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L’associazione Stay Behind ed il tentativo di riabilitare l’onore dei gladiatori volontari

 
Nel 2014 denunciavo in rete il tentativo, come da proposta di legge ancora oggi non “cassata, con il quale si vuole sancire l’equiparazione dell’Associazione italiana volontari Stay Behind, costituita in data 4 febbraio 1994 tra i civili appartenenti alla disciolta struttura, alle altre associazioni d’arma riconosciute dal Ministero della difesa e di prevedere l’istituzione di un distintivo onorifico, per gli appartenenti alla struttura, che può essere portato dagli aventi titolo in base alle disposizioni vigenti in materia. Ma si prevede anche il fatto che il servizio prestato nella organizzazione Stay B.N è equiparato al servizio prestato presso le Forze armate dello Stato, con esclusione di qualsiasi effetto ai fini retributivi, previdenziali e assistenziali e ciò riguarda il noto elenco dei 622 civili come pubblicati, ovvero i “sacrificabili” visto e rilevato che la struttura era certamente più complessa ed articolata e costituita da non solo i 622 civili. Ed infatti, i 622, nel bene o nel male, sono finiti nel circuito mediatico, diventando, non per loro volontà, uno scudo che ha reso immune da ogni processo tutto il resto dell'apparato connesso e collegato a Gladio. E' noto che nel 1990, quando venne prodotto il famigerato elenco dei 622 gladiatori, 48 erano già deceduti, 350 erano in riserva e solo 224 erano ufficialmente operativi, volendosi capire cosa si intendeva, allora, per operativi. Ora, la proposta di legge, sulla quale ritorno, interviene nello specifico sulla realtà associativa "Associazione italiana volontari Stay Behind". 
 
Il sito dell'Esercito rileva che “le associazioni combattentistiche radunano, al di là della suddivisione in Armi (Fanteria, Cavalleria, ecc.) o Categorie (Ufficiali, Sottufficiali, ecc.), tutti coloro che hanno combattuto o sono reduci di guerra o prigionia. A questa categoria appartiene anche l'associazione che raccoglie i decorati di Medaglia d'Oro”. Mentre “Le Associazioni d'Arma sono composte dagli ex appartenenti alle diverse Armi e Corpi dell'Esercito, indipendentemente dalla suddivisione in Categorie (Ufficiali, Sottufficiali, ecc.), o dalle Campagne di guerra combattute”. Nell'estratto del v verbale della riunione del «CONSIGLIO DIRETTIVO» che si è svolto a Pordenone nel 13 ottobre 2001, si legge testualmente che “Si rileva che fino a quando non avremo ottenuto lo status giuridico di militari non potremo ottenere il riconoscimento di “Associazione d’arma” (non anche “combattentistica”).
 
Il gen. Inzerilli ritiene che sia impossibile costituire un’Associazione a livello europeo perché l’Italia è stata l’unica ad avere messo allo scoperto i nomi dei “gladiatori”. L'associazione si formò, pubblicamente, nel 1993, dove ci furono diversi interventi. Come quello di Padre Silverio (considerato dal Comitato promotore dell'assemblea, Cappellano dei Volontari) il quale, ricordando la parabola dei talenti, del Vangelo di oggi affermò che: "Uno, 5 talenti li ha fatti fruttificare e ne ha guadagnato altri 5; un altro, due talenti li ha fatti fruttificare e ne ha guadagnati altri due; l'ultimo che aveva un solo talento, per paura, lo ha nascosto senza raccogliere frutti”.
Fratello del Generale Cismondi, che è stato il responsabile, negli anni '70, di Gladio per la Zona del Nord Est, e noto per la preghiera del volontario ovvero per i gladiatori, pare essere stata scritta nel '74, e letta
per la prima volta pubblicamente in occasione dell'assemblea di Redipuglia nel 1993.
“Eterno, onnipotente e onniscente Iddio,
fonte di misericordia e di amore,
proteggi questi tuoi figli,
proteggi noi volontari del silenzio,
posti al servizio della Patria.
Fortificati dalla tua presenza amorosa,
aiutaci a compiere, con coscienza illuminata
e pura, l'arduo dovere.
Siamo sentinelle vigili nel difficile compito
assegnatoci. Aiutaci a sventare le tenebrose
insidie del nemico, le trame e
le macchinazioni dei suoi complici.
Noi lottiamo per la concordia, per la pace,
per l'unione, per il bene della Patria adorata.
Se sangue dobbiamo spargere, sia seme di
speranza e di luce.
Benedici i nostri focolari lontani
che trepidano per noi.
Benedici questi tuoi figli infaticabili e puri,
o Dio onnipotente e onnipresente.
Benedici".
Nell'occasione dell'assemblea di Redipuglia venne letto anche il messaggio di Cossiga il quale affermava: “Invio il mio più cordiale saluto agli amici e colleghi, militari e civili volontari che nella rete italiana della organizzazione inter - alleata clandestina di difesa Stay Behind operarono in addestramento ed esercitazioni per prepararsi ad adottare le misure difensive e offensive opportune e necessarie per realizzare in concorso con le Forze Speciali della NATO la resistenza e la tutela delle persone minacciate in zone del territorio dei Paesi alleati. Plaudo al vostro proponimento di costituire una associazione che un giorno possa giustamente trovare posto tra le altre gloriose associazioni d'Arma”.
 
Venne ricordata la posizione di Montanelli del 17 giugno 1993: "Ma i gladiatori che fanno per mettere fine a questa ridicola panzana? La maggior parte di loro forse sono morti, altri saranno alla Baggina. Ma qualche scampolo ce ne dev'essere ancora, in grado di testimoniare. E cosa aspetta a farlo? O forse dobbiamo credere che, pronti a battersi materialmente per il loro Paese, non lo sono altrettanto ad assumerne la responsabilità morale? Nessuno di loro è mai stato incriminato di nulla. Sono tutta gente, pare, del medio ceto che, arruolatisi volontariamente in Gladio dovrebbero sentirsi orgogliosi, come io stesso mi sentirei, di aver appartenuto. Perché non ne difendono il nome da tutto il fango che i pataccari cercano di gettarvi sopra? Questo è l'unico vero mistero di Gladio." 
 
Importante anche l'intervento di Claudio Beorchia: "La mia intervista è apparsa sul "Messaggero Veneto" ancora il primo dicembre 1990 e, in quella intervista, ho anche raccontato un po' scherzosamente di come un'esercitazione sia rimasta per una giornata intera coperta, perché era una domenica in cui si apriva la caccia e molti cacciatori ci avevano individuati nella zona. Devo dire che la necessità di dire subito come stavano le cose , non era per me soltanto la allora condizione di parlamentare ma, anche, da una esigenza che io sentivo molto forte di dire come stavano realmente le cose, per me e come io avevo personalmente vissuto questa esperienza”.
 
L'associazione, come rilevato in premessa, si costituirà formalmente nel 1994, nel proprio Statuto si legge che ha tra i suoi scopi quelli di :

a) riaffermare, difendere e diffondere le motivazioni ideali che, nel culto delle tradizioni patrie e nella fedeltà ai principi di libertà, di giustizia, di pluralismo democratico, ispirarono la volontaria adesione degli appartenenti alla disciolta organizzazione "Stay Behind";
b) raccogliere e riunire gli appartenenti civili della disciolta Organizzazione per consolidare i vincoli di fraterna amicizia e solidarietà, difenderne la reputazione e l’onorabilità contro ogni forma di denigrazione, discriminazione e persecuzione derivante dall'avere fatto parte della struttura militare Stay Behind, prestando loro ogni possibile assistenza nei modi e nei limiti stabiliti dal Consiglio Direttivo;
c) stabilire fecondi rapporti di amicizia e di aggregazione con gli appartenenti alle analoghe organizzazioni europee;
d) mantenere i vincoli di solidale collaborazione con le Forze Armate, esaltandone l’opera di difesa della Patria e di servizio della pace;
e) promuovere ogni iniziativa tendente ad ottenere dallo Stato il riconoscimento di ex appartenenti alle Forze Armate;
f) concorrere allo sviluppo ed alla crescita di un ordinamento sociale di giustizia, fondato sui principi di libertà, di democrazia e di buon governo;
g) promuovere e partecipare ad ogni iniziativa, istituzione o ente, che intende perseguire le finalità su delineate.

E gli scopi di tutto ciò vennero ricordati nell'assemblea ordinaria annuale del 2006 ove si affermò durante la relazione morale che: "Gladio aveva un’unica finalità istituzionale, vale a dire organizzare centri di resistenza in caso di invasione militare dall’Est. Qualsiasi altra situazione destabilizzante non ci apparteneva e non ci appartiene. Siccome né nel 1964 né mai successivamente ci hanno occupati militarmente, la nostra struttura non ebbe in alcuna evenienza l’ordine di mobilitarsi. Questa è l’unica verità che conosco, quella vissuta da un caporete di Gladio”. Questa dichiarazione chiara e netta rappresenta nel migliore dei modi che cosa fu Gladio e questa dichiarazione, con la quale ho voluto aprire la mia relazione sull'attività dell’Associazione, fu dettata da chi oggi ci manca moltissimo e che abbiamo il dovere di ricordare: il nostro presidente onorario Giorgio Brusin”. All'atto della sua costituzione, come emerge nel loro sito ed in tutti gli atti pubblicati e dunque a disposizione della rete, risultava, in merito alla fase iniziale degli iscritti, che “gli ex gladiatori effettivamente aderenti sono circa il 50% e ciò è motivo di soddisfazione. Anche la situazione delle deleghe può dirsi soddisfacente”.
 
Vanta tra i propri soci onorari Paola Del Din Carnielli che è stata anche presidente dell'Associazione Partigiani Osoppo; Mario Mori, Fulvio Fumis già vice direttore de “Il Piccolo”, il Generale Cismondi, Paolo Stocca, Rosalba Schenal,Sergio Fedrico, Carlo Emanuele Bosin,Vittorio Leschi. Tra i soci onorari defunti, spiccano i nomi di Cossiga, Edgardo Sogno,di Fulvio Martini o Riccardo Basile e non solo. Il Presidente onorario defunto è Giorgio Brusin, primo Presidente della "Associazione Stay-Behind" e Presidente onorario della stessa, arruolato il 5 giugno 1944 nelle formazioni partigiane Osoppo-Friuli. L'attività dell'associazione è stata caratterizzata da diverse iniziative, come si può ben leggere nei loro documenti come pubblicati nel sito http://www.stay-behind.it/stay.htm e dove emerge una trasparenza importante, che stona in un certo senso con l'originaria storia di Gladio, ma visti i profili dell'associazione e rilevato che pur essendo costituita in prevalenza da ex gladiatori, non stiamo parlando ovviamente della ricostituzione di Gladio o gruppi similari, la cosa ha un sua sua logica comunicativa ben chiara. Riabilitare a livello di immagine i volontari civili di Gladio e probabilmente sancire la separazione con quell'altro universo parallelo o meno a Gladio coinvolto nel periodo della strategia della tensione nostrana e nelle vicende del confine orientale. Si possono leggere, nei verbali come pubblicati, diverse iniziative di carattere politico interessante, ovviamente finalizzate a garantire il conseguimento dei fini dell'associazione.
Come la richiesta d'incontro con Antonione nel 2001. Nel 2002 si legge che “L’on. Fini ha chiesto di avere un colloquio in data da stabilire per discutere dell’incontro con il Presidente Ciampi”, il 30 novembre del 2002 si legge che “si è venuti a conoscenza dell’intenzione del regista Manlio Roseano di girare un film sulla “Gladio”.Il regista è stato contattato da tre consiglieri, i quali non hanno avuto una buona impressione perché la trama sarà impostata in modo da non portare aiuto alla nostra causa. Terremo comunque ulteriori contatti con il regista. È in preparazione il film “Piazza delle 5 lune”, sul caso Moro, nel quale potremmo essere coinvolti in modo falsato”. Nel 2003 si legge che "proseguono i contatti con vari parlamentari (on. Mitolo, on. Contento, sen. Malan)". Il 14 maggio del 2003 che “sono in corso contatti con alcuni parlamentari per concordare un eventuale incontro con Berlusconi”. Il 19 ottobre 2003 che “si discute a lungo sulle varie iniziative da prendere, alla luce del fatto che alcuni parlamentari sono disponibili per una raccolta di firme. Si cercherà di prendere contatti con i sen. Forte e Malan, con Taradash e Sandro Bondi. Si decide di predisporre il testo di una lettera per i parlamentari di Governo ed una per quelli dell’opposizione".
Il 27 novembre 2004 che "il Comune di Pordenone ha dato il proprio patrocinio e ci è stato messo a disposizione l’Auditorium della Regione".
Che Il 25 gennaio 2005 “è stata presentata alla Camera la proposta di Legge n° 5553 “a favore del personale già appartenente alla disciolta struttura Stay Behind”. Primo firmatario è l’on. Ricciotti. Il testo è identico a quello già presentato al Senato dal Pres. Em. Sen. Cossiga.” Così come si potranno leggere interventi e discussioni su questioni tecniche come se utilizzare Skype od altri strumenti, ma anche l'organizzazione di diverse iniziative, querele, borse di studio, gare di tiro al poligono di Tarcento, dibattiti pubblici, convegni senza dimenticare il cuore di questa associazione, le Malghe PORZÜS dove ha anche eletto la sede morale e tutto ciò che essa rappresenta per le vicende del Confine Orientale. 
 
Quello che mi domando, nel caso in cui la proposta di legge, di cui alla premessa, dopo i fallimenti pregressi, dovesse andare a buon fine, comporterebbe una legittimazione definitiva di Gladio o sarebbe una sorta di riconoscimento che lo Stato conferirebbe solamente ai civili “sacrificati”, anche se arruolati volontariamente in Gladio, con la pubblicazione del noto elenco andreottiano del '90? Elenco che ha violato il principio del silenzio? Pubblicazione dell'elenco che è stato letto da molti come un tradimento?
 
Come poter riconoscere il titolo di associazione d'arma o combattentistica nei confronti di persone che avrebbero fatto, poi, solo esercitazioni, stando alle parole di Cossiga? Ed indipendenti rispetto all'Esercito, vista anche la loro clandestinità? Però, alla fine, pur non condividendo neanche una virgola del sistema Gladio e di tutto ciò che questo ha rappresentato, il risentimento lo posso capire, volgarmente si potrebbe dire cornuti e mazziati, arruolati come volontari e scaricati come pacchi proprio da quello Stato che avrebbero dovuto “difendere” da rischi di attacchi inesistenti, come la storia pare aver insegnato, ma utili, questo sì, per le questioni del Confine Orientale e per le vicende delle terre contese.
 
MarcoBarone

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