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L’ipocrisia del Governo tecnico: prima annuncia tagli esorbitanti, poi simula il compromesso

Avevo apprezzato molto questo articolo di Viale, anche e forse soprattutto per il richiamo al precedente di Salazar, l’economista accademico che fu chiamato alla testa del Portogallo per affrontare l’emergenza della crisi economica iniziata nel 1929, e governò il suo paese come dittatore clericale e fascisteggiante per più di trent’anni. Ma un po’ per timore che questo paragone non fosse comprensibile (di questa ed altre vicende storiche si sa sempre meno), un po’ perché ero in partenza ed era difficile per me prima scaricare l’articolo e inserirlo sul sito, avevo rinunciato.

Ma rileggendolo ho pensato che sia utile riprenderlo, anche se in ritardo di tre giorni, alla luce di alcune altre vicende del nostro paese che rivelano un collaudato metodo ipocrita di spacciar merce avariata da parte del governo Monti che si riallaccia alle peggiori tradizioni clericali del nostro paese e dell’Europa. Compreso il salazarismo, e il corporativismo fascista.

Esempio da manuale: il governo annuncia il prolungamento dell’orario di lavoro in classe dei docenti (le cosiddette lezioni frontali) da 18 a 24 ore. Lavoreranno in più, e gratis. Il risultato lo capisce anche un alunno delle elementari: se il monte orario viene diviso tra tutti gli insegnanti, assegnando a ciascuno 24 ore invece di 18, il loro numero si ridurrà di circa un terzo. Per giunta è stato contemporaneamente elevato il numero massimo di alunni per classe, che ottiene lo stesso scopo, tagliare altri docenti. Ne avevo già parlato sul sito qualche giorno fa riportando una lettera di un’insegnante (Profumo sgradevole). Ma ora viene il bello: come è successo molte altre volte, l’allungamento dell’orario annunciato a 24 ore settimanali viene modificato: arriverà solo a 21 ore. Ovvio, non si taglieranno posti per un terzo, ma solo per un sesto. Che vittoria!

Tanto per mantenere una vecchia tradizione di ipocrisia, si annuncia anche che le 3 ore in più, anche se non pagate, saranno compensate con un aumento del riposo estivo, delle ferie, di ben 15 giorni. Peccato che gli insegnanti di ruolo le ferie ce l’hanno già nei periodi in cui le scuole sono chiuse, e che la stragrande maggioranza dei precari – a differenza di come era decenni fa, quando io cominciai a insegnare nei licei come supplente annuale e poi come incaricato triennale – oggi non hanno ferie, ma al massimo un assegno di disoccupazione pagato dall’INPS-ex INPDAP.

Mi viene appunto in mente il salazarismo e il corporativismo fascista. Quando di fronte alla crisi detta “del ‘29”, ma che durò fino all’esplosione della seconda guerra mondiale e all’accelerazione della produzione di armi (vera spiegazione del superamento della crisi, mentre il New Deal non era stato sufficiente), la Camera delle Corporazioni in Italia affrontò la crisi in un modo semplicissimo: i rappresentati del padronato nelle Corporazioni (che erano davvero suoi rappresentanti), chiedevano una riduzione dei salari del 30%, i rappresentanti dei lavoratori (che erano anche loro nominati dai padroni) assicuravano che era intollerabile, e proponevano un taglio solo del 10%. Al termine della trattativa si concordava un 15 o 20% di tagli, e i rappresentanti dei lavoratori (i Bonanni di allora…) potevano cantare vittoria: “Col realismo abbiamo evitato una catastrofe e ridotto i tagli al salario!”.

Lo scopo di questi annunci di misure più gravi di quelle effettivamente programmate, è quello di consentire ai complici nel gioco delle tre carte di spacciare come un successo ogni piccola modifica. C’è stato sull’IVA al 2%, per vantare poi la “riduzione” all’1%. Con un po’ di pazienza di esempi se ne trovano tanti. Quanto ai complici, spesso sono preavvertiti e possono fare la voce grossa chiedendo “energicamente” quello che sta per essere annunciato. Ultimo caso Bersani, che ieri ha annunciato “con fermezza” che senza modifiche sulla scuola il governo non avrebbe avuto il voto del PD... Eccolo accontentato: ha avuto la "riduzione del danno", che può spacciare come frutto della sua azione.

Bisogna combattere non solo il governo Monti (ovviamente cominciando con l’andare tutti a Roma il 27!), ma anche i suoi complici, non solo i Bonanni e gli Angeletti, o la Camusso, ma tutti quelli che si differenziano solo a parole dalle sue misure antipopolari, e continuano a stare a rimorchio del PD, che è il più efficace sostegno del governo Monti.

PS: Una precisazione aggiuntiva. L’alternanza di annunci di misure gravissime e di parziali ridimensionamenti, ha anche un'altra funzione: preparare al peggio. Infatti, se ieri mattina avevano annunciato che l’orario settimanale degli insegnanti sarebbe aumentato solo fino a 21 ore, stasera il governo ha parlato di "modifica graduale" dell’orario. Cioè, se ora lo ingozzate a 21 ore, torneremo quanto prima all’attacco…

Per questo, più che mai, è prioritario il compito di cacciare subito questo governo, il peggiore da 150 anni! Un concentrato di ipocrisia clericale e di arroganza padronale…

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Cesarezac (---.---.---.242) 23 ottobre 2012 22:16
    Cesarezac

    Prof.Moscato,

    io ho scritto che il Governo Monti è il peggiore nella storia della Repubblica, Lei è andato oltre, da 150anni!
    Detto questo, mi pare che Lei sia eccessivamente severo con la Camusso che non ha risparmiato critiche al governo alleandosi in questo persino con Giorgio Squinzi presidente di Confindustria.
    Agoravox ha pubblicato in data 23 u.s. un mio articolo in merito, intitolato "CGIL e Confindustria sono d’accordo. Svolta epocale!"
    Spero di leggerLa spesso su AGORAVOX.
    CESAREZAC

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