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L’economia ai tempi del Covid-19

L'economia si trova ad un punto di svolta: stanno cambiando tante cose e, di conseguenza, cambia anche l'approccio economico alla crisi; e un modello interpretativo diverso da quello dominante già esiste.

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Due temi ricorrono frequentemente nei discorsi che circolano in questi giorni attorno all'emergenza coronavirus Covid-19:

  1. il numero delle persone morte conseguentemente all'infezione da Covid-19;
  2. la quantità di moneta necessaria per fronteggiare l'emergenza pandemica su vari fronti (dalle risorse sanitarie al sostegno del reddito individuale).

Il Governo si sta sforzando di cercare soluzioni soprattutto sul fronte interno rispetto al primo tema (per esempio, allocando risorse per incentivare la produzione di beni e servizi necessari), mentre deve confrontarsi sul fronte internazionale rispetto al secondo tema (per esempio, intercettando consensi per stanziare fondi di sostegno comunitari). Così stanno emergendo criticità economiche ormai sotto gli occhi di tutti: dall'incapacità di sostenere internamente la produzione di beni essenziali per fronteggiare l'emergenza (benché abbiamo visto anche riconversioni tempestive come, per esempio, quella di Armani per i camici e di Ramazzotti per i disinfettanti) alla difficoltà di negoziare accordi finanziari e monetari, come anche alla difficoltà di rimodulare il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES).

Le due aree discorsive elencate in apertura e le difficoltà economiche elencate qui sopra ripropongono un tema critico oggi più che mai: la distribuzione del redditto tra la popolazione, che dipende tanto dal volume e dalla struttura degli scambi, oltreché dalle politiche monetarie (due argomenti cari alla teoria economica dominante), quanto dal rapporto tra il volume della popolazione e il volume della moneta (proprio i due temi elencati in apertura di questo articolo).

Il capitolo 6.3 della ricerca intitolata Pensiero magico e scientifico spiega come funziona il rapporto tra volume della popolazione e volume della moneta, cioè dimostra come le politiche monetarie possano determinare condizioni di equità o di iniquità, ma anche di espansione o di recessione, se studiano il rapporto tra i due quanti di ogni sistema economico: la persona e la moneta. Si tratta di una teoria economica derivata dalla meccanica quantistica (un ramo della fisica), che sembrerebbe fornire gli strumenti analitici capaci di rispondere all'esigenza di ripensare il modello economico dominante in un momento di shock monetario e finanziario.

Già Vilfredo Pareto (nel suo Corso di Economia Politica del 1897) aveva rilevato empiricamente una distribuzione iniqua della ricchezza: l'80% del reddito in mano al 20% della popolazione. Nel 2013 Thomas Piketty (in Le capital du XXIe siècle) ha rilevato che ai primi del Novecento in Europa il 10% della popolazione deteneva il 90% del patrimonio. Nel 2019 l’Oxfam (nel rapporto Bene pubblico o ricchezza privata?) ha attestato un divario ancora più lacerante: i 26 individui più ricchi del mondo possiedono tanta ricchezza quanta ne posseggono complessivamente 3,8 miliardi di persone.

Questo tema è significativo, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, perché solo un "rapporto razionale" tra moneta e popolazione determina un potenziale di espansione del sistema economico: troppa moneta (rispetto alla popolazione) può rallentare l'economia, e ciò può dipendere da un tasso di mortalità acuto (come quello innescato dal Covid-19), che riduce il "peso" della popolazione rispetto al "peso" della moneta; mentre un difetto di moneta può determinare una distribuzione inefficiente e iniqua del reddito (come la condizione 80/20, o la 90/10,) perché l'onda di probabilità distributiva favorisce le allocazioni ordinate (cioè inique), come spiega il capitolo 6.3 della ricerca.

Quando si cercano soluzioni economiche a crisi inattese si dovrebbe mantenere un approccio razionale, ma si dovrebbe anche riconsiderare la struttura stessa della razionalità, cercando di adattarla alle nuove condizioni impreviste con cui ci si confronta. Perciò serve un approccio nuovo, diverso da quello mainstream.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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