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La Nato si arrende, i talebani nuovamente alleati contro i russi

 

La soluzione militare, ormai è chiaro, non c’è. Ecco perché sette anni dopo l’invasione dell’Afghanistan anche gli Stati Uniti ora sono pronti a sostenere trattative tra il governo di Kabul e i talebani, a patto che dai negoziati sia esclusa al Qaeda. Lo ha detto al vertice dei Ministri della Difesa Nato di Budapest il segretario alla Difesa Usa Robert Gates, dopo l’appello al dialogo lanciato la scorsa settimana dal presidente afghano Hamid Karzai al mullah Omar e il successivo via libera di Londra.

 
Secondo il capo del Pentagono un’opera di riconciliazione in Afghanistan gestita da Kabul potrebbe porre fine alla guerra. Questo solo se i talebani rispetteranno i termini posti dal governo afghano alla cui sovranità i talebani dovranno sottomettersi "Ci deve essere infine, e sottolineo infine, una riconciliazione come parte di un risultato politico a questo (negoziato)", ha spiegato Gates perché la riappacificazione "sara’ la definitiva exit strategy per tutti noi".
 
Il segretario alla Difesa ha comunque chiarito che gli eventuali negoziati non potranno mai includere chiunque faccia parte di al Qaeda: "Dobbiamo essere sicuri di non parlare con loro", ha chiarito Gates.
 
Gli Usa dopo l’11 settembre 2001 invasero a dicembre l’Afgfhanistan per abbattere il regime talebano che aveva ospitato Osama bin Laden e i vertici della sua organizzazione. In Afghanistan gli americani hanno circa 32.000 soldati, divisi nell’operazione Enduring Freedom (18.000) e nel contingente Isaf della Nato (14.000). Le vittime americane sono state finora 610 (Rainews24).
 
"In un contesto radicalmente mutato come quello attuale era prevedibile un cambio di strategia della Nato, così con un ennesimo cambio di rotta di 180° i talebani ridiventano amici (forse il termine è eccessivo, meglio dire utili alleati). I russi alleati contro il "terrorismo" ridiventano nemici e vanno arginati. In realtà per la Nato i russi sono solo un problema ma non "il" problema che è e rimane la corsa agli enormi giacimenti caucasici che sono contesi agli occidentali dai cinesi. In questo enorme e pericolosissimo gioco sono attualmente saltate molte allenze e se ne sono costituite di nuove. L’India ha stretto, negli ultimi giorni, un’alleanza strettissima,condita da accordi in materia nucleare, con gli Stati Uniti. Questi ultimi hanno capito che il Pakistan non è un alleato leale ed hanno deciso di destabilizzare e dividere il paese in una miriade di staterelli facilmente controllabili. Una volta aperta questa strada sarà più facile far passare il petrolio ed il metano del Kazakhstan fino ai porti indiani. Il Pakistan confina con India Cina e Iran, già questo dovrebbe far capire l’ennorme importanza di questo paese e si affaccia sull’oceano indiano. Ciò che non si piega si spezza, questa sembra la regola adottata con i pakistani, un paese che all’interno non ha mai raggiunto una completa unità nazionale. Con l’Afghanistan vale il discorso contrario e cioè ciò che non si spezza si piega, così i talebani riavranno il controllo del territorio, del traffico di oppio e armi e saranno grandi alleati contro russi e cinesi.


Commenti all'articolo

  • Di Ivan (---.---.---.114) 13 ottobre 2008 17:12

    Un pò troppo semplicistico...

  • Di Reza (---.---.---.210) 14 ottobre 2008 15:36
    Reza

    A mio avviso, la conclusione a cui oggi giunge il Pentagono, non è frutto del fallimento di una strategia, poiché la strategia americana in Afghanistan non è mai stata altra che il controllo del ponte che collega la Cina ai fonti di energia centroasiatica e mediroiantali.
    Questo ponte è l’Afghanistan e la sua presa era necessaria per la strategia dei neocons per realizzare il progetto di "A new american centaury".
    Forse molti non riescono a capire l’importanza di questo punto e , molto probabilmente, le stesse persone non desiderano collegare questo discorso alla invasione dell’Iraq inventata in base alle bugie documentate dell’amministarzione Bush sui pressunti collegamenti tra Saddam ed Alqaeda, ma la realtà dei fatti è questa; l’Afghanistan è la porta della Cina sul gas e petrolio del centroasia e del medioriente e l’Iraq è il più grande serbatoio di petrolio a basso costo del medioriente.
    Inoltre, l’Afghanistane l’Iraq delimitano lo stato "ribelle" quale è l’Iran per i progetti israeloangloamericani nelle due regioni che, senza esagerare, sono determinanti per il futuro dell’economia mondiale.
    Cosi i taliban sono rimasti vivi e vegeti ed hanno avuto la possibilità di rinforzarsi in questi anni,grazie ai finanziamenti dei sciechi arabi, finanziamenti di cui gli israeloangloamericani sono bene a conoscienza, e la stessa cosa succede in Iraq dove i baasisti sono stati riorganizzati per un prossimo futuro golpe contro il governo Almaliki.
    In Iraq, il governo attuale si trova sotto la forte pressione e il ricatto israeloangloamericano sulla firma del "trattato di sicurezza" che essi hano preparato per gli iracheni, il succo di questo trattato è ,semplicemente, la capitolazione dell’Iraq da qui all’eternità di fronte ai israeloangloamericani per la difesa, politica estera, petrolio ed economia.
    Per ora il governo di Almaliki resiste alla richiesta(tipo quelli da non rifiutare della mafia) degli yankees e molti punti del "trattato" sono stati modificati, ma l’ossatura principale di questa, la capitolazione in politica estera, difesa e petrolio, è ancora rimasta tale come la proposta originale degli israeloangloamericani.
    Oggi, gli israeloangloamericani stanno preparando un golpe contro Almaliki in Iraq, allo stesso modo in cui stanno agendo in Afghanistan coi taliban ,e la loro scelta cade sui prepotenti, mentre il voto dei due popoli per l’America che dichiara di trovarsi in questi due paesi solo "per propagare la democrazia" conta proprio niente.
    Il Re saudita sta per partire per Baghdad, finora i governi arabi hanno seguito il dettato della casa wahabita, isolando il governo iracheno in tutti i modi, mentre contemporaneamente mantenevano il legame di sostegno coi taliban in Afghanistan, ma oggi sembra, come l’ultimo tentativo anti iraniana, gli israeloangloamericani abbiano deciso di usare l’influenza dei governi arabi per riportare al potere i taliban in Afghanistan e i baasisti in Iraq.
    Questo è "exit strategy" degli israeloangloamericani dall’Afghanistan e dall’Iraq ed è una strategia basata su contenimento dello sviluppo dell’Iran come potenza regionale.
    Sono sicuro che entro poco tempo, se queste porcherie isareloangloamericane vanno in porto, i taliban saranno cosi forti che attaccheranno il Pakistan e diveranno una potenza atomica da usare, da parte degli israeloangloamericani, come un incombente minaccia contro l’Iran.
    Forse a tutti sfugge il fatto che il tutto in Afghanistan iniziò con il ritiro del Halliberton da questo paese e con annullamento del progetto dell’oleodotto che doveva portare il petrolio dei paesi centroasiatici della zona all’est del Mar Caspio, via Pakistan, al mare aperto ?
    Quel progetto è stato solamente accantonato per "sistemare" la situazione afghana e oggi, al contrario di quel che dicono i politici sul fatto che "le cose in Afghnistan vano male", è arrivato il momento per riprendere la situazione da dove è stato la lasciato prima dell’11 settembre.
    Potrebbe sembrare che non esistono alternative e che i taliban sono forti per conto loro, ma questo non è la realtà , la propaganda israeloangloamericano vuole che all’opinione pubblica occidentale risulti cosi, ma ciò non è la realtà, la realtà comprende il ruolo di sostegno degli sciechi arabi ai taliban , cosa che è continuato in tutti questi anni senza alcun disturbo da parte israeloangloamericano, ma combattuto fortemente da parte dell’Iran.
    I protagonisti in quella regione sono : gli israeloangloamericani+ i sciechi ararbi, la Cina, la Russia e l’Iran.
    Ogni valutazione del scenario, senza un attento analisi dei ruoli di ognuno di questi protagonisti, porta a risultati sbagliati. 
     

    • Di F.G. (---.---.---.212) 18 ottobre 2008 10:54

       Hai analizzato bene la situazione, significa che hai letto bene tra le righe, tra gli attori principali non dimenticherei l’India che ha raggiunto importanti accordi con gli Usa ed ha forti interessi a smembrare il Pakistan

  • Di Vale (---.---.---.187) 3 marzo 2009 11:21

    Grazie per questo articolo e grazie al commento di Reza.

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