• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > La Campania e l’Ente senza gloria: il Consorzio di Bonifica

La Campania e l’Ente senza gloria: il Consorzio di Bonifica

Uno degli enti che da anni causa polemiche in Campania è il Consorzio di bonifica integrale comprensorio Sarno, istituito nel 1952, a cui manca un consiglio di Amministrazione da oltre un trentennio e commissariato dal 1992.

Tempo fa in Italia c’erano molte paludi che si pensò di bonificare per trasformarle in terre coltivabili. Cominciate più di un secolo fa, le bonifiche furono terminate prima dell’ultima guerra e le terre assegnate ai contadini o comprate da latifondisti.

Poiché costoro traevano un beneficio dalla terra bonificata e coltivata, nel 1904 uscì un regio decreto che prevedeva il pagamento di uncontributo di bonifica”, da versare a consorzi appositamente costituiti, i quali avevano anche il compito di una eventuale manutenzione delle opere svolte.
 
Successivamente, un altro regio decreto del 1933 ha regolato di nuovo la materia riferendosi generalmente agli “immobili” tenuti a versare il contributo, anziché ai terreni.
 
Quando, a cominciare dagli anni ’60, gran parte delle terre furono abbandonate e sulle ex paludi furono costruite città, i proprietari che andavano ad abitare le case, cominciarono a ricevere le cartelle esattoriali in cui era inclusa una nuova tassa: il contributo di bonifica.
 
La cartella arrivava e arriva a migliaia di cittadini, per il semplice motivo che la generica dizione “immobili” comprende anche le case e, fatto ancora più strano, arriva a proprietari che abitano in zone ove non ci sono mai state paludi ma, per motivi altrettanto strani, esistono ugualmente i consorzi di bonifica.
 
Su questa tassa “fuori tempo e fuori luogo” sono sorte innumerevoli liti giudiziarie a causa del groviglio di antiche norme che la circondano e tutt’ora continuano a ricevere l’avviso di pagamento, cittadini che abitano in palazzi moderni situati nei centri urbani e che non hanno la più pallida idea di cosa si tratti e perché la stessa debba essere pagata.
 
Vale la pena ricordare che la definizione di “contributo” ci dice che esso è “un prelevamento obbligatorio di ricchezza, al quale vengono assoggettate determinate persone, che si avvantaggiano in modo particolare di un’opera o di un servizio di pubblica utilità e che in base a tale definizione è necessario che le opere del consorzio creino un beneficio diretto al contribuente”.
 
Da anni la questione del tributo dovuto ai Consorzi di Bonifica è oggetto di molti contenziosi e azioni istituzionali. Centinaia di ricorsi sono presentati dai contribuenti e non solo in Campania, ma in tutta Italia, al punto che da più parti arrivano proposte di legge che chiedono l’abolizione o la rivisitazione di questi enti.
Lo scandalo diventa ancora più ampio, in relazione all’inquinamento ambientale e sanitario che colpisce la Campania, nell’area attraversata dal fiume Sarno.
 
Da tempo conosciuto come il più inquinato d’Europa, il fiume è stato oggetto di numerose denunce e inchieste parlamentari in risposta alle quali è stato nominato un Commissario delegato per il superamento dell’emergenza socio- economico-ambientale del bacino idrografico del fiume, con il compito di provvedere al completamento della costruzione del sistema depurativo e alla realizzazione di reti fognarie. Per la riuscita di tali iniziative sono state stanziate ingenti somme di denaro. Ma, ad essere messo sotto accusa è proprio il malfunzionamento dei depuratori e della griglia per macroinquinanti che non è sufficiente a proteggere dall’inquinamento ambientale. I residenti sono preoccupati soprattutto per le ripercussioni sulla salute provocate da tale degrado. Studi condotti dalle Agenzie Sanitarie Locali e da enti preposti evidenziano, infatti, un aumento delle incidenze tumorali, con un numero di malati per patologie al fegato che supera addirittura la media nazionale.
 
Oltre al danno la beffa, quindi. I cittadini sono, infatti costretti da anni a pagare in bolletta contributi al Consorzio di Bonifica dell’agro nocerino-sarnese, senza che esista nessun intervento da parte di questo ente. E’ sconcertante come ad oggi ci sia un disinteresse generale e una lentezza istituzionale a prendere una decisione netta e ferma su tali criticità. I Consorzi di Bonifica, oggi risultano essere uno strumento sostanzialmente obsoleto e inutile, che causa enormi sprechi di risorse finanziarie ingiustificati in quanto svolgono funzioni la cui competenza è oggi assegnata dalla Costituzione alle Regioni.

Abolire i Consorzi di Bonifica è diventata una necessità non più procrastinabile in quanto si tratta di Enti parassitari e costosi che fanno comodo a pochi e tartassano utenti di un territorio che copre tre province.
 

Commenti all'articolo

  • Di giucas (---.---.---.209) 29 settembre 2009 18:05

    Ormai questi enti sono inutili,e noi poveri contribuenti siamo costretti a mantenerli di tasca nostra.
    Concordo pienamente con l’articolo, un’estorsione lecita la definirei; solo per creare posti di lavoro pilotati dai politici di turno.

  • Di adsusy (---.---.---.192) 2 ottobre 2009 01:11

     sono una cittadina scafatese ed esprimo tutta la mia indignazione per questa gabella inutile per un ente fantasma che si fregia di (e cito ciò che è scritto sul loro sito) Il comprensorio di bonifica si identifica come quella parte di territorio che la legge sottopone ad interventi di bonifica integrale: essi sono finalizzati principalmente a difendere il territorio di pianura dalle acque in eccesso che vi possono giungere o direttamente su di esso con le piogge (acque zenitali o basse) o indirettamente dai versanti circostanti (acque alte). Gli interventi di bonifica possono dividersi in:
    Opere per la difesa dalle acque zenitali
    Opere per la difesa dalle acque alte
    L’attività di bonifica del consorzio assume un ruolo fondamentale per la sicurezza idraulica del territorio, per la conservazione delle risorse naturali, per aiutare la produttività agricola, per accrescere la qualità e il valore dell’area inclusa nel comprensorio. www.bonificagrosarnese.it/
    e gli allagamenti continui delle strade? ed il fetore del fiume SARNO ? e l’inquinamento della falda acquifera? ed intanto arrivano cartelle esattoriali incomprensibili dove non è scritto nemmeno l’anno a cui si riferisce il contributo ed allora cosa dobbiamo fare ? io mi sento veramente presa per i fondelli

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares