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L’ultimo Papa

Nulla sarà mai più come prima. Non è un anatema ma un dato di fatto. L’abdicazione di Ratzinger apre in ogni caso una nuova era e una nuova storia, della Chiesa ma anche del mondo laico. In queste ore, il conclave appena riunito, decreterà il nome del nuovo Papa di cui tutti ormai attendiamo di conoscere il nome e il volto.

Il papalotto è già in atto da un po’, ma ritengo di poter dire che mai elezione di Papa sarà più ricordata di quella che avverrà – ci si augura – a breve.

Il responso traccerà in ogni caso una linea di confine fra ciò che la Chiesa era e ciò che sarà.

Troppe parole, troppi scandali, troppe confusioni di ruoli e meccanismi che troppo spesso travalicano i contorni di uno Stato, quello Vaticano e una organizzazione mondiale, denominata Chiesa.

Lo Stato vaticano è uno Stato in tutto e per tutto, e come tale, ha leggi e regole. Distinte dalle nostre. L’organizzazione denominata Chiesa, è però composta da coloro che a pieno titolo, sono cittadini del più piccolo e più potente Stato radicato sul pianeta.

Oggi, notizie di cronaca alla mano, lo Stato Vaticano e l’organizzazione Chiesa, devono necessariamente compiere scelte e non solo relativamente al nome del nuovo erede di Pietro.

Possiamo parlare di qualsiasi cosa: IOR, pedofilia, poteri, collusioni con i poteri laici. Sta di fatto che le popolazioni mondiali attendono di conoscere un nome, mentre ciò che andrebbe conosciuto è una serie incredibile di fatti, eventi e misteri che pochi eletti – è il caso di dirlo – sono nella condizione di conoscere.

Non certo per screditare l’organizzazione Chiesa, quanto per dare un taglio netto con tutta quella serie di dubbi e spesso di atroci realtà, che nei secoli hanno comunque sconvolto il mondo e l’organizzazione clericale stessa, che si trova ora a dover fare i conti con verità taciute ed ora svelate e con i complessi equilibri che solo all’interno di una piramide che punta al cielo, ma in maniera molto umana, devono restare in perfetto equilibrio.

L’equilibrio è spezzato e spazzato via dalla troppa incoerente adesione al mondo ed alle tendenze laiche: oggi si potrebbe dire senza temere scomunica, che molti dirigenti ecclesiastici sono in realtà eretici per loro stessa ammissione e per aver troppo facilmente ceduto alle tentazioni di carne, portafogli e sete di potere.

L’ultimo Papa probabilmente è già parte del passato. Almeno per ciò che riguarda il nostro antico concetto di Papa.

Non sappiamo ancora cosa sortirà dall’urna del Conclave ma non è questo il punto: sarà necessario vivere giorno per giorno, le nuove modalità dell’organizzazione Chiesa attraverso le quali cercherà di recuperare credo e credibilità. Fede e fedeltà al clero.

Forse, nella nuova era appena giunta, assisteremo man mano ad assestamenti, aggiustamenti, regole nuove e nuovi modi di interpretare quell’ambito fin qui considerato sacrale che attualmente è più umano fra gli umani.

Auguriamoci che l’organizzazione Chiesa decida di presentarsi al mondo realmente con una veste nuova, che non è quella della troppo citata sacralità della veste indossata, quanto quella di un recuperato senso dell’umanità, in tutti i sensi.

Preti più simili agli uomini, forse è questa la soluzione meno perversa per tutti.

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