizzare un importo relativamente piccolo, di un pagamento non fatto nei tempi giusti per una banale dimenticanza.

Stupida, perché ora mi costa di più, ma pazienza. E rateizzo il pagamento perché così la rata non supera i cento euro al mese (è il minimo importo di rata che accettano) e non mi pesa più di tanto.

La signorina che mi riceve è carina. Giustamente un po’ sulle sue, ma mi piace sbirciarla senza essere visto (che stupidaggine, chiunque sa se qualcuno lo sta guardando, anche se non guarda a sua volta). Seria, con qualche accenno di stanchezza sul viso giovane un po’ pallido. Non deve essere un divertimento fare il gabelliere per otto ore al giorno, più gli straordinari, in un periodo come questo.

In breve la mia pratica è sistemata con reciproca (sic!) soddisfazione e vado alla cassa per il primo acconto. La "mia" giovane donna mi prende sotto la sua ala protettrice - dove mi trovo bene - e dopo il pagamento mi saluta con un sorriso contenuto. Continua a piacermi (ma anche lei ormai lo sa). Se per caso mi legge, la saluto. Magari con un bacio, addirittura.

Insomma, per favore, non mettetevi a inveire contro gli impiegati del fisco; non sono loro i colpevoli di questa situazione. Fermiamoci prima che qualcuno si faccia male per davvero.

Ma la gentilezza della signorina, lo sappiamo bene tutti - così come la commozione per i suicidi del direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Befera - non bastano per fare di questa società un società umana; e di questi rapporti fra i cittadini e le istituzioni, dei rapporti umani.

Troppe cose non quadrano; ad esempio che i grandi patrimoni sfuggano a quel contributo drastico richiesto per affrontare una crisi di questa portata. Pur sapendo che i grandi patrimoni sono tali o perché accumulati con artifici di vario tipo (e non aggiungo altro) o perché si sono autoalimentati nel corso di decenni con la rendita o la speculazione. In ogni caso nessuno ci si è massacrato la vita per metterli insieme più di quanto un qualsiasi altro lavoratore si sia massacrato sul suo modesto lavoro mal retribuito. Le giornate sono di ventiquattr’ore per tutti, non è che i ricchi sono diventati tali perché ne hanno lavorate quarant’otto al giorno.

Va bene, lo so, discorsi da comunista.

Intanto però la patrimoniale non si fa. Nonostante la povertà si diffonda e nonostante il parere favorevole sulla sua introduzione anche da parte di persone decisamente benestanti. Anche l'ex presidente di Confindustria, Abete, era favorevole.

Ma che i grandi patrimoni continuino a sfuggire tutt’ora ad un robusto prelievo è cosa che grida vendetta. Si dice che i quattrini così raccolti non risoverebbero la situazione; può essere, ma ce lo volete far vedere? Ce lo volete dimostrare? E se anche fosse così, lo volete fare lo stesso, così gli altri, quelli che tirano la cinghia, si sentono un po’ meno fessi?

Poi le tasse: se Hollande vuole tassare al 75% i redditi sopra al milione di euro, due conti - economici e sociali - se li sarà fatti, o no? Noi abbiamo pensioni minime da rivalutare. Subito, a tutti i costi, perché non si può pensare che dei vecchietti vadano a rubare al supermercato per sopravvivere, che diavolo! Aumenta le tasse sui super ricchi e alza le pensioni minime. Poi commuoviti se ti va, sulle tristi sorti dei paperoni.

Ma non è finita. Parliamo dell’INPS.

Se siete un lavoratore autonomo, lavorate e pagate i contributi. Qualunque sia la cifra voi li pagate per anni: dieci, dodici, quindici. Poi arriva la crisi e non ce la fate più. Se volete la pensione dovete pagare i contributi per un minimo di vent’anni, ma se vi fermate prima sembrerebbe legittimo pensare “vabbé non ce la farò ad avere la pensione, pazienza; mi ridaranno i miei contributi, quelli che ho già versato, e andrò a vivere in un paesino del terzo mondo, o del quarto, cercando di farmeli durare”.

Errore. I vostri contributi se li tengono. Sono soldi vostri che voi avete pagato all’INPS (si chiama sistema contributivo) perché poi ve li renda sotto forma di vitalizio una volta arrivato all’età (se riuscite a raggiungerla) della pensione. Ma se non pagate per tutti i vent’anni, quello che avete già pagato ve lo perdete. Se li tengono. In altri termini: ve li rubano.

Chiaro il concetto? Sono soldi vostri, ma ve li prendono. Zitti zitti li useranno per pagare la pensione a qualche politico o a un supermanager, che so. Nel silenzio assurdo, complice, di tutti, partiti, giornali, sindacati (tranne i soliti rompicoglioni dei Radicali che hanno provato a fare manifestazioni contro il furto dei “contributi silenti, li chiamano così, ma senza ottenere granché, sembra).

Se qualcuno ne sa di più me lo dica, ma a me risulta che, se non si raggiunge la base minima per maturare la pensione i contributi versati sono persi e sono quegli stessi contributi che oggi la Fornero lvuole portare al 33% e che andrebbero a sommarsi ad una tassazione media attorno al 40%: in sintesi in Italia, nel caso di perdita di quanto versato, si sarebbe a prelevamenti pari al previsto, fatidico 75% francese, ma sui redditi di un modestissimo professionista, non su quelli di un milionario.

E se poi per caso volete rateizzare un qualche arretrato, tentando di raggiungere quella benedetta soglia minima, sappiate che al massimo vi concederanno 24 rate, non 60 come fa Equitalia; e al tasso favoloso del 7%; quanto prende di interesse una qualsiasi finanziaria che di lavoro presta i soldi. Vi risulta che l'INPS sia una finanziaria? Vi sembra logico che debba speculare sulle rate concesse a un povero cristo in difficoltà?

E si potrebbe continuare a lungo, molto a lungo. Siamo all’affermazione del disumano su scala planetaria. Prima di ricostruire daccapo questa società, su basi più umane, il lavoro da fare sarà immenso e ci vorrà gente con le idee e con le palle. Nel nostro paese abbiamo visto per troppo tempo solo furbetti, profittatori, mignotte e bavosi arruffapopolo. Sostituirli con altrettanti furbastri dall’aspetto algido o scarruffati beceri urlanti non mi suona granché utile.

Non è la freddezza e non è la rabbia che fa diventare più umana una società: è la determinata, caparbia, solida e inamovibile certezza che vanno modificati i fondamenti stessi della società, con teorie e prassi adeguate e approfondite - culturali, economiche, sociali - ma con un'idea centrale e indiscutibile che è quella che un essere umano non è un animale e che quindi non può essere trattato alla stregua di un animale. E' un essere sociale e se lo è alcuni elementi di fondo devono essere rispettati e garantiti: salute, casa, salario minimo, ma anche rispetto dei suoi diritti, comprensione per le sue difficoltà, agevolazioni perché possa farcela a rispettare i suoi doveri (ad esempio con rateizzazioni più lunghe ed alleggerite dagli enormi balzelli che ci vengono caricati sopra).

E poi anche punizioni per chi fa il furbo sul serio (non per i ladri di polli o per un poveraccio che attraversa il mare su una barchetta per cercare una vita decente).

O così oppure il nostro domani sarà di una cupezza spaventosa. Soprattutto i giovani (ma non solo loro) vorrebbero un futuro, non futures, che di questi se ne sono visti anche troppi.

Per chiarirsi le idee: è stato pubblicato un libro che si intitola "La trappola. Radici storiche e culturali della crisi economica", ed. L'Asino d'oro. L'autore, Andrea Ventura, insegna Economia per le Scienze Sociali e - traggo dal comunicato stampa della casa editrice - afferma: "Quella che stiamo attraversando può essere considerata una ‘crisi antropologica’, cioè la crisi di un’identità che si definisce nel rapporto razionale, utilitaristico, con gli oggetti materiali e che ha smarrito la consapevolezza del valore del rapporto interumano".

Tanto basta per capire che bisogna andare molto a fondo nella nostra cultura per acchiapparne i nodi di disumanità da sciogliere. Perché l'idea che l'uomo sia un homini lupus è una ignobile stupidaggine: non è un lupo e non inveisce, ululando alla luna, come è capace di fare un qualsiasi saltimbanco della politica. Restiamo seri.

Commenti all'articolo

  • Di Geri Steve (---.---.---.171) 14 maggio 2012 17:04

    Scrivendo un articolo in cui si saltella dalla bella signorina di Equitalia all’INPS e all’antropologia, passando per la tassazione dei patrimoni, si scrive tanto ma senza dire niente di preciso.

    Tanto per fare un esempio: Hollande NON ha detto di voler tassare al 75% i grandi redditi (come scritto nell’articolo), ma ha detto invece di voler tassare al 75% la parte eccedente il milione di euro, e fa una bella differenza.

    La storia dei “contributi silenti” non puo’ essere stralciata dal grande problema dell’uso completamente distorto della previdenza: è con il furto di quei contributi e con l’aumento incontrollato del debito previdenziale che in Italia per decenni si è potuto andare in pensione con il solo computo degli anni di contribuzione, senza tener conto della contribuzione reale e dell’aspettativa di vita. Per non parlare della follia contabile delle pensioni di reversibilità! Grandi opinionisti (come Scalfari) hanno ripetuto per anni che l’INPS sarebbe in attivo semplicemente perché loro non computano l’enorme e crescente debito previdenziale dell’INPS. Quando la gente parla dei suoi "diritti acquisiti" non sa che quei diritti sono in gran parte campati in aria e che dovrebbe invece parlare di "diritti promessi ma senza copertura".

    Sono tutti argomenti complessi su cui la gente non è informata, e spesso è disinformata: sparare giudizi senza neanche provare a fare un po’ di chiarezza significa soltanto fare rumore. E ce n’è già troppo.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.107) 14 maggio 2012 17:20
    Fabio Della Pergola

    Geri, può darsi che abbia saltellato qui e là, ma tant’è: è così che mi viene di scrivere e di articolare un discorso.

    Su Hollande può darsi che mi sia sbagliato, ma mi pare che in sostanza la sua proposta sia quella di incidere sui redditi molto alti, cosa che in Italia (al di là della progressività dell’imposizione fiscale) non si prospetta neppure.

    Sull’uso della previdenza "distorta" sono d’accordo con te, ma il problema dei contributi silenti è un problema a sé che deriva da un vero e proprio furto da parte dell’INPS; non capisco perché lo si debba necessariamente inquadrare nel Grande Problema e non lo si possa invece affrontare anche a sé o stralciare come dici tu. Credo invece che lo si debba assolutamente fare perché c’è gente che si è vista rubare quanto ha versato senza che nessuno dicesse una parola.

    Se faccio un po’ di rumore, pazienza; scusa ma mi pare che su questi argomenti ci sia molto bisogno di rumore. Se poi il tuo commento serve per aggiungere chiarezza al mio fracasso...ben venga.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares