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La Pupa e il Secchione: Perché in Italia l’evasione scolastica è più pericolosa dell’evasione fiscale

La Pupa e il Secchione: Perché in Italia l'evasione scolastica è più pericolosa dell'evasione fiscale


Immagina un Paese che abbia le sembianze di una bella donna.
 
Con al posto del cervello le tette, ed al posto dei piedi il cervello.
 
Quante vittime faccia un reality-show del genere in fondo non si sa.
 
Né si potrebbe mai determinare con un sondaggio, né calcolare con un question time in Parlamento, o con una delle tante statistiche alla Mannheimer da Bruno Vespa.
 
Ma intanto quelle vittime ci sono. Si sentono. Si percepiscono.
 
Sembra che alle ultime elezioni regionali un elettore su tre non sia andato a votare. Su 40 milioni di aventi diritto, sono andati a votare 26 milioni di italiani: mancavano all’appello 14 milioni di persone. Pensiamo per assurdo che 7 milioni non siano andati a votare perché indignati dalla situazione politica attuale (pluri inflazionato il celebre "Sono tutti gli stessi"), mentre altri 7 milioni non ci siano andati perché di politica non ci capisce un cazzo.

Anche se la tentazione di parlare dei nostri massimi rappresentanti istituzionali, piuttosto che solo dei nostri concittadini è tanta: come giustamente ha sottolineato Gilioli l’altro giorno, dovremmo chiederci ogni giorno in che Paese viviamo, visto che nello stesso giorno il Presidente della Repubblica si è occupato di Totti, mentre quello del Consiglio della Dandini.
 
Ma prendendo spunto da una celebre riflessione di Andrea Camilleri, oggi io vorrei provare a parlare di ciò e di altro. Camilleri disse in un’intervista che gli Italiani votano Berlusconi perché vorrebbero essere come lui. La domanda che mi sorge spontanea è: e quelli che non lo votano? E quelli che non votano né lui né qualcun altro?

 
Per quelli che lo votano, non lo votano o che votano altro, per chiunque di loro sarà arrivato il bivio: il momento di scegliere se essere una Pupa o un Secchione.
 
La scuola, l’università, la laurea o cosa?
 
Non perdersi un provino. Scegliere l’abito giusto. Imparare bene lo stacchetto. Ostentare con disinvoltura. Il fascino è nel portamento. Il successo, e se è possibile... subito.
 
Ok, in niente. Ed inevitabilmente Scuola Addio.
 
Ma delle vittime dell’evasione scolastica nessuno ne parla. Né si scandalizza se ha a che fare con una di loro. I vivi dell’evasione scolastica sono peggio dei morti sul lavoro.
 
Di quelli che muoiono nei cantieri e nelle cisterne, almeno se ne parla per un giorno. Trovi sempre un giornalino che per occupare un buco, quel giorno ci scrive un necrologio.

Di quelli che vivono di evasione scolastica invece non se ne parla, ma l’Italia di essi si nutre ogni giorno: è un cancro che a parere mio è peggio dell’evasione fiscale. Anzi, secondo me quella scolastica è propedeutica a quella fiscale.
 
E nel Profondo Sud sembra che tutto ciò si traduca soprattutto in Mafia. In uno status symbol, in un valore nel quale identificarsi, in un ottimo ammortizzatore sociale.
 
Nel profondo Nord ancora non si capisce.
 
Forse si traduce in Inter, Milan e milioni di aspiranti calciatori, o forse in una cavalcata di passerella, in una piroetta di uno studio televisivo, in una lotta spietata all’ultimo provino.
 
Ma in un modo o in un altro, è l’Italia intera che sta fallendo.
 
Come un povero Secchione membro del Mensa, con un QI di 160, che sbava ai piedi di una Pupa che confonde Sandro Pertini con Onassis.


"Hai qualche ambizione? Allora vai via dall’Italia. Lascia l’Italia finché sei in tempo. Cosa vuoi fare il chirurgo? Qualsiasi cosa decidi vai a studiare a Londra, a Parigi, vai in America se hai la possibilità. Ma lasciate questo Paese. L’Italia è un paese da distruggere. Un posto bello ed inutile. Destinato a morire."

Come un Paese che oramai ha assunto le sembianze di una donna.
Con al posto del cervello le tette. Ed al posto dei piedi, il cervello.
 

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