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L’assurda guerra alla droga

C’è una guerra che va avanti da decenni in tutto il mondo e ha provocato migliaia di morti senza ottenere il benché minimo risultato. E’ la guerra dei governi mondiali contro la droga. Viene definita droga qualsiasi sostanza che i governi hanno deciso di proibire in maniera del tutto arbitraria. Alcool e farmaci hanno effetti sul corpo umano maggiori di tante droghe, eppure sono legali. Il motivo per cui certe droghe sono state proibite e altre no è soltanto culturale. 

Marijuana, oppiacei e cocaina sono state proibite perché venivano da paesi extraeuropei e sono state associate a culture che il razzismo occidentale considerava inferiori, a comportamenti antisociali o a gruppi sociali che rifiutavano la "normale" morale borghese. La guerra alle droghe però ha prodotto effetti disastrosi perché il commercio illecito di queste sostanze ha arricchito, finanziato e rafforzato le organizzazioni criminali di tutto il mondo, dalle mafie al terrorismo, e aumentato le violenze e gli omicidi tra bande rivali per il controllo di questo commercio.

Il denaro prodotto da questa enorme economia illegale inoltre contamina l’economia legale nella quale viene sistematicamente reinvestito. Il consumo globale di droga, almeno 200 milioni di persone, in tutto questo non è minimamente diminuito anche se spesso cambia la diffusione di una certa sostanza in determinati paesi, mentre sono diminuiti molto i prezzi delle droghe. 

La propaganda dei governi occidentali contro la droga nata per motivi razzisti è stata per anni un cavallo di battaglia per i partiti conservatori, fino a diventare troppo efficace. Ora una gran parte dell’opinione pubblica è assolutamente contraria alla droga perché molti sono convinti che sia la cosa giusta da fare, e perché temono che la legalizzazione delle droghe porterebbe all’aumento della loro diffusione. In realtà se il commercio di droga fosse controllato dai governi le organizzazioni criminali ne sarebbero enormemente indebolite e i rischi per la salute dei consumatori diminuirebbero. Inoltre si potrebbe fermare il continuo aumento della popolazione carceraria nei paesi occidentali ed evitare di mettere in prigione tante persone la cui pericolosità sociale è molto bassa. Le forze dell’ordine potrebbero concentrarsi su crimini più seri, migliorando sia l’efficienza del sistema giudiziario che la sicurezza.


La guerra alla droga oltretutto è spesso una guerra contro i contadini dei paesi poveri che coltivano queste sostanze, semplicemente perché molto più redditizie di altre coltivazioni. La guerra alla droga inoltre è alla fine dei conti una guerra contro il sintomo e non contro la malattia. Il motivo per cui tante persone fanno uso di droghe va cercato in profondi disagi sociali della nostra società frammentata, individualista, competitiva e disumana. La droga non è il problema, è solo uno dei modi in cui le persone cercano una soluzione ai loro problemi. Nulla di diverso dall’alcool. Ma come l’alcool anche le droghe sono un problema solo quando diventano un abuso. Il consumo moderato di queste sostanze non è veramente diverso dal bere un paio di bicchieri o dal prendere farmaci legali.
 
Per risolvere davvero il problema delle droghe bisognerebbe limitarne l’abuso e diminuire la domanda, affrontando i problemi sociali che nasconde. Ma oggi anche gli eventuali successi della guerra alla droga sono in realtà fallimenti: ogni volta che si riesce a limitare la produzione o il traffico senza far diminuire la domanda si ottiene l’unico risultato di aumentare i prezzi e quindi i margini di profitto dei trafficanti. Così l’Onu e molti governi hanno ormai ammesso che la repressione è stata un completo disastro

L’aspetto forse più grave è che ormai il traffico di droga è diventato anche una sorta di ammortizzatore sociale. Nel mondo ci sono milioni di persone che si guadagnano da vivere col traffico di droga, piccolo o grande, e spesso vivono nei luoghi dove il tessuto sociale è più degradato. Legalizzare le droghe e togliere questo settore alle organizzazioni criminali renderebbe anche indispensabili una serie di interventi economici per riconquistare interi quartieri e settori sociali all’economia legale. E bisogna chiedersi se molti governi sarebbero in grado di fare una cosa del genere. Continuare a combattere una guerra insensata e impossibile da vincere può essere molto più facile che affrontare i problemi reali

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.114) 1 ottobre 2009 10:21

    Complimenti.
    Il fatto che ci sia stata una messa in discussione della poltica "tolleranza zero e repressione a tutti i costi", mi sembra piu’ essere causata da un declino nelle società "ricche" delle droghe consuete: eroina, cocaina...e da un’ascesa delle droghe sintetiche.
    Le droghe sintetiche modificano il problema stesso delle cosiddette droghe non accettate dagli Stati. Lo modifica poichè chi ne abusa è perfettamente integrato nel sociale, almeno apparentemente, è chiaro...
    Per cui il vecchio modello culturale da cui nasceva la politica repressiva non ha piu’ bisogno di esistere.
    Cambiano, in definitiva, gli approci al problema, ma non per una seria e consapevole messa in discussione, ma perchè quella politica non ha piu’ ragione di esistere.
    Il potere borghese ( che altro non è se non l’apparato piu’ esterno ed evidente del sistema capitalista) non è capace di mettersi in discussione, se lo facesse non potrebbe sopravvivere...
    cadrebbe su sè stesso. Si polverizzerebbe....

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