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L’incredibile geografia sociale di Grillo

Grillo, nel sermone intitolato “ Vi capisco” - pubblicato nel suo sito - disegna in maniera diretta, stante il suo pensiero, la geografia sociale delle “due Italie”.

No, non si tratta, della distribuzione della ricchezza, ripetutamente richiamata dalle statistiche nazionali, quella del 10/50: il 10% della popolazione che possiede il 50% della ricchezza nazionale. E non si tratta neanche del 1/163: ove 1 è la retribuzione media di un lavoratore dipendente, e 163 il compenso medio di amministratore delegato/top manager. E non si parla proprio dell’enorme evasione fiscale che caratterizza il nostro garbato paese. Non c’è nulla sull’enorme intrallazzo finanziario che si godono in pochissimi, a danno della gran parte dei cittadini.

Stante il Grillo-pensiero, l’Italia ricca, gioiosa e contenta (chiamata “Italia A”), accusata di mantenere con il proprio voto inalterato lo stato dell’arte, è rappresentato dal “nocciolo duro” di 23 milioni di persone: pensionati (19) e dipendenti pubblici (4).

Sull’altro fronte, quello della sofferenza, afferma, ci stanno, non quantificati: “lavoratori autonomi, cassintegrati, precari, piccole e media imprese, studenti”. È "L’Italia B”. La prima parte sono i “conservatori”, l’altra rappresenta i “progressisti”.

In questa lunga articolazione di aggregazioni sociali non viene menzionata la parola operaio, tecnico, impiegato e quant’altro (lavoratrici e lavoratori) costituenti, con i molti milioni di persone che quotidianamente duramente faticano, il nucleo portante della struttura produttiva nazionale.

Ben strano, però, così è!

Dalla “categoria protetta”, pensionati, esclude le pensioni al minimo che, aggiunge, “sono una vergogna”. Tutti gli altri sono “benedetti da dio”, messi sul banco degli accusati; come se per tutta una vita non avessero versati sonanti soldoni di contributi (almeno, in particolare, i provenienti dal lavoro dipendente).

Evidentemente sconosce i dati ufficiali degli enti eroganti (Inps, Enpals, Inpdap) 2012: nella gestione INPS il valore medio mensile delle pensionati previdenziali è pari a 859 euro, per il previdenziale-assistenziale corrisponde a 770 euro, con un netto differenziale uomo–donna. L’assegno delle donne è di 569 euro. Il valore medio mensile del trattamento previdenziale e assistenziale totale di tutti i tre enti è pari a 1.131 euro.

Il totale generale degli iscritti (pensionati) ai tre enti in Italia è di 23. 8 milioni, e non 19.

Inoltre, Grillo “nell’Italia B” ci mette gli studenti. Gli ultimi dati dicono che ammontano a 7,3 milioni. Come se questi giovani fossero soggetti economici autonomi, e non, di fatto, “cresciuti” dal soldo dei genitori che in grandissima parte (data la distribuzione delle reali categorie sociali) sono: lavoratori dipendenti, pubblici e privati… e pensionati (per i più grandetti), compreso i nonni che sempre danno lauto soldo.

Proprio, una grande confusione! Quella disegnata da Grillo. Un’Italia empirica, irreale. Lontanissima, e non veritiera, dal paese reale.

Poi la gente, a lungo andare, sente bene, approfondisce, riflette e decide.

Dal pentolone apparecchiato, tolto il coperchio, esce solo fumo… di arrosto non c’è nulla. Solo un gran vocìo.

Il crollo elettorale delle comunali di pochi giorni addietro lo testimonia tutto! Avanti così che l’urna si svuota.

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