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"LA LA LAND": un film per sognare l’amore

Non si può iniziare un discorso su un film come “La La Land” ignorando la realtà, sopratutto quando questa racconta che la pellicola di Damien Chazelle proprio nei giorni scorsi ha ricevuto ben 14 nomination agli Oscar (stesso numero di candidature ottenuto da “Titanic” ed “Eva contro Eva”).

Quante statuette sarà effettivamente in grado di aggiudicarsi lo vedremo a fine Febbraio ma questo non è determinante perché ciò che importa davvero è che “La La Land” può essere già considerato un classico (nonostante in Italia il film sia uscito solo da pochi giorni nelle sale cinematografiche).

Questo sarà per il fatto di ispirarsi ai grandi musical del passato, sarà forse per la storia d'amore al centro del racconto così semplice e per questo profondamente autentica, saranno le musiche e le canzoni azzeccate, sarà l'effetto del jazz ma ciò che rende concretamente questo film indimenticabile oltre a tutto questo è la capacità taumaturgica di sapersi rendere balsamo per le anime.

Perché sin dalla prima scena Chazelle procede spedito nella realizzazione del proprio miracolo e così possiamo vedere trasformare il tremendo traffic jam delle strade di Los Angeles in un connubio di danze scatenate su ritmi sincopati.

La pellicola prosegue poi verso il centro della narrazione, ossia la storia d'amore tra Mia (una eccezionale Emma Stone premiata con la Coppa Volpi all'ultimo Festival di Venezia) aspirante attrice che tra un provino e l'altro sbarca il lunario servendo caffè alle star di Hollywood e Sebastian (Ryan Gosling), musicista jazz con il sogno di aprire un locale tutto suo ma che nel frattempo si ritrova più prosaicamente a suonare brani musicali scelti da altri in “piano bar” dove nessuno lo considera se non come una voce di sottofondo sovrastata dal chiacchiericcio degli avventori.

Sarà il caso o forse il destino a farli incontrare e far scattare la scintilla.

Verranno poi i sogni a dare sostanza al loro racconto; perché “La La Land” non è solo un film ed un musical di ottima fattura ma è in fin dei conti una grande storia d'amore potente e coinvolgente come solo le autentiche storie d'amore lo sanno essere.

Mia e Sebastian uniscono le loro esistenze prendendosi per mano e portando le proprie speranze ad ambizioni lungo il cammino delle loro giovani vite.

Sognare è vivere e vivere è sognare tutto questo è innegabile se ogni giorno si vuole dare un senso alle nostre esistenze e allo stesso tempo verrebbe da dire che rinunciare ai sogni sarebbe come rinunciare alla vita stessa.

Ma il pericolo dei sogni è che a volte essi tendono a mostrarci il simulacro di una loro realizzazione ed allora dobbiamo smettere di danzare sospesi in aria (come avverrà nella meravigliosa scena girata all'interno del planetario) per ritrovare un contatto con la terra sotto i nostri piedi e capire se quello che stiamo vivendo è davvero il nostro sogno o quello di qualcun altro.

Proprio questo accadrà ai due protagonisti quando l'uomo accetterà un lavoro come tastierista nel gruppo pop dei “Messengers”, il quale otterrà grandi riconoscimenti di critica e pubblico ma che porterà il musicista lontano dagli amori della propria vita, cioè Mia ed il jazz.

Quanto valga il fatto di dover scendere a compromessi con le nostre aspirazioni lo sappiamo tutti e se a volte lo dimenticassimo ci sono le bollette e la rata del mutuo a ricordarcelo impietosamente ma a volte abbandonare un sogno vuol dire perdersi senza poi sapersi più ritrovare.

Accadrà così che avendo trovato una stabilità economica Sebastian perderà Mia la quale non lo riconoscerà più, smarrendo il coraggio di sognare ancora si spingerà ad abbandonare Hollywood e il desiderio di divenire un'attrice fino a quando Sebastian non rientrerà (anche se solo per un attimo) nella propria vita regalandole una speranza finale.

Tutti questi fatti scorrono sullo schermo a ritmo di musica e danza garantendo un effetto di meraviglia e stupore allo spettatore.

Tra gli attori del cast solo John Legend è un cantante di professione, ma le prove di Emma Stone e Ryan Gosling sono prove attoriali di un livello altissimo e lo scarto che passa tra i momenti recitati e i momenti cantati segnano la veridicità di un film che vuole portare in scena l'utopia ad occhi aperti.

Il film è come già detto anche un grande omaggio al musical (su tutti è impossibile non pensare a "Sette spose per sette fratelli") e al Jazz.

Il Jazz che come detto “non è solo musica da ascoltare ma anche da vedere” con le sue session sempre diverse una dall'altra, il jazz con la sua poetica a volte struggente a volte eccitante.

Damien Chazelle dopo “Whiplash” non abbandona il mondo della musica e questa coerenza lo porta verso la realizzazione di un vero e proprio capolavoro come questo film sa esserlo.

L'utilizzo ripetuto del “piano americano” ci restituisce per intero il lavoro complesso e completo di coreografie scelto dal regista.

I colori sono caldi e ammalianti come una fantasia adolescenziale capace di accompagnarci lungo la nostra intera esistenza.

In conclusione a questo articolo su “La La Land” credo che possa essere corretto citare Flaubert quando diceva che: “Un cuore è una ricchezza che non si vende e non si compra: si dona” e questo film porta con sé una ricchezza che è un vero piacere ricevere e donare.

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