L’Onda Anomala che disse no ai provvedimenti Gelmini
Inoltre, l’entrata in vigore dei decreti porterebbe a una serie di esiti inaccettabili: scomparsa di numerosi posti di lavoro e abbassamento di qualità delle istituzioni preposte alla formazione, le quali verranno subordinate a consigli d’amministrazione presieduti anche da privati. La diretta conseguenza di questi cambiamenti sarebbe la dipendenza degli organi formativi alle logiche di mercato, con un automatico aumento delle tasse scolastiche e un accesso all’università prettamente elitario.
L’Onda travolge l’Italia
Iniziano allora una serie di manifestazioni di protesta che, gradualmente, coinvolgono tutte le città del Paese. I primi a farsi sentire sono gli studenti del polo scientifico dell’Università degli Studi di Firenze, occupando lo stabile in seguito a un’assemblea. Seguono a ruota l’università di Pisa, la Sapienza di Roma, la Federico II di Napoli, l’ateneo di Cagliari. Cortei in protesta a Bologna, Livorno, Milano, Palermo, mentre a Torino viene occupato Palazzo Nuovo. Le mobilitazioni continuano incessantemente: 15 mila studenti a Roma, 2 mila a Venezia, altri 3 mila a Roma che raggiunsero in metropolitana l’Auditorium e irrompono durante lo svolgimento del Festival del Cinema, poi ancora cortei a Napoli, Torino, Palermo.
Il 29 ottobre 2008, giorno dell’approvazione della legge Gelmini in Senato, l’Italia intera viene invasa da proteste e cortei: a Milano viene paralizzata la circolazione e occupati i binari della stazione di Lambrate; a Napoli gli studenti bloccano la stazione centrale; a Palermo un corteo non autorizzato invade le strade del centro; a Roma sono migliaia gli studenti che raggiungono Palazzo Madama e presidiano Piazza Navona per ore; altri cortei nascono ad Alessandria, Bologna, Cagliari, Catanzaro, Firenze, Genova, Messina, Padova, Potenza, Salerno, Torino e Venezia.
La contestazione si allarga
Nel corso dei mesi le iniziative non si fermano e arrivano a disturbare eventi importanti come la cerimonia d’inaugurazione dell’Anno accademico nell’aula magna della Sapienza o il Torino Film Festival. Le proteste si intensificano con la morte dello studente Vito Scafidi, schiacciato dal crollo del tetto della sua scuola. L’Onda insorge: un altro disastro provocato dai tagli all’istruzione. La solidarietà dei ragazzi arriva anche per Alexandros Grigoropoulos, il quindicenne greco ucciso dalle forze dell’ordine ad Atene: i consolati ellenici vengono occupati in segno di supporto alle mobilitazioni che già sconvolgono la Grecia.
Col passare degli anni gli studenti dell’Onda non si sono mai arresi e hanno continuato a lottare, seppur nel silenzio mediatico, contro un sistema governativo che ritiene non valga la pena investire sulla formazione delle nuove generazioni. Molti messaggi di sostegno sono arrivati da personalità del mondo intellettuale: Ezio Mauro, Umberto Eco, Massimiliano Fuksas, Stefano Rodotà e Salvatore Settis. Per non parlare dell’appoggio reciproco tra tutte le categorie che si sono considerate socialmente colpite dalla legge Gelmini e dalla condotta di questo esecutivo, come il personale tecnico-amministrativo, i professori, i ricercatori, i precari, i movimenti per l’acqua pubblica, i “No Tav” e, per ultimi, gli operai della Fiom. Non a caso, il movimento dell’Onda si definisce anche Generazione P, in cui “P” sta per “precaria”.
Diciotto mesi di cortei e slogan
Nonostante lo scorso autunno la riforma Gelmini sia stata ufficialmente approvata dal Parlamento e potrebbe entrare in vigore già dall’anno accademico 2011-12, le proteste degli studenti non si fermano: cortei e manifestazioni continuano a sfilare per le strade delle principali città, portando avanti l’idea che una drastica riduzione del budget universitario non potrà che comportare una diminuzione dell’organico, quindi l’accorpamento di discipline e l’inevitabile degrado della qualità formativa.
Il movimento rinforza le proprie posizioni unendosi ad altre battaglie: è sceso in piazza con i precari, con gli esponenti dei Cobas contro il piano Marchionne e in difesa dei diritti dei lavoratori Fiat, sventolando lo striscione “Se ci sono i disoccupati è colpa dei padroni, non degli immigrati”.
Anna Adamolo
Durante la sua attività, Onda Anomala non ha prodotto solo rabbia, protesta e disturbo: dalle fila del movimento esce anche Anna Adamolo. Il nome, in cui è facile riconoscere l’anagramma del movimento stesso, si riferisce a un nuovo personaggio che ha trovato posto nelle mobilitazioni fisiche e virtuali contro la politica del Governo in materia di istruzione pubblica, scuola, università e ricerca. Anna Adamolo è un “nome collettivo” attraverso cui chiunque può raccontare la propria esperienza e la propria storia, fare proposte di lotta e di miglioramento.
Anna Adamolo nasce dalle pagine e dai siti della rete, ma vive nelle piazze e nelle strade d’Italia durante le contestazioni e i cortei, nelle lezioni autogestite, nelle iniziative di autoformazione e in tutti i luoghi in cui studenti, insegnanti e semplici cittadini lottano per un diverso funzionamento dell’istruzione pubblica. Anna Adamolo è lo studente, il docente precario, il ricercatore, il genitore, l’operaio in fabbrica. Anna Adamolo è, per ultimo, il ministro Onda dell’Istruzione, Università e Ricerca: è, simbolicamente, la sostituta di Maria Stella Gelmini.
L’immagine: una delle stampe de La grande onda, dalla serie delle Trentasei vedute del Monte Fuji (1826-1833) di Katsushika Hokusai (Edo, 1760-10 maggio 1849).
Jessica Ingrami
(LucidaMente, anno VI, n. 63, marzo 2011)
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