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L’agonia del PD: voleva migliorare il lodo Alfano

Il Senatore PD Stefano Ceccanti ha presentato, con altri, un emendamento nella discussione del “lodo Alfano” che proponeva di estendere l’immunità penale, prevista per premier e ministri, anche al Capo dello Stato.
 
Con una confusa e improbabile argomentazione viene fuori che il nostro zombie della politica, esponente di un partito agonizzante, è stato mosso dal vivo desiderio di limitare il danno di questo lodo.
 
A chiunque abbia i piedi per terra e parli un linguaggio onesto e leale, appare chiaro che un emendamento del genere dà credibilità a questo indecente lodo, incostituzionale e pensato per una cricca che vuole l’impunità.
 
Esso manifesta solo il desiderio di intelligenza con il nemico, indica una possibile via di uscita per il Cavaliere, una ulteriore impunità, con Berlusconi al Quirinale con uno scudo protettivo di 7 anni rendendosi disponibili ad un governo di unità nazionale.
L’emendamento è stata ritirato, ma la disponibilità è arrivata al destinatario.
 
Buono l’articolo di Padellaro sul “Fatto” di ieri 7 luglio: no con questi non si tratta. Migliore ancora il ricordo di Travaglio a proposito della discesa in campo di B. nel 94 con tutte quelle sceneggiate populiste, mentre in privato confidava a Biagi e a Montanelli la semplice verità: “se non entro in politica finisco in galera e fallisco per debiti”.
 
Minzolini, appresa l’esistenza di questa frase del suo padrone, certamente la farà conoscere al popolo del TG1, questa sera stessa.

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