• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > L’importanza del fatturato

L’importanza del fatturato

Sempre più si tende a considerare l’importanza di un’azienda in base al fatturato!La società AAA fattura 20 milioni di euro... la società BBB ne fattura 200... poi c’è la CCC che arriva a 2.000 milioni, quindi 2 miliardi... e finiamo con la DDD che è a 20.000 milioni, ovverossia 20 miliardi di euro!

Ma che belle aziende. Le ultime due saranno, quasi certamente, anche quotate in borsa. Se la prima (AAA) ha una cinquantina di dipendenti, l’ultima (DDD) sarà a cinquemila.E i bilanci?

L'importanza del fatturato

L’uomo della strada è convinto che più alto è il fatturato, migliore sarà il valore azionario.

Peccato che invece sia un altro il "punto dolens": quanto guadagna?
Magari tra le aziende dell’esempio quella che va meglio è quella che fattura di meno.

Tra un’azienda che fattura 20 milioni di euro e chiude il bilancio con un attivo di 1 milione ed un’altra che fattura 20 miliardi di euro ma poi chiude il bilancio con un passivo di 100 milioni, cosa mai sarà meglio?

C’è chi si ostina a dare importanza al fatturato, alle "quote di mercato" che vengono acquisite (chiaramente chi fattura 20 miliardi "produrrà, gestirà, trasporterà, venderà" molto di più di chi fattura 20 milioni), dimenticando che le aziende hanno come scopo il guadagno e che lavorando in perdita si arriva ad un solo risultato: il fallimento.

Salvo diventare talmente grandi (leggi Alitalia o Fiat) che allora non puoi più fallire e quindi le perdite le pagheranno altri.

Nel settore dei trasporti e delle spedizioni non c’è ancora nessuno così grande da poter sperare che lo Stato gli ripiani le perdite, così assistiamo, ogni giorno, alla disperazione di chi - dopo aver aumentato il fatturato - piange lacrime amare quando è il momento di fare i conti e si accorge che deve mettere mano al portafoglio per ripianare i debiti.

E pensare che è tutto così prevedibile!
Anch’io potrei decuplicare il fatturato: basterebbe che applicassi prezzi (assurdamente bassi!) analoghi a quelli praticati da alcuni miei concorrenti.
Quelli stessi che oggi, esaminando i loro bilanci, stanno piangendo lacrime amare di fronte alle centinaia di migliaia di euro evidenziate come perdita.

Insomma, la crisi c’è... è vero, ma inseguire il mercato nella sua assurda corsa al ribasso (alla ricerca del prezzo più basso!) non è certo una soluzione.

O, come dice quel vecchio adagio: "chi si contenta gode e qualche volta stenta ma stenta sempre meno di chi non si accontenta".

(ho appena saputo che un’azienda che intendeva mettersi in vendita, per farsi bella ha aumentato drasticamente il fatturato. Come? Riducendo i prezzi e riducendosi a lavorare in perdita. Quando il "potenziale" acquirente ha visto l’ottimo fatturato ha sorriso. Ma quando ha visto anche il pessimo risultato economico ha lasciato perdere l’affare. Anche "mascherare" i bilanci non è più cosa facile, al giorno d’oggi)

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares