La crisi dell’editoria

Nulla meglio dei freddi numeri può dare a tutti l’idea di come certe abitudini, usanze, tendenze mutino repentinamente nella società contemporanea. Vorrei oggi parlare della crisi dell’editoria, e soprattutto delle vendite dei quotidiani nel nostro paese. I dati che qui riporto sono presi direttamente dalla federazione italiana editori di giornali e sono facilmente verificabili sul sito www.fieg.it. In particolar modo vorrei soffermarmi sulle "evoluzioni vendite medie quotidiani (2008-2009)".
Già negli anni addietro si ha un trend negativo, ma sembra che nell’ultimo anno ci sia una forte accelerazione (ovviamente al ribasso). I dati che riporto riguardano un lasso temporale che va da gennaio a giugno di quest’anno e sono raffrontati agli stessi mesi del 2008. La somma delle vendite in edicola e degli abbonamenti danno questi risultati:gennaio -5,2%, febbraio -5,3%, marzo -6,6%, aprile -8,3%, maggio -8,1%, giugno -4,1%.
Chi voglia prendersi la briga di verificare anche i dati riguardanti il biennio 2007-2008 noterà come l’accelerazione sia tangibile. Dunque stiamo veramente andando verso un altro tipo di informazione? Un’informazione per così dire digitalizzata? Direi proprio di sì. Internet è una tecnologia che sempre più persone ormai utilizzano, una tecnologia che permette ormai di avere notizie in tempo reale, e non più con un giorno di ritardo. Del resto se dispongo di un computer perchè mai dovrei acquistare un giornale, visto che posso sapere tutto quello che voglio e visto che molti, per non dire tutti, i principali quotidiani nazionali hanno un loro sito sul web?
Altro aspetto non trascurabile è quello dell’interagibilità con chi riporta un’informazione, ovvero la possibilità di lasciare propri commenti e riflessioni su ciò che si è precedentemente letto. So benissimo che molti commenti sono beceri e volgari, o comunque di nessuna utilità, però mi è anche sovente capitato di leggere ottime critiche, riflessioni, e cosa più importante, ben argomentate.
Concludendo: il web ci offre infinite possibilità e sta a tutti noi sfruttarle meglio che possiamo. Solo un dubbio mi resta: la fine della carta stampata sarà indolore? Lo stato, per evitare tutto ciò aumenterà ulteriormente i sussidi, già peraltro sostanziosi, all’editoria? Ai posteri l’ardua sentenza.
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