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L’economia della politica, componenti morali al servizio della prudenza

Rappresentanza politica, autorità e sintesi della forza morale per il bene comune.

Valori e vita “consumati” nel bene comune sono la garanzia dell’ordine e disciplina sociale che non trova fondamento in “provvisorie e mutevoli maggioranze di opinioni e ideologie” ma esigono di essere promossi nell’intimo umano e come pietre miliari nella legge civile. È certo che la responsabilità politica segna il percorso della democrazia nel governo del Paese, incide nel profondo della cultura e abitudini del popolo, e per questo la pratica del potere non dovrebbe dimenticare “pazienza, moderazione, modestia e condivisione”.

La deformazione del sistema democratico compromette l’equilibrio nello Stato riguardo alla sua corretta gestione finanziaria, influenza negativamente la relazione tra governanti e cittadini e da ciò conseguente sfiducia nelle istituzioni che si traduce in forma di assenteismo elettorale e generale indebolimento dell’integrità istituzionale.

Le scelte politiche corrotte (in senso morale, legale, economico, razionale, di buon senso) avvantaggiano la realizzazione di piani ristretti che distraggono la conduzione politica dal benessere collettivo e dal perseguimento del bene comune. Con l’eccessiva burocrazia le istituzioni dialogano male con i cittadini, si fanno incomprensibili alla popolazione, occupano spazio e tempo alla gente, offrono l’odiosa percezione di un agire impersonale dettato anche dal ”disimpegno facile e generalizzato”. La partecipazione diffusa e l’accesso di tutti alle responsabilità pubbliche dovrebbero essere, invece, favorite dai partiti politici chiamati a “interpretare le aspirazioni della società civile orientandole al bene collettivo, con la possibilità per la cittadinanza di concorrere a formare le scelte politiche”.

Ci vuole una politica capace di sintesi progettuale chiara e coerente nel tempo, dotata di “spessore di Stato” piuttosto che sottile linea affollata da un confuso e solito chiacchiericcio politico-mediatico. L’esperienza democratica va riempita con autentica voglia di essere presenti nel dibattito politico e nella società umana, sforzandosi di conoscere i dati di fatto, le varie proposte presentate, confrontarle nel tempo, trovare valide e durature soluzioni, decidere con consapevolezza e lucida responsabilità.

La comunità politica deve sapere attivare l’informazione democratica, sollecitare la prudenza chiarendo e valutando profondamente per decidere bene, trovando le “chiavi” con le quali legare coerenza, conoscenza, scrupolosità, ordine e disciplina compiuti. Con la prudenza si manifesta la maturità del pensiero e nell’impegno onesto vi è lo sforzo/obiettivo per rinnovarsi in sé alla luce degli eventi raccolti e decisi.

Richiedono un allenamento continuo al discernimento personale e collettivo: la fiducia, meritata e costruita nel tempo, gestita con accortezza; il potere che va esercitato con il carattere del servizio utile a tutti i cittadini; le scelte che vanno orientate a trasformare in positivo ciò che accade nell’oggi. Le circostanze parlano alle menti attente e ascoltatrici, capaci di critica costruttiva affinché il progetto politico considerato sia spinto a realizzare formule nuove che diano valore più al bene comune che all’interesse finanziato da pochi.

Ci vuole una riprogettazione culturale e sociale capace di rivelare “l’uomo civico” a se stesso e un’azione partecipativa come impulso di straordinaria vitalità democratica. Oggi, in ultima analisi, il cittadino va sostenuto e spronato a ritessere con rinnovata disponibilità “la rete delle relazioni vere e sincere” con tutti e il suo Stato.

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