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L’Italia è la tomba del diritto

“Di testa nostra. Cronache con rabbia 2009-2010” è un’opera che raccoglie tutta l’avversità di Camilleri nei confronti di Berlusconi (Camilleri e Lodato, www.chiarelettere.it, 2010).

Vi è almeno una soddisfazione nel crimine: puoi parlare al tuo complice come a un tuo pari. (Proverbio latino)

“Le cose rifiutano di essere a lungo mal gestite”. (Proverbio latino)

Il titolo di questa recensione prende spunto da un aforisma di Leonardo Sciascia, un siciliano intelligente e senza padroni come Andrea Camilleri, il quale affermò pure che “l’Italia è un paese senza verità”. Dunque sarebbe ora di trovare il tempo e il coraggio di chiedersi che fine farà un paese che continua a vivere senza giustizia e senza verità.

Comunque, ad essere onesti, Camilleri è molto partigiano ma pure molto chiaro e pragmatico: le bassezze e le debolezze dell’attuale classe dirigente vengono evidenziate dal suo acume intellettuale. E per supportare le critiche di Camilleri a Berlusconi bastano questi numeri: nel periodo caratterizzato dai governi di Berlusconi (6 anni degli 8 presi in considerazione), l’economia italiana è stata l’unica importante economia al mondo a subire un consistente calo (pari a circa il 6%) del reddito reale pro capite. Gli unici altri paesi al mondo a subire un calo del PIL sono stati lo Zimbabwe, Haiti e la Costa d’Avorio. A parte questi tre paesi, a nessun altro paese al mondo è andata peggio che all’Italia. (da Impunity dell’economista Charles Young).

Inoltre bisogna ricordare che “Berlusconi era capolista in tutte le circoscrizioni per le europee e il suo partito è pesantemente arretrato. Non si presentava in prima persona in nessuna provincia e in nessun comune, e il suo partito ha ottenuto un buon risultato. Morale della favola: avrà capito che si tratta di una sconfitta assolutamente personale” (Andrea Camilleri, p. 44). E forse anche altri politici hanno capito che è sempre più inutile muovere la lingua e che è giunto il tempo di smuovere le chiappe…

Purtroppo in Italia è molto difficile fare delle critiche costruttive poiché nessuno vuole privarsi dei vantaggi a breve o medio termine anche col rischio di una valanga di svantaggi a lungo termine. In effetti Mark Twain affermò che la libertà di parola è forse un privilegio di cui nessuna persona vivente può godere. Del resto “Questa riluttanza a esprimere opinioni impopolari è giustificata: il prezzo da pagare è assai alto, può comportare la rovina economica di un uomo, farli perdere gli amici, esporlo al pubblico ludibrio e alla violenza, condannare all’emarginazione la sua famiglia” (1905).

Se Twain riscontrava queste difficoltà in un paese anglosassone è quindi inutile pretendere dei comportamenti civili in un paese governato dall’inciviltà, dall’egoismo familista e dall’economia della liquidità mafiosa che ha infettato aziende private e banche politicizzate. Come affermò Sciascia: “Se lo Stato italiano volesse davvero sconfiggere la mafia, dovrebbe suicidarsi”.

Comunque a mio parere si potrebbero risolvere molti problemi italiani eliminando buona parte dei vecchi figuri e figuranti delle attuali direzioni partitiche e statali. La soluzione più pratica, veloce ed economica nel breve e medio termine può essere questa: “Più prepensionamenti per tutti i dirigenti”. Dopotutto i giovani costano meno e le pensioni dirigenziali si possono ridurre a causa della crisi economica per bilanciare l’iniquo blocco delle nuove assunzioni degli ultimi vent’anni.

E si potrebbe rafforzare il ruolo della educativo delle prime linee dello Stato. Infatti “La mafia ha paura della scuola, non della giustizia” gestita all’italiana (Giovanni Falcone). Quindi ancora oggi “La scuola ci appare come l’unica istituzione in grado di trovare un rimedio agli errori perpetrati in famiglia” e nelle altre istituzioni (Alfred Adler). Non si può negare che in troppe nazioni l’educazione ricevuta all’interno della famiglia stimola “in primo luogo la volontà di potenza e l’incremento della vanità” (Adler). Quindi si potrebbero istituire degli "insegnanti di sostegno" per i figli dei pregiudicati.

In conclusione: “gli italiani poveri sono ladri perché sono poveri e gli italiani ricchi sono ricchi perché sono ladri” (rivisitazione di Pino Caruso). E molti italiani “normali” rubano perché quasi tutti trovano il modo più o meno legale per “rubare”: i dirigenti del settore pubblico, i dirigenti del settore privato e lo stato gestito dai grandi protettori dei ricchi e dai politici egoisti e familisti.

Nota – In questo libro Lodato e Camilleri hanno raccolto gli articoli pubblicati su “l’Unità” nella rubrica “Lo chef consiglia” (periodo 23 maggio 2009 - 6 giugno 2010). Saverio Lodato è un giornalista specializzato nel narrare i fenomeni mafiosi ed è l’autore di ottimi libri intervista (ha intervistato Giovanni Brusca, Tommaso Buscetta, il magistrato Roberto Scarpinato).

Commenti all'articolo

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.77) 13 novembre 2010 15:26
    alessandro tantussi

    Giustizia e verità sono due parole che non dicono nulla. Come si decide cosa sia vero e giusto?

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.139) 13 novembre 2010 18:14
    Damiano Mazzotti


    Allora le Costituzioni perché esistono?

    I diritti civili e umani perché esistono?

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.77) 13 novembre 2010 20:40
    alessandro tantussi

    che discorsi! esisteva anche lo Statuto Albertino e la costituzione dell’URSS, 
    le leggi esistevano nel ventennio fascista, nel terzo Reich, nei regimi comunisti 
    esistono nei regimi totalitari che ancora si verificano 
    i diritti umani in America in Cina o in Iran vengono interpretati diversamente 
     
    i diritti civili e "umani" sono concetti storicamente e gograficamente definiti, cioè interpretati in modo diverso nel tempo e nello spazio, non ha senso parlare di cosa sia giusto o sbagliato in assoluto 

    i "principi" fondamentali che non possono essere messi in discussione sono pochi

    per il resto le società civili evolute sono quelle nelle quali le costituzioni, le leggi, i diritti ed i governi risultano da una decisone presa democraticamente ed è pertanto migliore delle altre in quanto condivisa dalla maggioranza dei cittadini, ma non esiste una formula matematica per definire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, esiste solo il "modo" giusto per scegliere, quello della soluzione maggiormente condivisa mediante il voto libero
     
    ciò che tu ritieni giusto io posso ritenerlo sbagliato ma se vogliamo far parte della stessa società civile entrambi siamo tenuti ad accettare ciò che democraticamente è stato deciso. 
     
    sostenere che l’Italia è la tomba del diritto e che è un paese che continua a vivere senza giustizia e verità è profondamente sbagliato, non lo dico io ma lo dice il modo con il quale il nostro paese ha scelto la sua Costituzione, le sue leggi, i suoi governanti.

    purtroppo troppo spesso questo concetto viene messo in discussione e c’è qualcuno che pretende di avere il predominio nelle decisioni e la superiore capacità di sapere dove stia la verità e quindi si convince che sono sempre gli altri quelli che sbagliano

    ciao, alessandro

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.115) 14 novembre 2010 09:51
    Damiano Mazzotti

    D’accordo, benissimo, infatti il principio della libertà personale anche per quanto riguarda la salute serve a determinare che ognuno dev’essere liberoo di stabilire la propria verità sulla sofferenza finale e sula morte.

    Ma deve tenere presente che la nostra Costituzione è una delle migliori al mondo, è stata presa da esempio da molti altre nazioni ed è la sintesi l’espressione delle migliori intelligenze della cultura liberale, socialista e cattolica italiana...

    E fino ad oggi è sicuramente il miglior compromesso nato in Italia dall’epoca dei Romani...

    Naturalmente però alcune cose andrebbero riviste per adeguarsi all’evoluzione tecnologica e sociale dei nostri tempi...

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