• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > L’amica del Presidente: "Meno male che Silvio c’è"

L’amica del Presidente: "Meno male che Silvio c’è"

A parlare ora è Barbara Montereale, amica di Patrizia D’Addario e accusatrice del Presidente del Consiglio per il giro di ragazze condotte nelle residenze del premier.

In una lunga intervista a "Repubblica" la Montereale in pratica conferma quanto esposto nei giorni scorsi dall’amica Patrizia D’Addario ai magistrati della Procura di Bari, i quali stanno indagando circa un giro di "mazzette" versate da due imprenditori pugliesi, Gianpaolo e Carlo Tarantini, per aggiudicarsi lucrosi appalti di forniture sanitarie tramite la loro società, la Tecno Hospital.

L’ipotesi di reato, che i magistrati stanno tentando di ricostruire nei minimi particolari, riguarderebbe tra l’altro l’induzione alla prostituzione: Gianpaolo Tarantini sarebbe stato impegnato a organizzare visite "guidate" di belle ragazze sia a villa Certosa che alla residenza romana del Presidente del Consiglio, Palazzo Grazioli.

Barbara Montereale, nel corso dell’intervista al noto quotidiano che da mesi sta tentando di fare luce sui vezzi privati del premier che hanno portato all’annunciata separazione legale dalla moglie Veronica Lario, tenta anche una difesa del suo Silvio - <<le altre ragazze lo chiamavano "papi", ma io non ero in confidenza e mi limitavo a chiamarlo Silvio>> - senza rendersi conto di confermare con le sue risposte l’accusa mossa dalla stessa D’Addario.

Parla Barbara, e di cose certamente ne racconta: i viaggi in macchina con il presunto autista di Berlusconi, Dino; l’arrivo in lussuosi alberghi capitolini prima di raggiungere i convitati, e le convitate soprattutto, alle feste a Palazzo Grazioli; i viaggi da Bari a Ciampino prima di prendere il volo per la Sardegna, fino a villa Certosa; le telefonate con Giampaolo Tarantini - << che dava del lei al presidente, mentre lui gli dava del tu>> - per concordare il "gettone di presenza"; e parla anche della sua amica Patrizia D’Addario in merito alla quale afferma che tutti alle festa sapevano essere una "escort".

Racconta della simpatia e della generosità del Presidente del Consiglio, ma ci tiene a ribadire con forza di non essere, come invece l’amica, una escort e di non esserci mai "andata a letto" .

Parla Barbara, ma è anche preoccupata del "marchio" che rischia di portarsi addosso per molto tempo, e ribadisce di non voler vedersi distrutta la vita perchè ha solo 23 anni, mentre l’amica di anni ne ha 42 ed ormai è "all’ultima spiaggia".

Anche Barbara alle ultime elezioni amministrative è stata candidata con la lista "La Puglia prima di tutto", su invito della D’Addario, anche lei ha fatto parte di quella cerchia di "femmine" che hanno avuto la possibilità di conoscere "l’utilizzatore finale".



Ma alla fine, tirando le somme, non è forse anche Barbara vittima di quell’alone di popolarità che circonda il nostro premier, vittima della sua retorica, della sua ipocrisia, del suo falso moralismo?

Non è forse Barbara vittima di quel reality che a forza di essere trasmesso sulle reti nazionali da una televisione, pubblica e privata, ogni giorno, induce queste ragazze a voler arrivare a fare la bella vita in compagnia di uomini potenti, che promettono loro di rimediare ad ogni sorta di problema solo attraverso l’apparire?

Al di là delle critiche che possono essere fatte all’attuale governo circa il modo in cui affronta, o nega addirittura, la devastante crisi economica che rischia di far cadere il paese in un baratro, al di là della politica dell’attuale esecutivo, fatta di chiacchiere e vuote promesse, al di là della retorica comunista e disfattista, la cosa che più di tutto deve essere rimproverata al Presidente del Consiglio è di voler trasformare la società italiana in un becero modello televisivo alla "Drive in".

La ricerca del successo a tutti i costi, anche vendendo il proprio corpo, va realizzata, secondo questo "modello", in maniera indipendente dal saper fare: non c’è bisogno di studiare, di fare la gavetta, di sgobbare nel lavoro, l’importante è avere gli agganci giusti che ti proiettano in un mondo che però non è reale, ma è un mondo in cui la vita è breve ed il tempo passa veloce, in cui non si invecchia.

E così anche per chi è nato il 29 Settembre del 1936, c’è la speranza di restare giovane.

Ma quale futuro si può prospettare per i tanti veri giovani che pensano al loro domani?

Forse una comparsata al Drive in. 

Commenti all'articolo

  • Di Enrico (---.---.---.151) 22 giugno 2009 10:47

    Ma vi rendete conto che di fronte ad un simile scandalo il 90% dei telegiornali sta CENSURANDO TOTALMENTE ogni informazione a riguardo??
    Il regime meadiatico sta raggiungendo livelli inconcepibili in qualsiasi altro stato occidentale!
    A livello televisivo siamo ai livelli del’ Iran!!
    =__=

    • Di GF (---.---.---.100) 22 giugno 2009 17:35

      Enrico, penso che sia una cosa normale per un semplice fatto di "credibilità"
      Se menti sempre e continui a farlo non puoi dire la verità, altrimenti la gente pensa "Cacchio ma prima mi dicevi diversamente, mò com’è che cambi versione".
      Costretti a mentire, come è costretto a mentire anche Silvio.
      Se vuotasse il sacco, se parlasse davvero, penso che l’Italia si disintegrerebbe immediatamente o più semplicemente, verrebbe preso per pazzo ed internato!

      Ci sono troppe cose in ballo, se la gente sapesse, altro che Iran, succederebbe un 48! (come i famosi moti carbonai del 1848!!!!)

  • Di Penna (---.---.---.175) 22 giugno 2009 22:50

     @ GF
    non credo proprio... purtroppo la gente in italia (volutamente minuscola) non è più quella del 1848!

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares